Dopo i precedenti titoli che Team Ninja ci ha fatto conoscere nel corso di questi anni, il mio interesse per la software house giapponese era notevolmente sceso, assieme al mio entusiasmo relativo ai suoi futuri progetti. Intimorito dal loro concetto di novità accompagnato alla base da quel continuo “qualcosa di diverso”, che finiva poi per rivelarsi una beffa degna di nota, non avevo grandi aspettative a riguardo, sopratutto per Wo Long: Fallen Dinasty. Non fraintendetemi, con ciò non voglio insunuare che le loro opere precedenti non siano degne del vostro interesse, ci mancherebbe altro! Personalmente però le mie paure erano molte e recensire questo gioco, che per qualche strano caso mi è toccato nonostante i precedenti, è stato per me un colpo di scena non indifferente.
Fatta questa premessa veniamo dunque alla fatidica domanda: “Ho per caso cambiato idea?”
Si, diciamo di si.
Indice
Nessuna traccia di un “Nioh 3”
Wo Long: Fallen Dinasty non è una bella copia di Nioh, e questo ve lo garantisco. I collegamenti con il suo predecessore ci sono, non per questo però il titolo si mostra come un Nioh fatto meglio, anzi è tutt’altro. Al suo interno sono presenti molti richiami a GDR dello stesso stampo, come il famoso e sempre citato Dark Souls, ed è proprio grazie a questo gioco che Wo Long riesce ad assumere una sua identità. Com’è possibile però, che un gioco che possieda una struttura molto simile ad un qualcosa che sa di già visto, riesca a differenziarsi?
La risposta a questa domanda è tanto semplice quanto complessa, poichè riguarda un altro titolo di From Software, ovvero Sekiro: Shadows Die Twice.
Team Ninja questa volta non si è limitato a predere spunto dal passato aggiungendo un pizzico di DS qua e là, ma ha osato, inserendo nella sua “pozione per il successo” una meccanica fondamentale, molto simile alla tanto amata Postura di Sekiro.
Che ci crediate o meno ciò ha stravolto totalmente le carte in tavola, donando a Wo Long: Fallen Dinasty una propria identità, permettendogli così di chiudere i conti con il passato. So che può sembrare un miscuglio non ben congeniato, ma questa volta l’apparenza ha ingannato tutti più del dovuto, me compreso ovviamente, ma ne riparleremo più avanti.
La storia del gioco
La storia di Wo Long: Fallen Dinasty trova la sua origine nella Cina di fine dinastia Han, con la rivolta dei Turbanti Gialli, evento che darà poi vita all’epoca dei Tre Regni. Il protagonista, un soldato della milizia, si scontra fin da subito con dei turbanti intenti a massacrare l’ennesimo dei villaggi messo a ferro e fuoco. Il suo intervento salva alcune persone tra cui un misterioso ragazzo bendato, subito dopo però uno dei nemici rimasti, trafigge il nostro alter ego alle spalle e quest’ultimo stramazza a terra. Il protagonista però non muore, e torna in vita grazie ad uno strano amuleto donatoci dal ragazzo in questione, chi l’avrebbe mai detto eh?
Insomma, un incipit già visto e rivisto che non fa ben sperare.
Anche nella storia di Wo Long si fa quindi prepotentemente strada Sekiro. Nel titolo di From Software infatti, come ben ricorderete, il nostro protagonista era immortale. E le somiglianze non finiscono qui, perchè ad avvalorare la tesi c’è il nostro Main Villain! Un taoista oscuro e calcolatore, sedotto dal desiderio dell’immortalità, che tramite un elisir corrompe gli uomini trasformandoli in spietati demoni. Non vi ricorda vagamente qualcosa?
Si è vero, in Sekiro i fatti non andavano alla stessa maniera e la trama aveva basi molto più logiche e concrete. Cionondiméno però, non solo era presente il discorso dell’immortalità, ma erano anche diversi i personaggi che ambivano ad ottenerla. Ovviamente tutti malvagi, perchè la storia ci insegna che se desideri l’immortalità puoi solo che essere malvagio.
Non me ne vogliate ma la trama di Wo Long: Fallen Dinasty lascia il tempo che trova, perchè nonostante utilizzi una narrativa già vista in generale, non presenta nessuna chicca interessante che la faccia spiccare. Il concetto di una narrazione ambientata all’epoca dei Tre Regni fa ben sperare, gli eventi sono però forzati dalla presenza del nostro “”carismatico”” protagonista, ed il mix generato è un qualcosa di davvero troppo banale e scontato.
