Pubblicato il 09/01/19 da Neko Polpo

Pillars of Eternity II: Deadfire – The Forgotten Sanctum DLC

Deboli sussurri di una storia dimenticata... fino ad ora.
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Introduzione: non c’è due senza tre

Cari Osservatori, debbo ammettere che… ne abbiamo fatta di strada. Abbiamo solcato i mari all’inseguimento della colossale forma materiale di un Dio Ribelle, abbiamo camminato nel gelido paesaggio artico, territorio della letale Bestia d’Inverno, per poi affrontare sfide che hanno messo a dura prova il nostro istinto, il tutto sotto gli occhi vigili dal Patrono della Caccia.
In questa eterna diatriba tra kith e dèi siamo stati continuamente chiamati a patteggiare per uno dei due schieramenti, trovandoci così nella situazione di essere il proverbiale ago della bilancia per quanto concerne il futuro di Eora.

Nonostante le nostre già innumerevoli peripezie, siamo chiamati ancora una volta all’azione, ovviamente a causa delle macchinazioni di un dio: Wael, signore dei segreti e dei misteri, ha lasciato una grossa eredità fra le isole dell’Arcipelago di Mortafiamma. Per la precisione, un’eredità dalle proporzioni gargantuesche e dall’anatomia aberrante.

Buona fortuna Osservatori: The Forgotten Sanctum vi attenda a braccia aperte. O a tentacoli aperti. Questione di punti di vista.

Uno degli dei di Pillars of Eternity 2, Wael.
C’è sempre perennemente un dio di mezzo. Sempre!

Trama: un dungeon per domarli…

The Forgotten Sanctum è il terzo e ultimo DLC previsto per Pillars of Eternity 2: Deadfire e, come tradizione oramai consolidata per il gioco made in Obsidian Entertainment, è pesantemente incentrato su uno degli dèi che compongono il pantheon Eoriano. In questa istanza ci occupereno di Wael, il quale ha ben pensato di… nascondere il suo vecchio corpo materiale in un’isola in Deadfire, all’interno di un tempio costruito in suo onore il quale, ovviamente, funge anche da immensa libreria per i segreti più oscuri dell’intero pianeta.

Purtroppo, un membro del Circolo degli Arcimaghi, la amaua Maura, specializzata proprio in magia tentacolare (coincidenze?), ha scoperto questo luogo di perdizione e ha ben deciso di tentare di rianimare l’antico corpo per chissà quale scopo. Verremo dunque contattati da Llengrath, altro membro del Circolo, che ci chiederà di risolvere la situazione in qualità di Osservatore e Araldo di Berath. All’interno della struttura troveremo in egual misura segreti innominabili, follia a palate e (ovviamente) tentacoli alti svariati metri, tutti elementi che renderanno l’esplorazione del Santuario Proibito più… piccante.

Oltre alla location, dalle tinte spiccatamente lovecraftiane, grande enfasi è posta sulle scelte etiche del giocatore, il quale si troverà spesso davanti a un bivio morale nella maggior parte delle missioni che affronterà. Qui interverranno spesso e volentieri i due nostri accompagnatori in questa avventura nei meandri del Forgotten Sanctum: la metodica Llengrath e l’imprevedibile Tayn, entrambi Arcimaghi ma dalle personalità diametralmente opposte. Nonostante i loro battibecchi possano risultare simpatici di primo acchito, purtroppo alla lunga prevale un certo senso di inadeguatezza al contesto di un gioco come Pillars of Eternity, che fa della scrittura uno dei suoi punti di forza: sia Llengrath che Tayn hanno atteggiamenti fin troppo caricaturali, con una costante estremizzazione dei loro elementi caratteriali. Un po’ stucchevole, se debbo essere sincero.

Ultimo elemento degno di nota di The Forgotten Sanctum per quanto concerne la narrazione è il fatto che, nonostante anche in quest’ultima espansione manchi un nuovo membro del party come già successo in Seeker, Slayer, Survivor, la casa di sviluppo statunitense si è impegnata nel dare più profondità ai sidekick preesistenti (come ci fu promesso nel corso della nostra intervista), in particolar modo Fassina, maga apprendista di Arkemyr, altro membro del Circolo degli Arcimaghi.

