Indice
Introduzione: Via alle danze!
Un altro anno sta finendo. Non potevamo certo lasciarvi senza gli Award più blasonati di tutto l’internet (ci piacerebbe…): i Pixel Flood GOTY!
Giusto per rinfrescarvi la memoria, vi ricordiamo che le nostre menzioni d’onore sono sostanzialmente differenti a quello a cui siete abituati: ogni redattore presenta 3 titoli pubblicati nel 2018, più un titolo bonus non uscito nel 2018, ma che vi consigliamo caldamente in quanto lo abbiamo giocato nell’anno che si approccia alla sua conclusione.
Crediamo fermamente che il videogioco in sé per sé sia un esperienza unica e irripetibile per ogni singolo videogiocatore che lo approccia, di conseguenza vogliamo lasciar spazio alle opinioni di tutti i nostri collaboratori. Quindi vedrete specialisti di RPG nominare principalmente quello, come vedrete top 3 esclusivamente di titoli tabletop.
Bando alle ciance: via ai Pixel Flood Game of the Year Awards!
Carisma20
Yakuza 0
Uscito ormai da quasi due anni su PS4, il gioco è arrivato solo lo scorso agosto su PC, meritevole quindi di entrare a far parte di questa lista per i non possessori di console. Pochi titoli sono riusciti ad incollarmi allo schermo come questo ed erano anni che non continuavo a giocare un gioco nonostante lo avessi già terminato, perdendomi nelle varie attività secondarie splendidamente curate e nelle substories ad esse collegate, non limitate ad essere un semplice riempitivo senza senso come accade per la maggior parte dei videogames ma veri e propri contenuti che non sfigurano affatto nei confronti delle attività principali. Non è assolutamente adatto a tutti, ma, se potete provarlo, fatelo, perché non esistono vie di mezzo: troverete il gioco scialbo e pieno di limiti, o lo amerete alla follia.
Warhammer: Vermintide 2
Un titolo ambientato nel mondo di Warhammer Fantasy, e sviluppato sullo scheletro di Left 4 Dead… Penso sappiate già cosa potete aspettarvi. Ratti e creature del caos sciameranno continuamente dai muri e starà a voi, gestendo sapientemente le risorse a vostra disposizione, disinfestare la zona. Il gioco offre il meglio se giocato con amici, ma ad oggi la community risulta ancora attiva, al punto che non vi capiterà mai di giocare con dei compagni bot come accadeva nel primo capitolo, e la cooperazione tra le parti c’è sempre… Una delle poche occasioni in cui non mi sono trovato di fronte ad una community tossica.
The Lord of the Rings Living Card Game
Nel momento in cui scrivo, il gioco è ancora in early access, e soggetto a numerosi e pesanti cambiamenti nella sua economia. Ma, se siete amanti de “Il Signore degli Anelli” e avete già giocato alla controparte cartacea, questa versione digitale si presenta come una trasposizione non fedele a quella originale ma comunque valida, con meccaniche snellite che meglio si adattano alla versione videoludica. La possibilità di creare i propri mazzi e di affrontare le quest in maniera cooperativa danno una dimensione diversa al gioco rispetto ai numerosi titoli competitivi cloni di Heartstone, non abbandonandosi alla semplificazione eccessiva, ma anzi, mettendo sul piatto numerose meccaniche e ponendo il giocatore spesso in situazione difficili da risolvere, ritrovandosi spesso a dover sacrificare qualcosa. Fondato su una buona struttura narrativa che in alcuni casi modifica il gameplay, il gioco si presenta vario e divertente affrontato in single player, ma a breve verrà aggiunta la possibilità di cooperare con un giocatore, dando risalto alla possibilità di giocare mazzi tematici (un giocatore può costruire un mazzo Rohan e l’altro Gondor, ad esempio).
Bonus: Duck Game
Titolo da acquistare esclusivamente per giocarlo con gli amici, è uno di quei party game capaci di incollarti per intere serate allo schermo grazie alla sua immediatezza, ma che nasconde meccaniche profonde adatte anche a chi cerca un titolo certamente “caciarone“, ma anche ragionato. Se pensate di passarci molto tempo, il gioco vale anche il prezzo pieno del biglietto, se lo giochereste solo di tanto in tanto, attendete qualche sconto per farlo vostro.
Daniele “Cathoderay” Magonara
Detroit: Become Human
Detroit è uno di quei giochi caratterizzato da meccaniche particolari, tanta narrazione, e in alcuni casi ritmi decisamente lenti. Probabilmente vi starete chiedendo perché abbia scelto proprio Become Human come uno dei miei GOTY di quest’anno, io che solitamente prediligo i giochi più immediati ed adrenalinici? La risposta è semplice: la storia è narrata in maniera incredibile, il mood che si respira è da film di fantascienza come non se ne vedono da troppi anni e i tre personaggi sono delineati in maniera meravigliosa.
Come se tutto questo non fosse bastato a convincervi del perché ho scelto Detroit vi basti pensare che credo sia una delle cose più belle graficamente apparse su PS4 quest’anno (assieme a Red Dead Rredemption 2 e God of War). Detroit: Become Human è un gioco che parla di Intelligenza Artificiale e di sentimenti, e che dimostra quanto le macchine possano essere molto più umane degli esseri umani stessi.
The Messenger
The Messenger è stato amore a prima vista, non solo perché mi ha permesso di togliere la polvere dalla mia Switch, ma per la bellezza delle musiche che lo accompagnano, per le meccaniche ispirate a Ninja Gaiden senza essere frustrante al suo livello, per la pixel art deliziosa o semplicemente per la buona dose di ironia che anima tutto il gioco, fin dall’introduzione.
Aggiornato da poco al New Game Plus, The Messenger dimostra quanto ci sia differenza tra un gioco fatto col cuore e uno con solo della pixel art a cavalcare l’onda. Se state cercando un gioco action che trova la sua forma migliore su Nintendo Switch… Sapete cosa fare.
