Pubblicato il 12/12/18 da Neko Polpo

Thronebreaker: The Witcher Tales

Quando le carte incontrano il GDR
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Introduzione: un fulmine a ciel sereno

Thronebreaker: The Witcher Tales, sviluppato da CD Project RED, è un gioco di carte sviluppato come modalità single player standalone per Gwent: The Witcher Card Game ed ambientato nel mondo reso celebre dalle gesta di Geralt di Rivia. Per quanto il limitarmi alla fredda definizione che avete appena letto mi renderebbe infinitamente più semplice l’arduo obiettivo del recensire questo videogame, purtroppo non posso e non voglio farlo, in quanto non gli renderebbe giustizia.

Questo titolo è unico nel suo genere: accorpa in se elementi tipici dei giochi di ruolo, come la narrazione, i dialoghi a scelta multipla e la modalità di esplorazione, ma il suo scheletro è quello di un gioco di carte, con tanto di deck building, carte uniche e quant’altro. Un connubio tanto singolare quanto ben realizzato: Thronebreaker riesce infatti ad elevare il genere a nuove altezze, impreziosendolo con una trama di primo ordine e donandogli una profondità che, personalmente parlando, non ho mai visto prima in un card game.

Prima di argomentare riguardo il perché io ritenga Thronebreaker: The Witcher Tales un eccellente videogioco, mi sento in dovere di informarvi del mio background, sia verso i giochi di carte in generale che verso l’ambientazione a cui appartiene il nostro Strigo preferito: in breve, non ho mai digerito i card games ma adoro tutto ciò che riguarda The Witcher e dintorni.
Fortunatamente per il mio portafogli, infatti, durante la mia gioventù sono riuscito ad evitare di sviluppare dipendenza dai vari TCG popolari all’epoca, nominalmente Magic: The Gathering e Pokémon TCG. Dopo aver brevemente transitato verso i videogames per PlayStation Portable di Yu-Gi-Oh! e, più di recente, su Heartstone, dubitavo fortemente che ci sarebbe stato un gioco di carte in grado di tenermi appiccicato allo schermo per più di una decina di ore, prima di finire inevitabilmente nel cestino.

Evidentemente non ci ho pensato solo io, ma anche CD Project Red: Gwent fatica a decollare e, verosimilmente, la casa di sviluppo polacca ha tentato di utilizzare Thronebreaker: The Witcher Tales come una gigantesca operazione di marketing per accalappiare fan della saga RPG ed inserirli nel circuito dei giochi di carte. Che dire: cara CD Project, col sottoscritto hai vinto a mani basse. Magari tutte le campagne di marketing fossero belle come Thronebreaker.

Fatte le dovute premesse, è tempo di addestrarsi nell’analisi dell’ultima creatura targata CD Project RED.

Schermata di gioco durante un combattimento, rappresentato da una partita a Gwent.
It’s Time to D-D-D-D DUEL!

Trama: l’Impero colpisce ancora

Thronebreaker: The Witcher Tales narra le gesta di Meve, regina di Lyria e Rivia, il cui trono viene usurpato in una congiura ordita dalle alte cariche nobiliari del regno per farla abdicare forzatamente a favore del figlio Willem, il quale decide di trattare con l’Impero Nilfgaardiano che si prepara in un invasione di massa dei Regni del Nord, passata alla storia come Seconda Guerra Nilfgaardiana. La regina, dopo essere stata imprigionata, riesce rocambolescamente a fuggire dalla prigione in cui è stata rinchiusa, grazie all’aiuto del conte Reynard Odo e del criminale Gascon, conosciuto come il Duca dei Cani. La regina, alla guida di un manipolo di soldati disperati e criminali di bassa leva, vagherà per i reami del nord alla ricerca di potenziali alleati, il tutto durante la massiccia invasione in atto da parte dell’Impero.

La trama di Thronebreaker è indubbiamente uno degli elementi cruciali di questo titolo, principalmente per due ragioni: in primis, per le scelte narrative proposte, le quali ci metteranno davanti continuamente a dilemmi morali, tradimenti e aiuti inaspettati, riuscendo sempre a fornire un senso di determinazione da parte del giocatore. Tutte le nostre azioni avranno sempre delle conseguenze, sia durante la campagna stessa che nel finale. La seconda ragione è l’interessante implementazione dei PNG importanti come carte uniche: queste unità avranno effetti estremamente potenti, ma anche una linea di pensiero ed una morale che potrà cozzare con la nostra e, di conseguenza, potranno lasciare l’esercito di Meve, privandoci di una preziosa carta.

Come ho già ribadito precedentemente, l’intreccio di Thronebreaker è di eccelsa qualità e racconta da un punto di vista differente gli eventi di uno dei libri dedicati alla Saga di Geralt di Rivia scritti da Andrzej Sapkowski: Il battesimo del Fuoco. Tra parentesi, ne consiglio la lettura a tutti i fan del nostro strigo preferito, a maggior ragione se siete interessati a giocare Thronebreaker: The Witcher Tales.

Immagine raffigurante le valli della Lyria.
Che posto meraviglioso, lo voglio.” Cit. Emhyr var Emreis, Imperatore del Nilfgaard.

