Pubblicato il 05/12/22 da Andrea Borzì

Pokémon Scarlatto e Violetto – luci e ombre della nuova generazione Pokemon

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Con Scarlatto e Violetto veniamo introdotti alla nona generazione del brand più amato e conosciuto al mondo, ma per chi come me è nato negli anni ’90, Pokémon è più di un brand, è un amico: quell’amico che conosci da sempre, con cui hai passato alti e bassi e a cui vorrai sempre bene, nonostante le incostanze e le scelte discutibili.

Tuttavia, non significa che bisogna accettare suddette scelte o atteggiamenti.

Quest’anno per la prima volta abbiamo assistito a diversi cambi di rotta nella relazione che The Pokémon Company ha avuto con il proprio brand, almeno nel comparto videoludico. Non solo abbiamo avuto un rifacimento del gameplay esplorativo classico (i combattimenti sono quelli di sempre), ma anche nella politica del rilascio dei titoli, con non uno ma ben due di quelli che potremmo definire Main Title della serie: Leggende Arceus ad inizio anno e Pokémon Scarlatto e Violetto per la fine.

Tuttavia questa nuova politica è stata un bene o un male?

Si libero di esplorare!

Sarò totalmente onesto con voi e vi parlerò dell’unico elemento forse positivo di Scarlatto e Violetto: le trame.

In Scarlatto e Violetto infatti saremo degli studenti dell’accademia Arancia (Scarlatto) e Uva (Violetto) a cui verrà chiesto di girare in lungo e largo per la regione alla ricerca del nostro tesoro. Da questo punto in poi avremo tre macro attività da svolgere ovvero: le palestre, per raggiungere la lega, i dominanti per raccogliere 5 spezie mistiche e le base del team Star che dovremmo smantellare una ad una. Tutte e tre queste storie si riveleranno, per quanto prive di innovazione (si fa largo uso di Cliché), più profonde a livello tematico delle aspettative, con i vari personaggi e protagonisti di queste vicende che si apriranno sempre più a noi, rivelandoci le loro motivazioni, i loro legami e permettendoci di empatizzare con loro, molto più di quanto ci sia stato concesso nelle ultime generazioni.

Una scrittura insomma semplice, pigra e banale, che da un lato è efficace e può andare bene in quanto prodotto dedicato ai bambini, ma dall’altro mostra la stanchezza che il brand si porta da 30 anni di servizio e il come non riescano più a rinnovarsi sotto molti aspetti. Nonostante tutto riesce comunque a sorprendere e permette di apprezzare a pieno il carattere di ogni rivale e coprotagonista, risultando, almeno su carta, un esperienza leggera e piacevole (con qualche lacrimuccia).

Il Falegname con 30mila lire…

Da qui in poi parlerò dell’infinito numero di problematiche che Scarlatto e Violetto si portano fin dal lancio. Prima di tutto il gameplay: per la prima volta verremo catapultati in una grande mappa con telecamera fissa, di cui avremo la possibilità di girare in lungo e largo, liberamente. Telecamera a 360 gradi e Pokémon compagno/leggendario/motocicletta ci accompagneranno e ci permetteranno di scalare montagne, navigare i fiumi e girovagare liberamente… almeno su carta.

Di per se uno dei problemi più grandi legati all’esplorazione è il come il gioco finga di essere totalmente libero pur invece avendo in mente un determinato percorso di completamento. Le palestre, così come tutte le altre attività avranno dei livelli settati, per cui, vi capiterà spesso di svolgere attività iniziali in seconda battuta, per completarle con una semplicità allarmante. A questo aggiungiamo una mappa che ha sì dei percorsi da seguire per arrivare nei vari luoghi, tuttavia non sempre comprensibili e ben delineati (spesso infatti passerete a distanza di pochi passi dall’incontrare Pokemon di livello 20 a Pokemon di livello 50 o oltre).

Aggiungiamo che per mancanza di tempo o di voglia, non si può più accedere all’interno di molti edifici: i pochi disponibili sono la riproposizione dello stesso ambiente (probabilmente pensato per poter attuare le cutscene indipendentemente da dove il giocatore abbia deciso di dirigersi) oppure, come per tutti i market, non saranno altro che dei menù testuali colorati. Gli stessi centri Pokemon, approfittando della tematica motociclistica, saranno interamente all’aperto e privi di npc.

Le lotte al contrario risultano curate, e la nuova dinamica della teracristallizazione dona (almeno nel comparto competitivo) quel quid in più che permette di variare le dinamiche della lotta. Infatti il poter drasticamente cambiare tipo di un Pokémon durante la lotta, lascia sicuramenti più spazi di manovra e più dubbi nei giocatori avversari. Detto questo anch’essa non è priva di difetti: Pokémon con statistiche sbagliate e mosse che fanno fin troppo danno han fatto sì che già alcuni dei mostriciattoli tascabili non siano più utilizzabili nelle lotte pvp. O ancora le catture, che per probabile mal scrittura del codice diverranno un inferno quando un Pokemon banale di basso livello non sarà catturabile nemmeno con le ultraball.