Far Cry 5
Dato che i miei colleghi hanno rimarcato più volte la bellezza di alcuni titoli usciti quest’anno, che anche per il sottoscritto stanno di diritto in questa classifica, ho voluto inserire un gioco che ha saputo dare una ventata di freschezza alla serie di cui porta il nome. Far Cry 5 non ha particolari innovazioni di gameplay, ma con questo capitolo ha estratto dal cilindro un ambientazione a dir poco perfetta: ambientare tutto nel Montana, con bellissime foreste rigogliose e alzare il tiro degli iconici cattivi pazzi presenti nei capitoli precedenti mettendoci un intera setta di fanatici religiosi pronti a farci la pelle solo perché noi rappresentiamo la legge da quelle parti.
Far Cry 5 è dannatamente divertente, e ha una storia che per quanto folle intriga e tiene il giocatore ben incollato alla sedia per tutta la durata, permettendovi di arrivare alla fine un po’ come preferite, ma io ho optato per spaccare tutto a colpi di missile.
Bonus: Megaman x Legacy Collection 2
La saga di Megaman la conosco come le mie tasche, ma con la scusa delle collection ho rimesso mano ai capitoli che avevo giocato meno della saga (ovvero X5 e X6) e devo dire che i titoli di Megaman X sono davvero un piccolo gioiello di trama e giocabilità, almeno fino a che rimane in due dimensioni: il 3D anche in questo caso non ha fatto bene alla saga, ma falciare orde di nemici con la Beam Saber di Zero è davvero splendido.
Edoardo “Kalyth” Fusco
SEGA Ages: Thunder Force IV
Lo so, rischio di fare sempre la figura del vecchietto legato al retrogaming perché “si stava meglio quando si stava peggio“, ma non posso non citare Thunder Force IV per Switch come uno degli highlight di questo 2018. Non solo è il mio sparatutto a scorrimento preferito di sempre, ma fino a oggi l’unico modo lecito di giocarlo era tramite un Mega Drive con relativa cartuccia o con un Saturn giapponese con Thunder Force Collection Vol.II (auguri a recuperarne uno a meno di 200€).
Se prendiamo il capolavoro che era ai tempi e ci aggiungiamo tutte le feature di questa versione, come le molteplici opzioni a cui SEGA ci ha abituato con i suoi port/remake dei suoi classici, la possibilità di giocarci in portatilità, una modalità più abbordabile (denominata “Kids mode“) e la possibilità di sbloccare la nave di Thunder Force III con tutti i suoi power up, non vedo come ce lo si possa lasciar scappare, soprattutto se si è fan del genere.
Marvel’s Spider-Man
Tra i GOTY? Assolutamente! Perché? Perché è di tempi del primo Arkham Asylum che nessuno riesce a interpretare così bene una serie a fumetti e ad adattarla per il medium videoludico. Perché si tratta di uno dei personaggi più iconici del panorama fumettistico del mondo e perché non mi capitava di divertirmi così tanto in un open-world dedicato all’Arrampicamuri dai tempi di Ultimate Spider-Man su PS2.
Non è un gioco perfetto, ma pochi sono riusciti, prima di Insomniac, a catturare l’essenza del mio personaggio Marvel preferito, e non posso che premiare il risultato. C’è margine di miglioramento? Certo, ma una volta imparato a volteggiare per New York vi verrà voglia di rimettere mano al controller anche solo per “farvi un giro”. Una sensazione che in un open world avevo provato solo l’anno scorso con Breath of the Wild. Excelsior!
Celeste
E va bene, torno in me… Ecco un altro gioco old-style che non posso non premiare. Ma non esclusivamente in virtù della sua essenza nostalgica, quanto semmai per tutto il resto! Sì, vero, la sua veste grafica in pixel art è splendida, la colonna sonora è evocativa, e la “scalata” della nostra piccola protagonista diventa metafora della storia raccontata trasformando il gioco in qualcosa di più che un semplice platform, ma il 2018 è iniziato con il botto grazie a questo indie che fa del suo gameplay un esempio da seguire. Il suo level design sopraffino (sembra un gioco Nintendo) e le sue meccaniche lo rendono la summa di quanto il panorama indie del genere ha prodotto fino a inizio anno, rendendolo il migliore nel suo genere. Vi sono piaciute cose come Super Meat Boy e 1001 Spikes, ma anche classici come Super Mario Bros.U e Donkey Kong Country: Tropical Freeze? Allora adorerete Celeste.
Bonus: Dark Souls Remastered
Dark Souls, il primo, è stato a mio avviso il gioco migliore della scorsa generazione, e anche all’interno della serie lo reputo il più riuscito come level design e come ambientazione. Vero, Dark Souls III è migliore e questa Remastered avrebbe potuto essere fatta meglio, ma poterci giocare su Switch (nonostante i compromessi grafici) è una cosa che sognavo da tempo. Riattraversare Lordran è stato un po’ come tornare a casa, e farlo sia in modalità TV che in modalità portatile è davvero una grande possibilità. Se poi non avete mai giocato al primo capitolo della serie, e quindi questa uscita conta per voi come “gioco nuovo”, allora vi troverete di fronte a un titolo sì più duro e grezzo dei suoi seguiti, ma anche più verace e soddisfacente. Un videogioco immortale, un vero must.
Federico “Barbarossa” Spada
Sea of Thieves
Sea of Thieves è uno di quei giochi che dal retrogusto agrodolce. Nel suo caso specifico, si è partiti dal salato odore del mare aperto e della scarsità di contenuti iniziali per poi arrivare al dolcissimo piacere di avere così tante cose da fare… Da non saper dove iniziare. Con l’ultimo aggiornamento gratuito, specialmente, Sea of Thieves si popola di tutta una serie di contenuti dall’alta rigiocabilità e offre finalmente ai giocatori un succoso piatto dal quale sfamarsi a volontà.