Oracolo di Wael che dialoga col party
Che adorabile oracolo tentacoloso.

Novità del DLC: armi, incantesimi e piacevoli sorprese

The Forgotten Sanctum è pensato per un party late-game (ergo dal livello 18 in su) e offre di conseguenza una serie di combattimenti impegnativi per il giocatore medio, in particolare a difficoltà Veterano. Abituatomi al livello di difficoltà generale relativamente basso del titolo made in Obsidian, ho affrontato le prime battaglie del contenuto scaricabile con estrema leggerezza. Dopo il secondo party wipe, ho cominciato a prendere la situazione sul serio, godendomi ogni singolo combattimento proposto da questo contenuto scaricabile… a volte è facile dimenticarsi che, nonostante la narrazione sia importante in un RPG, un sistema di combattimento in grado di mettere sempre sotto scacco il giocatore è altrettanto importante. Brava Obsidian.

Continuando sulla scia dei pro, ho piacevolmente notato come il DLC sia estremamente ben integrato con gli eventi della trama principale; a tal punto che vedremo numerosi collegamenti diretti con subquest già affrontate e, addirittura, la possibilità di influenzare direttamente la main quest attraverso le nostre azioni nel Forgotten Sanctum: lascio a voi il piacere di scoprire come.
Ovviamente, The Forgotten Sanctum introduce nuove armi, nuovi oggetti magici con svariati effetti e, ciliegina sulla torta per gli Osservatori dediti agli studi arcani, un nuovo incantesimo, che verrà creato davanti ai nostri occhi e lanciato per la prima volta come epilogo di una quest secondaria.

Fra i contro vi è, purtroppo, la longevità: ho completato l’interezza del DLC, composto da un dungeon su più livelli, in poco più di 8 ore: se paragonato al mio playthrough di Beast of Winter è durato meno della metà. Dubito fortemente che riesca a durare più di 10 ore anche nelle mani di giocatori inesperti.

I combattimenti sono decisamente impegnativi, anche grazie a meccaniche uniche e all’aggiustamento della difficoltà Veterano.

Conclusioni: arrivederci, Deadfire

Con questa recensione, si chiude il ciclo dei DLC per Pillars of Eternity II: Deadfire. Un titolo dalle eccellenti qualità, ma piagato da una sequela di problemi tecnici durante la finestra di lancio che ne hanno minato il successo commerciale. Nonostante ciò, a differenza di altre software house, Obsidian ha continuato a rifinire e sistemare la sua ultima fatica instancabilmente, introducendo nuove funzionalità, sistemando bug, creando DLC.

Vi basti pensare che l’update pubblicato contestualmente alla release di The Forgotten Sanctum, la patch 4.0, ha introdotto una nuova sottoclasse per ognuna delle 12 classi presenti nel gioco, oltre a due nuovi Megaboss: Sigilmaster Auranic ed il colossale Dorudugan. Update di queste dimensioni non sono una novità: a ogni major release (2.0, 3.0, 4.0) Pillars of Eternity ha ricevuto nuovi elementi di gioco. Un tale livello di supporto per un titolo di questo genere è invidiabile. Da applausi.

Nonostante credo che The Forgotten Sanctum non riesca a raggiungere i livelli di Beast of Winter, a oggi la mia espansione preferita per Pillars of Eternity II, ve ne consiglio comunque l’acquisto. Obsidian è una software house che merita il nostro supporto, nella speranza che continui ad avere la stessa cura dei particolari che ha dimostrato in questo gioco anche sotto la nuova gestione Microsoft.

Hasta la Vista, Osservatori; ci rivediamo in altri mondi.

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  • Livello di difficoltà ben tarato
  • Elementi di lore interessanti

 

  • NPC troppo stereotipati
  • Longevità breve

Segreti

Follia

Tentacoli

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