Pubblicato il 21/12/19 da Sakurin

Lost Ember

Un viaggio di esplorazione e redenzione
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Nato dalle 5 menti di Mooneye Studio, sito in Germania, Lost Ember arriva su tutte le piattaforme (per Nintendo Switch bisognerà aspettare ancora un po’) trasportandoci in un mondo tutto da esplorare sotto diversi punti di vista.

Trama e Gameplay – Un variegato mondo da esplorare

Suggestivo già dal titolo, un gioco in cui impersonerete molteplici animali.

La trama è molto semplice ad un primo approccio: uno spirito che non riesce a raggiungere la Città della Luce chiede aiuto a diversi esseri viventi, ma solo il lupo da noi impersonato sembra dargli retta. I due, quindi, intraprendono un viaggio per aiutarsi a vicenda nel tentare di capire chi sia il lupo e come far arrivare alla Città della Luce lo spirito. Durante il viaggio insieme a due personaggi scopriremo man mano una storia che ci racconterà di civiltà perdute, tradimento e amore.

Di primo acchito il titolo sembra una copia di Spirit of the North, in quanto anche qui impersoniamo un quattrozampe accompagnato da uno spirito guida, nella missione di esplorare il mondo. Ma, poco dopo le prime fasi di gioco, cominciamo subito a notare delle sostanziali differenze: in Lost Ember, infatti, non dobbiamo purificare il mondo, ma forse più noi stessi, svelando ad ogni memoria che incontriamo una parte del passato e della storia che avvolge i due protagonisti. Non è un gioco che presenta indovinelli ambientali né elementi platform, tutto ciò che bisogna fare è esplorare il variegato mondo messo a disposizione da Mooneye Studios.

La trama che si crea man mano che si avanza è interessante e non sempre scontata, ma la cosa sicuramente più bella di questo titolo è l’approccio stesso al gameplay.

Il nostro alter ego lupo, infatti, grazie al potere spirituale del suo compagno, riesce a trasferire la sua essenza in altri animali che incontriamo lungo il nostro cammino. Questa particolarità ci permetterà di vedere il mondo da diversi punti di vista o di arrivare in luoghi in cui il lupo non potrebbe accedere. Potremo volare come un pappagallo, rotolare nei panni di un simpatico vombato, nuotare tra le acque come un pesce, scalare pareti rocciose zampettando come uno stambecco e tante altre possibilità.

I vombati saranno uno dei primi animali di cui potrete prendere il controllo.

Il gioco, va detto, non offre una longevità enorme in termini di svolgimento di trama, gli stessi creatori la attestano sulle cinque/sei ore, ma presenta tantissimi collezionabili da raccogliere, sotto forma di reliquie e di funghi e cosa ancor più interessante, per ogni animale in cui possiamo trasferirci esiste la controparte leggendaria, ossia la versione albina brillante. Inutile puntualizzare che la ricerca di tutti questi elementi allunghi notevolmente il tempo di gioco e soprattutto, se siete dei completisti, i trofei non mancano.

Comparto tecnico – Una storia vissuta a scatti

Il mondo che Mooneye Studios ci offre è davvero variegato e molto bello per quanto riguarda grafica e luci. Non siamo alle prese con un ambiente estremamente realistico, ma il tutto nel complesso è molto ben integrato con i personaggi e gli animali con cui interagiamo.

Purtroppo qualche pecca c’è: il titolo (giocato su PS4 base) soffre spesso di rallentamenti o scatti durante le fasi esplorative con più elementi a schermo, mentre altre volte gli assi di creazione creano dei bug grafici che ci permettono di vedere all’interno dei fondali, o nelle peggiore delle ipotesi impediscono di uscire da certe posizioni che si creano con la collisione delle varie parti, solitamente personaggio e fondale.

Devo dire che, anche se piuttosto seccante, questo è l’unico bug o problema che ho riscontrato in sede di recensione. Per tutto il resto il gioco è immersivo e piacevole alla vista sia per animazioni che per effetti particellari. I comandi sono molto intuitivi e semplici da usare.

La trama ci verrà raccontata tramite dei ricordi attivabili durante l’esplorazione.

La trama ci viene raccontata con l’uso di immagini statiche che si muovono, una sorta di storyboard a schermo doppiato in tre lingue: inglese, giapponese e tedesco.

Non posso dare un giudizio sul doppiaggio tedesco, ma per quanto riguarda inglese e giapponese li trovo molto ben fatti, anche se non eccelsi. Personalmente ho apprezzato parecchio l’accento britannico del doppiaggio inglese, anche se trovo le voci giapponese più adatte al tono del gioco. Un plauso inoltre va, senza dubbio, al comparto sonoro per quando riguarda le musiche e il theme del gioco, e per gli effetti sonori ambientali che in molte occasioni fanno la differenza per l’immersività del titolo.

Conclusioni – Un gioco che è più della trama che racconta

Il titolo è di una delicatezza non indifferente, incentrato più nell’esplorazione che non nel raggiungimento del vero finale. La trama serve da filo conduttore ma, anche senza di essa, vi ritroverete a voler passare ore solo alla ricerca dei collezionabili o semplicemente a switchare da animale in animale per scoprirne tutte le potenzialità (adoro rotolare con il vombato!). Seguendo la trama però, il titolo guadagna in profondità e vi farà apprezzare anche una storia che parla di passato, di tradimento, di amore e di perdono.

Lasciatevi guidare anche voi da Lost Ember alla scoperta di un titolo intrigante sotto molteplici punti di vista.

 

  • Comparto sonoro stupendo
  • Grafica semplice ma ben integrata con il mondo di gioco
  • Bellissima l'idea del cambio di punto di vista impersonando animali diversi

 

  • Un po' troppi problemi tecnici
  • Trama breve
  • Nessun elemento di sfida

comparto sonoro

gameplay originale

grafica

Sakurin - Biografia

Laureata in Lingue Orientali e da sempre appassionata di tutto ciò che è Giappone. Nerd da una vita e gamer da ancora prima! Preferisce i jrpg, ma non disdegna giochi d'azione e picchiaduro.

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