Titolo d’esordio per la casa di sviluppo Brass Token, The Chant, uscito per Pc, Ps5 e XSX il 3 Novembre 2022, si delinea come un’avventura horror in terza persona dalle tinte occulte e misteriose che ci porteranno all’interno della psiche della nostra protagonista.
Il Culto Misterioso
Sin dalla scena iniziale è chiaro come la componente esoterica sia preponderante per la narrazione dell’avventura che dovremmo affrontare. Ci troviamo infatti in un flashback indietro nel 1972, sulle rive di una scogliera dal panorama incredibilmente mozzafiato, in cui un gruppo di uomini e donne, cultisti di un credo occulto, sono intenti ad aprire un portale verso una dimensione ignota e sembrano essere determinati a sacrificare ed iniziare al culto una giovane donna in stato di gravidanza. L’atmosfera misterica di questo sipario viene condita dai colori della scena, che tingono di viola acceso il cielo sopra il rituale, come a voler omaggiare uno dei padri della letteratura occulta, H.P Lovecraft, e fra le tante, anche la sua opera “Il colore venuto dallo spazio”.
Ma dopo un breve e ridicolo tentativo di sfuggire, nei panni della donna incinta, all’aggressione dei cultisti, ci ritroviamo nel salto temporale che ci porta verso il nostro presente.
Un’isola maledetta
Dopo il trauma di un lutto, la nostra protagonista Jess, nonostante il proprio scetticismo e sotto invito dell’amica Kim, decide di raggiungere la Glory Island per un ritiro spirituale sotto il progetto Prismic Science che, attraverso filmati ritrovati sull’isola, scopriremo essere legato allo studio dell’energia e dei suoi campi di diffusione, che sono in grado di guarire o disturbare la psiche umana. Tuttavia, quello che doveva procedere come un rigenerante weekend di pace e serenità, si trasforma ben presto in un tormentato soggiorno indesiderato. Un canto rituale, presieduto dal santone del luogo, apre le porte alla nostra avventura: agitazione, panico, sofferenza e strane visioni riempiono la mente della nostra Jess, che si ritroverà costretta ad affrontare i propri demoni, ma anche quelli dei compagni appena conosciuti, in una notte colma di visioni mostruose.
Per affrontare l’avventura dovremmo far affidamento a tre statistiche, che condizioneranno non solo i dialoghi con gli altri personaggi, ma soprattutto il nostro modo di difenderci dai nemici o combatterli: psiche, corpo e spirito. Il primo elemento, la psiche, condizionerà la nostra salute mentale e ci permetterà di affrontare con coraggio gli incubi proiettati dalla nostra mente: nel caso in cui questa dovesse ridursi al minimo, Jess perderà il contatto con la realtà e vivrà un attacco di panico così forte da non poter affrontare alcuna battaglia; il secondo elemento, la salute fisica, ci farà sopravvivere agli attacchi nemici; infine lo spirito determinerà la nostra capacità di utilizzare alcuni poteri (come il rallentamento del tempo) o di curare leggermente la nostra psiche tramite meditazione (non praticabile durante i combattimenti).
Il combattimento, costituito da movimenti per lo più legnosi e impacciati, non sarà di certo fra i più emozionanti, poichè potremmo utilizzare spinte nel corpo a corpo, pochi poteri spirituali e alcune piante che bruceremo per colpire o ingredienti (come ad esempio il sale) che tireremo ai nemici per distrarli.
Insomma, una componente action non totalmente soddisfacente ma che risulta fondamentale per sbloccarci il cammino lungo la nostra esperienza di gioco.
L’isola è a tratti pervasa dall’Oscurità (in inglese Gloom), ovvero una nebbia psicotica che confonde e spaventa la nostra protagonista, ma ci saranno zone dove sarà possibile rifornirsi di erbe curative per mente, corpo e spirito, ma anche di piante utili alla fabbricazione di strumenti per il combattimento, che andranno a sfruttare i punti deboli dei nemici.
L’ambientazione però, per quanto affascinante possa risultare durante le prime ore di gioco, rischia man mano che si procede di diventare monotona e ripetitiva, lasciando così le stesse tematiche affrontate in una sorta di superficie invalicabile, che impedisce l’approfondimento di ciò che probabilmente gli sviluppatori avevano programmato. Le premesse iniziali dunque, così cariche di significato esoterico e mistico, si perdono sotto il velluto della narrazione scarna e poco consistente, oltre all’andamento lento e fiacco dello sviluppo, che sfocia in un finale forse troppo approssimativo.
Nelle tenebre della mente
La componente horror di The Chant non viene data da jumpscare o momenti particolarmente spaventosi, bensì da un generale senso di smarrimento e terrore, accompagnato da suoni e melodie timidamente ispirate ai film cult, che riguarda la presa di coscienza della propria salute mentale. Sicuramente, in un’epoca in cui i malesseri psicologici non vengono ancora considerati alla stregua di quelli fisici e vengono spesso sottovalutati, è da lodare l’idea di far nascere un prodotto di questo tipo, che crea spazio per tematiche più profonde e dà forma tangibile e visibile ai demoni sviluppati da una mente turbata e in cerca di aiuto, quasi a voler sottolineare il fatto che, sebbene invisibili all’occhio umano, i mostri della nostra mente possono far male più di atroci torture fisiche.
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