Se avete un gruppetto fisso di lupi di mare con cui trovarvi… Questo è il gioco che vi vorrete portare su un’isola deserta!
Red Dead Redemption 2
Non saprei più cosa dire di Red Dead Redemption 2, oltre a quello che ho già scritto nella sua recensione.
Ah no, bugia: è uscito l’online. L’esperienza si fa decisamente più ritmata, per tutti coloro a cui non piaceva quella del gioco in single player. Red Dead Redemption 2 si sta sempre più confermando un buon bicchiere di rosso: il sapore sul palato è forte ma la vera nota la lascia dopo che è passato qualche secondo. Sto continuando a giocarci e, indovinate un po’… Continua a migliorare.
Dragon Ball FighterZ
Recensione – Speciale “6 mesi dopo”
Non poteva mancare un degno rappresentante di uno dei generi che più amo in assoluto. Dragon Ball FighterZ rientra in quella categoria di giochi che se un amico ti chidede: “Oh, ma una partitella te la fai?”, non importa quanto tempo sia passato dall’uscita… C’è sempre solo una risposta: “Dai, attacca che facciamo volare due schiaffi!“.
Uscito tra gennaio e febbraio, Dragon Ball FighterZ invecchia benissimo, nonostante la player base si sia chiaramente ridotta come sempre accade per giochi di questo genere. L’ho consigliato non più di qualche giorno fa ad un amico che mi chiedeva un titolo picchiaduro su Dragon Ball. FighterZ regala l’impressione di giocare al manga, se mi passate la figura retorica.
Bonus: Chronicles of Crime
Vi stupisco con gli effetti speciali per questo gioco bonus.
Chronicles of Crime è un gioco da tavolo investigativo giocabile da 2 a 4 persone, con una particolarità: durante la partita i giocatori dovranno interagire con un’app su smartphone per interrogare i sospettati, spostarsi per i vari quartieri di Londra dove i casi sono ambientati, analizzare le prove e, soprattutto, grazie al VR, investigare sulle scene del crimine. Il gioco ha scenari che verranno aggiornati anche con moduli di espansione con ambientazioni e regole aggiuntive, quindi non dovete preoccuparvi di rimanere a secco di benzina per giocare.
Se vi piace il genere o volete provare un gioco da tavolo che veramente sia diverso dal solito, Chronicles of Crime è la risposta giusta.
Francesco “Strelok” D’Emilio
Forza Horizon 4
Il terzo capitolo della serie targata Playground Games mi aveva tutto sommato soddisfatto, pur avendo alcune problematiche qua e là relativamente grosse, come ad esempio la versione PC. Forza Horizon 4 è invece uno dei porting migliori di sempre: ha introdotto un sacco di novità importanti per la serie, e prima di tutto ha un (se non IL) modello di guida più riuscito dei racing arcade degli ultimi anni. L’espansione è in uscita presto, il supporto è veramente consistente e non c’è motivo per non tornarci quasi quotidianamente a correre.
Monster Hunter: World
È stato il GOTY un po’ di tutti, ma non senza meriti e non per motivi di puro trend: Monster Hunter World è sicuramente il titolo meno ricco a livello di contenuti della serie, ma la sua resa tecnica, il gameplay, i miglioramenti nella quality of life e quant’altro lo rendono davvero una esperienza quantomeno difficilmente dimenticabile. Anche qui c’è una grande grossa espansione in arrivo, praticamente un gioco nuovo a prezzo ridotto. Sa essere tosto e fastidioso ma la soddisfazione è tanta.
Pochi giochi han realizzato bene un gameplay in cui è richiesta sia rapidità di esecuzione che materia grigia e World è senza dubbio uno di quelli.
Deep Rock Galactic
Lo metto tranquillamente tra i GOTY di quest’anno pur essendo un gioco in early access.
Deep Rock Galactic sembra tutto fuorché un gioco ad accesso anticipato, vista la incredibile pulizia del titolo in praticamente ogni aspetto: gameplay, grafica, interfaccia, level design. Il tutto è così ben amalgamato in una formula a mo di Minecraft e Left 4 Dead (sì, proprio quello). Di recente c’è stato un grosso update che ha inserito tante armi, equipaggiamento e nuovi obiettivi per voi nani spaziali. Inutile dire che in cooperativa è una follia: non ha senso che roba così divertente sia legale. Davvero.
Bonus: Sleeping Dogs
Nel corso dell’anno ho avuto modo di recuperare questa piccola perla. Il gioco ha sicuramente qualche mancanza tecnica, ma nasconde scelte di game design e gameplay davvero interessanti, come un combat system azzeccato che si sposa bene con le fasi shooting: quest’ultime non sono sicuramente il perno dell’esperienza ma sanno essere molto divertenti. La vera punta di diamante resta però il setting: la Cina di Sleeping Dogs mostra il suo mosaico di colori, triadi e criminali nel modo più naturale possibile, sfoggiando una sceneggiatura che saprà prendervi a pugni nello stomaco e non si tratterrà affatto dal farlo. Come se non bastasse, parliamo di un gioco con una soundtrack che comprende nomi come Autechre, Squarepusher e Lorn. Tanto per essere poco arroganti.
Jacopo “Ipah” Ambaglio
God of War
Sono stato scettico riguardo questo gioco fino alla fine: ho cominciato dal “Uoh! Finalmente!” al primo video dell’E3, per passare poi al “Meh, un altro Dark Souls, anche basta” per finire al “Più vedo video di sta roba più mi sembra una boiata“.
Invece no: God of War è rapido, divertente e di soulslike non ha poi così tanto come lascia intendere. Peccato solo per la trama davvero troppo tranciata in attesa dei nuovi capitoli, ma un punto iniziale davvero da bomba atomica. La bomba atomica quella giusta, non la 76.