A questi dobbiamo aggiungere una sequela infinita di Bug e problemi tecnici: Personaggi e pokemon che si ingigantiscono, cutscene che si bloccano, improvvisi crash, un codice che è scritto così male da non solo creare un orripilante pop-up di pokemon per il caricamento, ma in grado di donare un framerate che non raggiunge mai i 30 frame e che peggiora drasticamente se collegato alla tv; ancora, modelli degli amici che si compenetrano o glitchano completamente o che riescono ad accedere in zone non a loro concesse, texture mancanti, telecamera che si compenetra con la parete, npc che si muovono a 5 frames a breve distanza dal giocatore, cadere al di sotto della mappa o rimanere addirittura incastrati in pozze d’acqua e non poter uscire se non riavviando il gioco. Insomma, chi più ne ha più ne metta.

Un’esperienza di gioco triste e imbarazzante, se si pensa alla compagnia che ci sta dietro. È lo dico a malincuore, perché, mettici in mezzo anche la nostalgia, Scarlatto e Violetto non sono concettualmente una pessima esperienza di gioco, anzi, il level design comunque sprona all’esplorazione e la mappa è facilmente navigabile, tuttavia le condizioni in cui il titolo arriva al consumatore lo portano a rompere costantemente l’immersività dei titoli.

Guarda la!

La grafica non è una sorpresa; vuoi per pigrizia, mancanza di tempo o chissà quale altra ragione, Scarlatto e Violetto sono scarni e oggettivamente brutti; se da un lato abbiamo avuto un miglioramento generale dei modelli dei Pokemon che erano fermi al 2013, dall’altro vediamo un calo drastico nella cura di npc non primari, ambienti, palazzi (che sembrano usciti dal primo 2000) e quasi ogni altro dettaglio del titolo. A questo aggiungiamo una pessima direzione delle cutscene che certamente potrebbero essere più immersive ed invece spesso sono immagini statiche o mal animate (se non a 5 frames) che non riescono a coinvolgere minimamente.

Inoltre si inizia a percepire una certa pecunia di fantasia, con una generazione che appare confusa e poco ispirata, con Pokemon che forse trovano eccessiva influenza da altri media o risultano pigri (ad esempio il Pikachu nuovo che si evolve mettendosi in piedi, o la famigerata evoluzione di Dunsparce a cui lascio a voi il giudizio).

E se la grafica già appare deludente, il comparto audio ancor di più, tracce di pochi secondi in loop dimenticabili e poco coinvolgenti neanche lontanamente a livello delle ottime tracks fatte per Spada e Scudo.

Conclusione

Insomma, Pokémon Scarlatto e Violetto è l’ennesimo caso di “è intelligente ma non si applica” a cui The Pokémon Company ci ha abituati da 10 anni a questa parte; un titolo che su carta potrebbe avere delle potenzialità, ma la cui resa è molto al di sotto della sufficienza, con performance quasi inesistenti, ottimizzazione assente nonostante siano sviluppati per un’unica piattaforma, una grafica (in cui includo anche la direzione artistica) insufficiente per gli standard odierni (non riporterò come esempio BOTW ma anche solo Mario Odyssey o in più moderno Monster Hunter Rise per fare alcuni esempi di ottimi lavori), un design pigro dei mostriciattoli tascabili, ed una più generale pigrizia nella realizzazione della struttura base dei titoli.

 

Con questo non voglio dire che non sia un titolo che possa risultare divertente, perché anche io mi sono divertito a giocarlo, tuttavia il divertimento non è e non può essere un metro di giudizio per un gioco che viene pagato a prezzo pieno e sviluppato dalla casa videoludiche con gli introiti più alti del settore e con 27 anni e più di esperienza.  Scarlatto e Violetto sono dei titoli giustificabili per un titolo indie venduto a 10 euro, ma non un full price di Nintendo.

Insomma, vi invito calorosamente ad attendere che il titolo venga patchato prima di considerarne l’acquisto.

  • Teracristallizzazione
  • Tematiche interessanti
  • Modelli dei Pokémon migliorati

 

  • Comparto Tecnico a dir poco pietoso
  • Animazione Deludenti
  • Grafica sotto tono
  • framerate dai cali drastici
  • Pigro sotto molti elementi

BoarZo - Biografia

Videogiocatore fin dal 1995. Cresciuto con la tecnologia e i mondi virtuali...

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