Quello che a prima vista può sembrare l’ennesimo gioco ispirato alla celeberrima saga dei mostriciattoli tascabili di casa Nintendo, si rivela in realtà un titolo con un’anima, uno scopo ed un gameplay unico.
Cassette Beasts, sviluppato da Bytten Studio, si allontana già dalle prime ore dalle premesse tipiche dei giochi Pokémon, catapultando il giocatore, proveniente dal pianeta Terra, all’interno di Nuova Wirral, un’ambientazione che sembra ferma nel tempo, lontana ed aliena alle abitudini di un ragazzo del ventunesimo secolo, eppure sembra così familiare.
Non bisogna farsi ingannare dai toni colorati e cubici dell’ambientazione, fin da subito si potrà notare l’ostilità di questo nuovo mondo abitato da creature che non ci penseranno due volte prima di correre verso di te e far iniziare lo scontro. Come fronteggiarle? Semplice, usando un mangiacassette per trasformarsi in uno dei mostri che si è incontrato, ma procediamo con ordine.
Indice
Trama e narrazione
La narrazione in Cassette Beasts è scandita molto bene, dalla creazione del personaggio, completamente personalizzabile, anche grazie alla pixel-art fatta egregiamente, fino alla conclusione emozionante della trama principale. Il gioco ha un incipit da isekai, subito dopo la creazione del nostro personaggio attraverso un misterioso portale arriveremo a Nuova Wirral , scenario principale delle nostre avventure. Qui faremo la conoscenza di Kayleigh, la nostra prima (di molti) compagni di avventura, la quale ci spiegherà le basi di sopravvivenza di questo nuovo ambiente; sarà lei infatti a donarci il nostro mangiacassette e spiegarci come trasformarci in mostri per difenderci e soprattutto come fare per registrare la frequenza di un mostro all’interno di un nastro vergine, per poi riutilizzarlo in combattimento (il corrispettivo della cattura in Pokémon, per capirci).
Una volta ambientati e superato lo shock iniziale del viaggio inter-dimensionale, scopriremo di non essere gli unici bloccati in questo posto, bensì realizzeremo, tramite discorsi in gioco e interazioni con il mondo, la storia di Nuova Wirral, dei suoi abitanti e la sua vera natura, ci impegneremo infatti per trovare la strada di casa sconfiggendo i misteriosi Arcangeli, custodi del segreto per ritornare alla vita di tutti i giorni, senza dimenticarsi di allenare le proprie creature affrontando i capitani Ranger.
Nel momento in cui ci si accampa o si passa del tempo nell’HUB principale di gioco per riposare, si avrà l’occasione di parlare con il compagno che hai selezionato, approfondendo la sua conoscenza e arricchendo un lavoro di world-building già ben fatto, proseguendo quindi la narrazione non solo durante i momenti di trama, bensì anche nei momenti di decompressione. Più si parla con i propri “companion” più il tuo rapporto con loro aumenterà ricevendo informazioni sempre più intime e personali da parte loro, fino al poter intraprendere anche una relazione di tipo amoroso, ampliando le scelte che rendono ogni run unica, ricevendo dialoghi sempre nuovi anche nelle scene corali.
In questo viaggio dell’eroe affronteremo temi inaspettati considerando la tipologia del gioco; dall’ecologia, tramite le interazioni tra i diversi tipi di mostri (che affronteremo nel prossimo paragrafo), al senso di appartenenza di una comunità, andando a toccare tutti gli aspetti più intimi ed introspettivi che caratterizzano l’essere umano. Infatti in diverse occasioni il gioco diventa solo un mezzo attraverso il quale mandare un messaggio sia attraverso i dialoghi degli NPC sia attraverso messaggi diretti al giocatore tramite rottura della quarta parete.
Insomma, si è capito, la parte narrativa del titolo è stata quella che ho apprezzato di più.
Gameplay
Il Gameplay di Cassette Beasts si presenta come il tipico RPG a turni. Ogni creatura ha un tipo, troviamo i classici tipi che possiamo trovare anche in giochi simili: Erba, Terra, Acciaio, Fuoco ecc. ma i più interessanti a mio parere sono i tipi unici che i ragazzi di Bytten Studio hanno inserito: Plastica, Bestia, Astrale, Vetro e Glitter. Ogni tipologia interagisce con le altre in modi molto originali; oltre al classico moltiplicatore dei danni in caso di attacco efficace, si applicano anche diversi malus, ad esempio: se la mia creatura effettua un attacco di tipo Terra contro una creatura di tipo Plastica, quest’ultima si ritroverà l’elusione e la velocità diminuita, come ci suggerisce il gioco in fase di tutorial: in quanto spesso la plastica finisce il proprio ciclo vitale sepolti in una discarica, gli attacchi di tipo terra seppelliscono i tipi Plastica, ricalcando come ho anticipato il forte tema ecologico che si unisce molto bene anche alla parte del gameplay.
Come ogni buon monster-catcher che si rispetti, anche Cassette Beasts, presenta la meccanica del potenziamento delle creatura una volta che hanno accumulato abbastanza punti esperienza, rappresentati da delle stelle che verranno applicate sul nastro. Una volta raggiunte 5 stelle si potrà rimasterizzare il nastro in una creatura più forte (la classica evoluzione). Divertenti i diversi indizi su evoluzioni alternative raccontante dagli NPC e dagli indizi nascosti qua e là all’interno dei dungeon.