Monster Hunter: World
Ho atteso per anni un capitolo di Monster Hunter fuori da una console portatile scomoda (dovendomi nel frattempo accontentare del comunque ottimo God Eater) e quest’anno sono stato accontentato e più che soddisfatto. Ho giusto ripreso in mano il titolo ultimamente grazie ai nuovi boss inseriti e all’annuncio di una nuova espansione per la quale ho davvero l’hype a mille, ma sono sicuro che è quel genere di eccitazione che sarà ben ripagato da Capcom.
La versione PC dava qualche problema di connessione le prime settimane, ma da quanto ho visto ultimamente si è sistemato più o meno tutto. Frustrante quanto basta, ma ripaga l’impegno: GOTY a occhi chiusi per me, ma devo ammettere che non ho ancora giocato a Red Dead Redemption 2.
Yakuza 0
Sì, ce l’ho “la Play”, ma mi sono approcciato alla serie solo grazie all’uscita PC perché ho il vizio di tenermi lontano dalla console.
Yakuza 0 è uno dei migliori sandbox da quando è stato inventato il genere e sembra essere l’unico ad aver capito cosa vuole davvero una persona che ci gioca: casino, ma con classe. Di trame magari ce ne sono di migliori, ma i personaggi la rendono divina. Detto questo, cosa ancora più importante, non ho mai visto così tante attività a caso incastrate dentro un videogioco. Ma non si tratta solo di quello: il fatto è che, ad esempio, la gestione del night club è talmente divertente che, con qualche aggiunta, potrebbe tranquillamente essere un titolo stand alone.
È su Steam, costa poco, se non lo prendete siete pazzi.
Bonus: Rise of the Tomb Raider
Avevo giocato al primo capitolo di questa nuova trilogia all’uscita, ma mi sono buttato su questo solo quest’anno, in un periodo di magra. Non gli davo una lira, seriamente, ma mi sono trovato davanti un titolo che mi ha intrattenuto davvero bene e non mi ha mai annoiato fino alla fine.
Giocherò il capitolo di quest’anno con piacere appena ho un momento libero, ma le mie aspettative abbastanza buone. Sono abbastanza stupito: generalmente ho sempre mal sopportato Tomb Raider. Anzi: è una saga che ho sempre odiato. Sto invecchiando.
Luca “GamerDex” Mandara
Marvel’s Spider-Man
Spider-Man è l’action perfetto. Ottimo equilibrio tra gameplay e narrazione, storia originale che si discosta sia dall’universo fumettistico che da quello cinematografico ma che strizza l’occhio ad entrambi, rispettando i personaggi diventati ormai vere e proprie icone. Gameplay ben bilanciato che offre il giusto grado di sfida per chi lo cerca, mantenendosi divertente e mai frustrante. Longevità più che adeguata con un ottima varietà di missioni secondarie e collezionabili che invogliano realmente il giocatore a restare incollato al titolo Insomniac.
Detroit: Become Human
Dapprima è l’incedibile grafica a catturare l’attenzione, e poi immediatamente arriva la splendida storia a colpirci in pieno petto con tematiche attuali, riportate in un futuro che ci riporta alla mente autori come Asimov o Philip K Dick, in un titolo che narrativamente spicca tra tutti, come spesso accade quando si parla di David Cage e della sua Quantic Dreams. Detroit, più che un gioco, è un esperienza interattiva che regala sensazioni davvero forti e sa emozionare come pochi altri videogiochi.
Monster Hunter: World
L’esempio di come può e deve essere un action-rpg multilayer online. Monster Hunter ha un potere ammaliante nei confronti di chi lo gioca. Il gameplay è divertente e non stanca mai, andando avanti il livello di abilità del giocatore cresce di pari passo con il livello di sfida del gioco, che continua ad intrattenere ancora oggi con aggiornamenti sempre corposi rilasciati gratuitamente.
E a distanza di un anno viene annunciata un espansione che regalerà a questo titolo e ai suoi giocatori una nuova primavera fatta di altre centinania di ore di intrattenimento. Brava Capcom, la formula è più che riuscita.
Bonus: Nier: Automata
Nier: Automata non è semplicemente un gioco action: è un’esperienza che va fatta nella vita, punto.
Il gameplay action based è la punta di diamante di Platinum Games, software house ormai esperta in questo genere di giochi che ha prodotto il titolo per conto di Square Enix. Questo videogioco diverte e intrattiene come pochi altri al mondo, regalando il giusto grado di sfida (per chi lo vuole) ma mantenendo una semplicità di fondo che lo rende da subito immediato nell’esecuzione di splendide combo che offrono una spettacolarità sempre appagante per il giocatore.
Contribuisce all’appagamento anche il character design che non disdegna il fanservice, anzi ne diventa portabandiera nel momento in cui Yoko Taro, director del titolo, ammette che “L’ho fatto così perché a me piaceva così”. A tutto questo aggiungiamo una storia meravigliosa raccontata con una delicatezza e un emozione, uniche nel loro genere. Il tutto accompagnato da una colonna sonora tra le più belle che si siano mai sentite in campo videoludico.
Nier: Automata come dicevo è un esperienza, un regalo che dobbiamo a noi stessi.
Luigi Briganti
Forum Trajanum
L’ultimo titolo di Stefan Feld è un tipico “Stefan Feld”.
Forum Trajanum, edito da DaVinci, catapulta i giocatori nella Roma Imperiale e li farà sfidare nel corso di tre epoche nel tentativo di contribuire maggiormente alla gloria di Roma, costruendo i Fori Imperiali e partecipando all’erezione della Colonna Traiana. La meccanica di base prevede di prelevare dei tasselli dalla propria plancia che raffigura un castrum romano e posizionarli, tramite le varie azioni a disposizione, o nelle corporazioni della propria città, oppure come messaggeri nel Foro (cioè il tabellone di gioco).