Gameplay: singolare, ma funzionale

Thronebreaker: The Witcher Tales presenta un gameplay ibrido tra un GDR e un gioco di carte propriamente detto: si avvale infatti della visuale isometrica tanto cara agli appassionati di cRPG per l’esplorazione della mappa, nella quale troveremo risorse da spendere per ingrandire il nostro esercito e per migliorare l’accampamento. Queste tre risorse sono oro, legname e reclute, le quali saranno necessarie per creare le carte che vorremo utilizzare (a parte le succitate carte uniche che rappresentano gli NPC importanti), oltre che per interagire in varie subquest che troveremo vagando per il Continente.

Nonostante ciò, i combattimenti vengono rigorosamente risolti attraverso partite a Gwent appositamente preparate per l’occasione. La varietà di scontri presente in Thronebreaker è a dir poco impressionante: se vi aspettate delle normali partite come nel gioco multiplayer… Preparatevi ad essere sorpresi. Il gioco propone infatti 3 tipologie di combattimenti: Battaglia Normale, la quale segue le modalità standard di Gwent (compresi i 3 round in cui la partita si svolge); Battaglie della Storia, combattimenti di durata più breve (un solo round) che presentano condizioni particolari di completamento o carte aggiuntive nel campo di battaglia che vi aiuteranno nell’impresa ed infine i Puzzle, la modalità, a mio avviso, più interessante del gioco.

Quest’ultimi, infatti, utilizzano un set di carte predefinito, indipendente dal vostro mazzo e regole speciali che puntano a creare situazioni inusuali che dovrete risolvere attraverso le meccaniche profonde di Gwent. Questi scontri sono l’apice della varietà presente in questo gioco: spazieranno dal Hide and Seek al Memory, dalle mucche impazzite che divorano i poveri membri del vostro esercito fino a… una parodia di Hearstone. Provare per credere.

Battaglia Gwent rappresentante la Battaglia del Ponte dello Yaruga, con le carte di Geralt di Rivia e Dandelion.
La celeberrima battaglia sul ponte dello Yaruga, con le seguenti guest stars: Dandelion e Geralt di Rivia!

Comparto tecnico: visual novel, Witcher style.

Ovviamente, Thronebreaker: The Witcher Tales non punta di certo alla realizzazione grafica di The Witcher 3: Wild Hunt, ma ciò non significa che non si difenda bene. Sia le cutscene che il gameplay in generale presentano uno stile simil-comic curato nei minimi dettagli, dai colori vibranti e tratto di pregevole fattura. Ho inoltre particolarmente apprezzato i dettagli degli artwork in generale (sia nell’overworld che nelle carte), come d’altronde le animazioni delle carte stesse all’interno dei combattimenti.

Il tutto viene impreziosito dall’eccellente colonna sonora, composta da Marcin Przybyłowicz, già celebre per le meravigliose musiche in The Witcher 2: Assassins of Kings e The Witcher 3: Wild Hunt. In questo titolo realizza una soundtrack dai toni più violenti rispetto alle laconiche melodie che ci hanno accompagnato fra le desolate distese della Terra di Nessuno (nel Velen) di The Witcher 3, quasi a voler comunicare un punto di vista differente per quanto concerne il conflitto fra nazioni. Stavolta non siamo solo spettatori come lo era Geralt, lo viviamo in prima persona.

Se non fosse per dei randomici cali di framerate e freeze senza alcun senso apparente, spiacevoli inconvenienti comparsi dopo l’aggiornamento alla versione 1.0.1 sul mio computer (AMD FX-8350@4.6 GHZ, Sapphire AMD Radeon Nitro 380X@1140Mhz 4GB, Corsair Vengeance Blue 16 GB RAM DDR3@1800 Mhz), il comparto tecnico di Thronebreaker sarebbe stato da me promosso a pieni voti.

Easter egg di Thronebreaker dove un soldato nomina Hyrule di The Legend of Zelda.
Per il Ferelden! No, aspetta… Per Frodo! No, non era nemmeno quello… Va beh, ci siamo capiti.

Conclusioni: merita molto di più

In definitiva, Thronebreaker: The Witcher Tales non solo è riuscito a conquistarmi: mi ha anche convinto ad installare Gwent: The Witcher Card Game sul mio PC, che è quello a cui puntavano probabilmente alla CD Project RED. Purtroppo, Thronebreaker non sta avendo il successo sperato: vuoi perché per le prime settimane il titolo è stato esclusiva GOG.com, escludendo il ben più vasto mercato di Steam per la finestra di lancio, vuoi per la campagna pubblicitaria quasi inesistente che il titolo ha ricevuto.

Questo titolo merita di più di quanto sta vendendo al momento. Non è il solito gioco di carte: è un RPG in piena regola, dalla durata di 30 ore circa, curato nei minimi dettagli dalla software house che ha creato una delle saghe videoludiche più influenti degli ultimi anni.

Compratelo. Ne vale la pena.

  • Trama
  • Elementi GDR
  • Stile grafico

 

  • Inspiegabili cali di framerate

Morte a Nilfgaard!

Per Lyria!

Per Rivia!

NekoPolpo - Biografia

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