Fiore all’occhiello sono le bossfight, sia come design, sia come esperienza, ogni boss è ben caratterizzato, che questo sia un Arcangelo pronto ad eliminarti in pochi turni o un capitano Ranger, il cui compito è di testare le nostre abilità in combattimento, costringendo il giocatore a cambiare approccio in base al nemico che si ha davanti, non facendo mai annoiare o risultare tedioso il completamento della quest principale.
Un’idea fresca da parte del team è stata quella di inserire il multiplayer locale, collegando un altro gamepad è possibile far prendere il controllo del compagno al giocatore 2, infatti tutte le lotte che affronteremo saranno in compagnia di uno dei sei companion che incontriamo durante il gameplay. La scelta di quale companion utilizzare è importantissima, in quanto a potenziarsi di battaglia in battaglia non saranno solo le creature, bensì anche i personaggi; Cassette beasts innova anche da questo punto di vista: il livello e le statistiche dei personaggi influenzano le statistiche del mostro che stiamo usando, dovendo così fare attenzione a che mostri portare nella propria squadra per essere il più efficienti possibili.
La personalizzazione di ogni nastro contenente una creatura è un’ ulteriore prova di quanto il gioco può adattarsi a tutti gli stili, infatti tramite il menù è possibile applicare degli sticker ai nastri, che rappresentano le mosse attive e passive che possiamo scegliere ed utilizzare in combattimento.
Inoltre, a rendere il tutto ancora più interessante è la possibilità di poter fondere due creature durante il combattimento, ciò può avvenire però a due condizioni: bisogna aver completato la quest personale del tuo compagno e riempire una barra durante i diversi scontri; una volta fatto ciò, si potrà scegliere l’opzione di fondere i due mostri attualmente in campo creando così un unico mostro, realizzato proceduralmente a livello estetico e che ha a disposizione le mosse di entrambe le creature e le loro statistiche combinate, fino alla fine della battaglia o alla sconfitta della fusione. Questa meccanica fa in modo che ci siano circa 14000 fusioni disponibili (forse un po’troppe).
Interessanti ed appaganti sono anche le fasi di esplorazione, grazie alla possibilità di spostare rocce e simili per risolvere puzzle ambientali, sbloccare nuovi passaggi o per trovare oggetti nascosti. Anche se il gioco è open world, vi sono degli ostacoli che si possono superare solo dopo che si sono ottenuti dei power-up catturando determinate specie di creature, ricompensando quindi i giocatori che si impegnano, tra una sfida e l’altra, anche a registrare tutte le 120 creature che abitano Nuova Wirral.
Comparto tecnico
Passiamo ora all’analisi tecnica di Cassette Beasts, il gioco presenta una grafica completamente in pixel con ambienti in 3d ed una visuale dall’alto che risulta piacevole, il tutto unito ad un’illuminazione molto accesa e dai toni molto colorati che rendono tutto giocoso e leggero, evidenziando bene i modelli in overworld dei mostri presenti nel mondo di gioco, chiarendo fin da subito con quale creatura stiamo per combattere.
Il mio timore più grande ad inizio gioco era quello della difficoltà. Dubitavo infatti della formula open world adottata dal team di sviluppo, credendo che ciò avrebbe creato sbilanciamento del gioco potendo da subito andare in zone più avanzate e recuperare mostri statisticamente più forti. Tuttavia è stata una mossa furba e ben studiata quella di poter scegliere la difficoltà del gioco tramite due opzioni sempre modificabili nel corso dell’avventura: la prima riguardava lo scaling in alto degli scontri, facendo in modo che anche gli incontri di inizio avventura, se fatti in endgame, avrebbero avuto una sfida soddisfacente e non banale; la seconda invece riguarda l’intelligenza dell’IA potendo fare in modo che i nemici facciano scelte più o meno intelligenti e tattiche in base alla difficoltà scelta, rendendo gli incontri quindi mai noiosi anche per un veterano del genere.
Ed è proprio nell’open world che troviamo qualche piccolo difetto di quest’opera, da dei controlli non proprio fluidi fino allo spawn-rate eccessivo di creature, che spesso spezzano il ritmo dell’esplorazione facendo perdere il filo. Qualche accorgimento in più era da fare anche nella gestione della squadra, rendendo a volte tedioso e lento il cambio di creature da portare con sé.
I design delle creature che incontreremo sono piacevoli e ben disegnati, fanno un po’ storcere il naso invece le fusioni, andando un a rovinare e far perdere la caratterizzazione delle creature originali, risultando non sempre piacevoli da vedere.
Al contrario invece i design adottati per i boss sono dei capolavori, ognuno disegnato con uno stile differente ed inserito benissimo nel contesto, creando un vero e proprio contrasto tra lo sfondo e ciò che stai affrontando, dando un grande senso di epicità ogni volta che se ne affronta uno.
Ultima ma non per importanza, la musica: vi sono 4 canzoni presenti all’interno del gioco, che possiamo ascoltare sia nella versione strumentale, durante i combattimenti, sia nella versione cantata quando si visitano determinati posti o quando si effettua la fusione, ognuna di queste si sposa benissimo con ciò che accade a schermo e con il mood generale dell’ambientazione, trasportando ed immergendo ancora di più il giocatore all’interno di questo misterioso ed intricato mondo.
Conclusioni
Cassette Beasts è un titolo che nella sua semplicità ha lasciato il segno. Un titolo che per gli appassionati del genere di monster-taiming è assolutamente da recuperare, specie per quei videogiocatori particolarmente legati ad una narrazione piacevole ed introspettiva; senza disdegnare chi voglia una sfida interessante grazie alla difficoltà impostabile, dimostrazione che con un po’ di impegno è possibile bilanciare anche un gioco del genere in formula open world, capito Pokémon?
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