Tramite diversi tracciati, i giocatori faranno incetta di punti vittoria e, alla fine della partita, colui che ne avrà totalizzati il maggior numero sarà il vincitore.
Welcome To
Inserito nel filone ormai di moda dei roll and write, in Welcome To (Fever Games) i giocatori saranno degli urbanisti in competizione per la realizzazione del quartiere residenziale più “in” della città. Ad ogni turno si gireranno tre carte da altrettanti mazzetti e si dovrà scrivere uno dei tre numeri civici così rivelati in una delle tre righe a disposizione sulla propria “mappa della città”. In aggiunta, il retro delle carte del turno precedente mostra delle azioni che i giocatori possono fare e che migliorano la casa che hanno appena costruito.
Alla fine della partita – ovvero quando almeno un giocatore non avrà più spazi da riempire sulla propria mappa – si andranno a contare i punti per tutte le combinazioni di case costruite, insieme agli obiettivi realizzati. Chi ne ha il maggior numero sarà il vincitore.
Architetti dei Regni Occidentali
Figlio di un Kickstarter di notevole successo, Architetti dei Regni Occidentali ha fatto il suo debutto sul mercato italiano nella scorsa Lucca Comics & Games. Anche qui, i giocatori saranno architetti chiamati a contribuire alla gloria del regno o espandendolo con nuovi edifici, o aiutando il re a costruire la Cattedrale. Ad ogni turno, ciascun giocatore deve piazzare un lavoratore dalla sua plancia sul tabellone di gioco in una delle aree a disposizione e fare tante azioni per ogni lavoratore del proprio colore già presente su quell’area. Le aree del tabellone consentono di raccogliere risorse o monete, oppure prendere nuovi progetti di costruzione o reclutare assistenti. In più, è possibile – visitando la piazza cittadina – catturare le pedine degli avversari, che poi possono essere mandate in prigione per ottenere ulteriori monete.
Gioco dalla forte impronta competitiva e strategica, Architetti – edito sempre da Fever Games – consente anche una modalità in solitario, grazie ad un’intelligenza artificiale che farà da sparring partner e ci metterà in difficoltà.
Bonus: Havana
Havana è un titolo che ha i suoi anni, ma che merita senz’altro un posto nell’Olimpo dei classici. Si tratta di un gestionale in cui i giocatori saranno investitori stranieri chiamati a costruire la capitale di Cuba in seguito all’instaurazione del regime di Batista. Durante il proprio turno, i giocatori dovranno giocare due carte dalla propria mano e ordinarle per valore (dal più basso al più alto) ed eseguire in quell’ordine le azioni relative. Le azioni consentiranno di reperire risorse o monete o di rubarle agli avversari o ancora – fulcro del gioco – costruire gli edifici tra quelli a disposizione sul tavolo. Quando almeno uno dei giocatori ha costruito almeno 11 edifici, il gioco termina e si contano i punti scritti su ciascun edificio costruito.
Havana è edito da Stupor Mundi e oggi è quasi introvabile.
Micheal “Aymeric” Maneia
Monster Hunter: World
Tra le migliorie alla Quality of Life, le aree senza caricamenti tra una zona e l’altra, nuovi mostri e, finalmente, una trama, Monster Hunter: World ha conquistato il mio cuore sin dal day one. Certo, ha le sue pecche: il post game è meno profondo delle versioni Ultimate a cui noi europei eravamo abituati, ma i costanti aggiornamenti (e l’annuncio di un’espansione in arrivo il prossimo autunno, equivalente appunto ad una Ultimate) son riusciti a tenere vivo il mio amore per la caccia. Complimenti Capcom, per una volta ne hai fatta una giusta.
The Messenger
Ninja Gaiden è stato uno dei primi “muri” che ho superato sul NES, quindi è palese che un gioco come The Messenger mi riportasse indietro di anni (il che fa ridere se si pensa alla meccanica portante del gioco). L’approccio action vecchio stile che improvvisamente muta in metroidvania e il suo stile artistico ispirato, assieme alla colonna sonora assurdamente bella fanno guadagnare al gioco canadese il suo posto tra i miei GOTY 2018.
Super Smash Bros. Ultimate
Enorme, divertente, stupendo da vedere e da giocare. Smash Ultimate è nelle mie mani da poco più di 3 giorni e comunque si è ritagliato un suo spazio nella mia classifica dei migliori giochi del 2018. Certo, non sarò il miglior giocatore sulla piazza (anzi faccio discretamente schifo), ma tra le scampagnate nella modalità avventura e le mischie contro i colleghi in pausa pranzo, il brawler di Nintendo ormai occupa gran parte del mio (risicato) tempo di gioco. Poi, oh, arriverà Joker nel roster, come si fa a non amare Sakurai?
Bonus: Final Fantasy XIV: Stormblood
Lo so, sono noioso, ancora FFXIV… Considerando però che ci stiamo avvicinando alla conclusione del ciclo di vita della seconda espansione, con in arrivo una terza, Shadowbringers, durante la prossima estate e grazie agli avvenimenti del tutto inaspettati accaduti di recente nella trama principale, FFXIV impera sulla mie serate. Non c’è giorno in cui non ci giochi almeno un’ora con il mio party fisso di amici, cosa che non mi succede dal 2005 con World of Warcraft.
Keep on going, Yoshi-P, che stai facendo un ottimo lavoro.
Riccardo “RickyAll” Allegretti
Hitman 2
Era da tempo che non vestivo l’elegante abito da sera dell’Agente 47 e debbo ammettere che mi era mancato un titolo stealth degno di questo nome. Ogni livello di Hitman 2 è puro capolavoro di level design: curato in ogni minimo dettaglio e ripieno di metodi curiosi e stravaganti per uccidere le nostre prede.
Hitman 2 premia la creatività del giocatore in ogni suo aspetto. Un vero e proprio must per gli amanti dello stealth. E finalmente niente più release episodica, grazie al cielo.
“I promise: once I’m done, you won’t feel a thing.”
Agent 47
Pillars of Eternity 2: Deadfire
Recensione – DLC 1 – DLC 2 – DLC 3
Ho parlato estensivamente di Pillars of Eternity 2: Deadfire in svariati articoli (abbiamo anche intervistato gli sviluppatori del gioco) e non dovrebbe essere un segreto per voi che è uno dei titoli che più ho apprezzato nel corso del 2018. Purtroppo tra uno scarso marketing, l’effetto more of the same e alcune incertezze tecniche al lancio pare abbiano minato le vendite di un titolo che, altrimenti, risulta essere estremamente valido.
Nonostante ciò, Obsidian si è impegnata a supportare il titolo fino alla fine, portando a termine i tre DLC promessi ai propri fan, a differenza di altre software house. Sì, sono ancora arrabbiato per Mass Effect: Andromeda e il suo DLC scomparso. Molto arrabbiato.
“All people of all nations, together in celebration of a new life. That was the power of lost Ukaizo.”
Eothas
Thronebreaker: The Witcher Tales
Non pensavo avrei mai inserito un gioco di carte in un GOTY, ma CD Project RED mi ha fatto ricredere.
Thronebreaker è un RPG a tutti gli effetti, con alcune meccaniche prese dai giochi di carte, non il contrario. Una storia profonda, evocativa ed estremamente ben inserita in tutto il contesto del lore di The Witcher, condita dalle solide meccaniche del Gwent riviste per un titolo single player. Esecuzione magistrale di un compito apparentemente impossibile: trascinare i fan degli RPG in un gioco di carte.
Well Played, CD Project Red.
“Mother? I will never betray you.”
VIllem
Bonus: Divinity: Original Sin 2
Il miglior RPG isometrico mai realizzato, punto.
L’ultimo nato di casa Larian Studios ha un livello di dettagli tale da sembrare un gioco tripla A. Divinity: Original Sin 2 dona un senso di libertà esplorativa, immaginativa e creativa al giocatore, in quanto lo rende in grado di affrontare quest, crescita del personaggio, esplorazione come più gli piace. Niente classi, niente personaggi essenziali, niente di niente. Solo il giocatore e le conseguenze delle sue azioni. Ciliegina sulla torta è il combat system, con la sua iconica gestione dei terreni.
Estremamente consigliato anche per la sua componente multiplayer fino a 4 giocatori, più eventuale Game Master per la modalità dedicata.
“I have plans for you, Child. Rise!”
Mysterious Voice
Riccardo Trillocco
Red Dead Redemption II
Il 2010 per me fu un anno magico: i primi sei mesi furono contraddistinti dalla cavalcata dell’Inter verso il triplete, mentre la seconda metà la trascorsi godendomi l’epico percorso di redenzione di John Marston in quello che, perlomeno fino al 26 ottobre 2018, consideravo il più bel videogioco mai realizzato. La magia però è effimera per definizione: l’Inter non ha più alzato trofei e Rockstar Games ha dato alle stampe il solo GTA V che, seppur mi abbia divertito moltissimo, non è stato capace di coinvolgermi alla pari dell’amara epopea western narrata in Red Dead Redemption.
L’annuncio del seguito mi aveva sì entusiasmato ma, come sempre quando viene toccata un’opera che abbiamo amato, temevo che lo spirito e il mood del primo capitolo potessero venire meno e che i toni avrebbero potuto alleggerirsi, un po’ com’era avvenuto nel passaggio dal quarto capitolo di GTA al quinto. Per fortuna non è stato così: Rockstar ha semplicemente preso Red Dead Redemption e lo ha migliorato sotto ogni aspetto. Tecnicamente e artisticamente non ha eguali, dopo decine e decine di ore di gioco ancora rimango basito di fronte ad alcuni scorci, mentre le animazioni, grazie all’Euphoria Engine, sono incredibili. La storia è di un respiro e di una profondità persino superiori rispetto a quella narrata nel primo capitolo e il protagonista, Arthur Morgan, è altrettanto carismatico.
Più che un videogioco, Red Dead Redemption II è una seconda vita, tanta è la capacità di coinvolgimento di questo open world da non avere termini di paragone nell’attuale panorama videoludico. Un kolossal inavvicinabile per qualsiasi software house che non si chiami Rockstar Games, che merita di essere giocato e amato da chiunque.
God of War
Prendere un franchise come God of War, amatissimo e con un’utenza hardcore piuttosto restia ai cambiamenti, reimmaginarlo dalle fondamenta stravolgendone gameplay, ambientazione e persino protagonista: una sfida durissima, che avrebbe provato chiunque. Cory Barlog l’ha fatta sua, dedicandole cinque anni della sua vita, ma il risultato finale lo ha ripagato per ogni sacrificio compiuto. Il viaggio di Kratos e Atreus attraverso i regni della mitologia nordica è una nuova partenza, un passaggio di testimone, un racconto di formazione indimenticabile, oltre ad essere un grandissimo videogioco nella più pura accezione del termine.
Incentrato interamente sul rapporto padre-figlio, il cammino di Kratos e Atreus fino alla sommità della montagna più alta di Midgard è scandito da colpi di scena, dialoghi indimenticabili, personaggi carismatici (Brok e Sindri su tutti) e una realizzazione tecnica curata in ogni più piccolo dettaglio. Non solo, il sistema di combattimento e gli enigmi sono divertenti, appaganti, bilanciati alla perfezione e, cosa non affatto scontata, coerenti con i precedenti episodi, nonostante siano stati completamente stravolti a causa del passaggio dalle inquadrature a telecamera fissa alla seconda persona. Persino l’endgame riserva sorprese e mantiene incollati allo schermo, grazie anche a un labirinto a generazione procedurale di bloodborniana memoria.
God of War è il miglior action di questa generazione e un capolavoro che verrà ricordato negli anni a venire.
Astro Bot Rescue Mission
Il 2018 è stato un anno magnifico anche per quanto riguarda la realtà virtuale, costellato da grandissime uscite: Pixel Ripped 1989, The Persistence, Tetris Effect, Beat Saber, Transference, Déraciné, Moss; titoli eccellenti che abbracciano ogni tipologia di videogioco e che testimoniano l’ottimo stato di salute di una tecnologia troppo spesso sottovalutata. Tra le gemme distribuite nell’anno che ci accingiamo a salutare però ce n’è una dal bagliore più luminoso delle altre: Astro Bot Rescue Mission. Un platform tra i migliori mai sviluppati, per realizzazione tecnica, carisma dei personaggi, level design, colonna sonora, rigiocabilità, innovazione.
ASOBI! Team e SIE Japan Studio hanno svolto un lavoro magnifico, realizzando un gioco adatto a tutti, divertentissimo, che regala gioia e sorrisi a profusione, come solo i migliori esponenti del genere hanno saputo fare, dal luglio 1981 in poi.
Se siete possessori di PS VR non avete scuse: dovete giocarlo, è il miglior gioco disponibile per la periferica Sony in assoluto, nonché uno dei migliori titoli dell’intera softeca PlayStation. Se ancora non avete fatto il grande salto invece, Astro Bot Rescue Mission rappresenta un motivo validissimo per compierlo.
Bonus: Tacoma
Nonostante avessi apprezzato tantissimo Gone Home, che ritengo uno dei migliori esempi di storytelling in assoluto, a prescindere dal medium di appartenenza, non ho avuto modo di giocare l’opera seconda di Fullbright fino allo scorso giugno, quando è approdata su PS4. Inutile dire che le mie aspettative erano altissime, visto anche il setting sci-fi, genere che apprezzo in modo particolare. Per fortuna la scrittura magistrale di Steve Gaynor, il talento e l’estro di Karla Zimonja, l’abilità di Kate Craig nel modellare location 3D e l’encomiabile lavoro di voice acting svolto da Sarah Grayson e dal resto del cast hanno fatto sì che non solo Tacoma rappresentasse il degno epigono di Gone Home, ma che ne fosse la naturale evoluzione.
Introducendo un quarto strato narrativo, rappresentato dai diari in realtà aumentata reperibili durante l’esplorazione, l’opera Fullbright riesce a raccontare una storia profonda ed emozionante innovando al tempo stesso il mezzo videogioco, elevandolo a veicolo ideale per chiunque voglia intraprendere il meraviglioso mestiere di scrittore.
Fatevi un favore e salite a bordo della stazione di trasferta lunare Tacoma, sarà un viaggio che non dimenticherete facilmente.
Ruka
Red Dead Redemption 2
Chi mi conosce avrà previsto da tempo questa mia scelta per i GOTY di Pixel: dopo aver ammorbato i miei contatti Facebook per un mese intero attraverso una spasmodica condivisione di screenshot in grado di sviluppare la fobia del #PS4share nelle persone, il secondo disco di gioco è ancora ospite desiderato della mia console, complice l’avvento di Red Dead Online che promette di portare via tante notti insonni ai giocatori.
Stiamo pur sempre parlando di un titolo mastodontico su cui da parte mia non è necessario dilungarsi oltre quanto già ampiamente illustrato nella nostra recensione, opportunamente corredata dello speciale dedicato al capolavoro Rockstar.
GRIS
Come definito da un mio caro amico, GRIS è nientepopodimeno che “una seduta dallo psichiatra vista dall’interno del paziente“: un prodotto dalla durata striminzita che, nelle sue 3 ore necessarie al completamento, vi guiderà attraverso l’inferno creato dalla stessa protagonista, in quello che vuole essere un inno alla crescita psicologica della ragazza. E magari anche del videogiocatore.
Yakuza Kiwami 2
Remake del fantastico secondo capitolo della serie, Kiwami 2 rimescola le carte in tavola riproponendo il gioco che anni fa fece innamorare molti del brand: una fantastica campagna principale dalla durata di circa 30 ore e la solita miriade di attività secondarie sono gli elementi di cui il titolo si fregia, ora ricreato in una versione migliorata di quel Dragon Engine che ha dato i natali a Yakuza 6.
Un must per chi vuole proseguire con le avventure di Kazuma Kiryu dopo essersi sbafato gli ottimi Zero e Kiwami.
Bonus: Red Dead Redemption
Data la natura di prequel del novello di casa Rockstar, è pressoché inevitabile consigliarvi di giocare anche il magnifico primo capitolo, non importa in quale ordine. Certo, qualora decideste di giocarci dopo RDR2, il “backflip tecnico” sarebbe non indifferente, andando forse a minare la godibilità dell’opera.
Tuttavia se fate parte della cerchia di quelli a cui non importa sacrificare la componente audiovisiva pur di giocare, tuffatevici senza pensarci due volte: il vecchio west è bello in ogni sua trasposizione.
Samuel “Rednek” Castagnetti
Football Manager 2019
Per chi ama i manageriali sportivi, Football Manager 2019 è sicuramente un must, per tutti gli altri è probabilmente un incubo. A mio parere l’ultimo capitolo della serie risolve alcuni problemi riscontrati in passato, e ne sottolinea di nuovi.
Ci sono delle certezze però: non è il capitolo più accessibile della serie. I nuovi utenti di certo si troveranno di fronte a nuove importanti moli gestionali introdotte dalle novità di quest’anno, come il nuovo sistema di allenamento. In contrapposizione, sempre per quanto mi riguarda, probabilmente il gioco si trova nel momento migliore degli ultimi anni.
Monster Hunter: World
Avendo giocato in maniera esaustiva sia alla versione PC che a quella console, mi sento di dire che Monster Hunter World è probabilmente il mio gioco dell’anno. Ovviamente poteva essere meglio, soprattutto la versione PC, ma per il titolo che ha finalmente estratto dalle portatili la serie per incastonarla in uno schermo degno del suo nome, direi che ci si può largamente accontentare. I contenuti non sono infiniti, ma il supporto post lancio ha aggiunto e continua ad aggiungere DLC gratuiti che di certo non guastano. Il gioco brilla a livello gameplay ed i mostri, sia nuovi che vecchi, sono realizzati in maniera davvero pregevole.
Insomma: una scelta solida per uno dei giochi che mi hanno convinto di più in questi 365 giorni.
Hitman 2
È più di un decennio che Hitman dispensa lezioni di stealth all’industria e, con l’ultimo capitolo, lo fa ancora. Seppur condividendo praticamente tutto con l’uscita precedente nella serie, Hitman 2 è un more of the same che a me fa solo piacere giocare. Le story mission e la flessibilità dell’ambientazione sono il punto cardine del titolo, e rendono ogni missione diversa ogni volta che la si gioca. Il videogame è effettivamente un parco giochi per il giocatore, il quale è chiamato a scoprire e a provare nuovi modi di eliminare i propri bersagli. Il gioco non perde le caratteristiche storiche e ne incorpora di nuove come appunto già visto nella campagna del capitolo precedente e in Patient Zero, creando una formula vincente soprattutto considerati i contratti online.
Una scelta sicura per chi ha apprezzato la serie come me.
Bonus: Tom Clancy’s Rainbow Six Siege
Un gioco che personalmente ho recuperato all’inizio di quest’anno, e mi ha accompagnato nei momenti di assenza di altri titoli interessanti da giocare. È innegabile che il lavoro di Ubisoft nel recuperare il titolo dopo un inizio zoppicante è stato più che incredibile. La trasformazione infatti mi fa dire che è probabilmente il miglior shooter sul mercato. Sicuramente non è un FPS frenetico e pieno d’azione, ma la preparazione, la tattica e i riflessi sono il suo selling point, sottolineando che se sei più bravo, probabilmente verrai premiato. Il titolo non ha ancora limato tutti i suoi problemi, ma con Operation Health l’anno scorso e con la correzione del sistema di mira di quest’anno, il grosso è stato sistemato.
Consigliatissimo a chi apprezza gli shooter tattici o gli shooter in generale.
Sara Porello
The Red Strings Club
È stato uno dei primi giochi che ho provato in questo 2018, eppure non ho avuto dubbi: dopo poche ore di gioco, ho saputo che sarebbe stato uno dei miei GOTY! I titoli che ho giocato successivamente hanno poi confermato questa prima impressione: The Red Strings Club, per me, è davvero uno dei titoli migliori di quest’anno, anzi, uno dei giochi migliori di sempre. La storia poetica in un setting cyberpunk fa tanto Blade Runner, mentre la grafica rétro ricorda i bei giochi di una volta. Poca azione, tanta storia: se, come me, amate le avventure narrative, non potete non giocarlo. Un piccolo, breve capolavoro di filosofia cyberpunk.
Moonlighter
Ma quanto è carina questa action adventure? Tanto: Moonlighter mi ha riportato ai tempi felici della mia infanzia, quando giocavo a Zelda e a Pokémon Argento sul Game Boy Color. Divertente, veloce, vario, questo gioco mi ha tenuto compagnia per tante ore: non mi stancavo mai di esplorare i dungeon, gestire il mio negozio e migliorare il mio equipaggiamento. Meccaniche ben congegnate, storia e dialoghi ben scritti, comparto tecnico ben curato: una vera chicca in salsa fantasy, con tanto di spruzzata sci-fi sul finale, che di sicuro non vi deluderà se amate il genere.
11-11 Memories Retold
Nel centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, Memories Retold ci dimostra che certe storie, e i sentimenti che portano con sé, sono universali e sempre attuali. La narrazione di questo gioco è talmente vivida e poetica da far passare in secondo piano qualche incertezza tecnica e grafica. Un indie solo in apparenza, dal momento che il progetto di Bandai Namco comprende un cast di eccezione, tra cui spiccano Elijah Wood e Sebastian Koch come doppiatori dei due protagonisti: due uomini simili, due soldati su fronti opposti, le cui vite si intrecceranno nella maniera più inaspettata e tragica… consentendo loro, in ultimo, di salvare la propria umanità.
Da far giocare nelle scuole.
Bonus: World of Final Fantasy
Tutta la magia di Final Fantasy e tutto il divertimento dei monster collector à la Pokémon, in un unico gioco. World of Final Fantasy è un’avventura colorata, spensierata, a tratti bizzarra. Un’infinità di mostriciattoli pucciosissimi, i più iconici personaggi della saga targata Square Enix (ma in versione chibi), due protagonisti litigarelli, umorismo à gogo e una localizzazione tra le migliori che si possano realizzare. Il gioco è lungo, ma non preoccupatevi se non avete tempo per finirlo: potete tranquillamente lasciarlo per un po’, riprenderlo quando ne avete voglia e completare la vostra collezione di adorabili Miraggi. Final Fantasy, del resto, non delude mai.
Conclusioni: Buon Anno!
E con questa carrellata di nomination si conclude l’avventura di Pixel Flood per il 2018. Siamo stati felici di accompagnarvi per tutto l’anno che si appresta alla sua conclusione e vi (e ci) auguriamo quanto di meglio per l’anno a venire.
Abbiamo in serbo per voi diverse sorprese per il 2019 e non vediamo l’ora di mostrarvele. Fino ad allora, vi salutiamo con la classifica definitiva dei GOTY 2018 per numero di nomination.
Grazie a tutti voi e Buon Anno!