Meccaniche e Gameplay
Come avevo già scritto in precedenza questo gioco ha preso tanto spunto dai titoli di From Software, attraverso i quali ha ottenuto una base per reggersi sulle proprie gambe. Team Ninja ha donato tutte le proprie energie al gameplay, che costituisce l’identità stessa di Wo Long, assieme alle meccaniche che lo contraddistinguono. Qui siamo su tutto un altro livello rispetto a Nioh, e l’insieme è reso interessante dall’obbligo del dover deviare i colpi nemici. Deviando gli attacchi dei nostri avversari infatti, saremo in grado di contrattaccare e nullificheremo qualsiasi fonte di danno si sarebbe ricevuta altrimenti. Il gioco è impostato su una difficoltà per nulla semplice, specialmente per i neofiti del genere, che permette tanto ma solo a chi davvero è intenzionato ad imparare.
I nemici non scherzano affatto e combatterli richiederà concentrazione, vi consiglio di non sottovalutarli, d’altronde si tratta pur sempre di un Soulslike.
Qualsiasi npc possiede particolari moveset ai quali si accostano diverse combinazioni di armi e mosse letali, quest’ultime caratterizzate da un forte colore rosso che precede l’attacco. Ognuno di loro può infliggervi ingenti danni spesso letali, e spammare il tasto della deviazione non vi aiuterà, anche perchè così facendo attiverete una schivata non sempre utile. Oltretutto ed è qui che arriva il bello, pur volendo spammare non potrete farlo, proprio perchè in questo gioco a farla da padrone è lo Spirito. Questa aggiunta è il principale motivo per il quale il gameplay di Wo Long: Fallen Dinasty è bello, e vi divertirà non poco.
Ho voluto nominare Sekiro, perchè lo Spirito altro non è che una rivisitazione dell’indicatore della Postura.
Come nel titolo di From, questa barra appartiene al personaggio principale e a tutti gli altri npc, nemici e non. È rappresentata da due versi, negativo a sinistra e positivo a destra. Deviare e attaccare col giusto tempismo ci farà guadagnare spirito, subire danni invece, schivare, utilizzare stregonerie, arti marziali o attacchi pesanti ne diminuiranno il valore. All’azzerarsi dello spirito il nostro pg subirà un crollo, che ci impedirà di muoverci e ci farà subire più danni se colpiti. Sarà quindi nostro dovere rompere la barra dello spirito nemico, che una volta spaccata li esporrà ai fantomatici Visceral Attack. Questi faranno la differenza tra la vittoria e la sconfitta, sopratutto contro i boss.
Combattere in Wo Long non sarà semplice, imparando a masterare il gioco però, riceverete in cambio una notevole dose di soddisfazione. Il gameplay stesso anche in termini di esplorazione delle aree, disposizione dei punti di interesse e dei loot nella mappa, unito a tanti altri fattori, ricorda davvero tanto quello di Dark Souls. Per quanto questa cosa possa andare a ricalcare le orme di un titolo progenitore, non va in alcun modo ad intaccare il lavoro di Team Ninja, che anche in questo caso si è saputa superare, donando verticalità alle proprie aree di gioco e alzando di parecchio il level design. Un lavoro degno di nota, non c’è che dire.
Elementi, Stregonerie e Armi
Una componente che contraddistingue questo gioco è la presenza di cinque elementi fondamentali: Legno, Fuoco, Acqua, Terra e Metallo. Questi si sostituiscono alle classiche statistiche, e potenziarne i valori ci farà quindi aumentare di livello. Tutto molto semplice, se non fosse per il fatto che ogni elemento influenza in maniera diversa l’indicatore dello spirito e la sua rigenerazione. Inoltre come se non bastasse, le armi stesse in mancanza di statistiche, scaleranno i propri attributi nelle diverse arti, rendendo il tutto ancor più complesso.
Dedicare un livello ad ognuno degli elementi però, ci garantirà cinque punti abilità, questi serviranno a sbloccare le varie stregonerie. In questo caso i punti saranno facilmente ottenibili, e saremo noi a decidere per cosa spenderli. Inoltre le stregonerie si diversificheranno per la loro entità, alcune saranno offensive e infliggeranno danni ai nemici, altre invece li debufferanno o bufferanno il nostro pg. Andando avanti nel gioco scoprirete che non potranno esser messe da parte, e per qualsiasi build costituiranno un punto di forza.
Altra componente importantissima, relativa alle stregonerie e al gioco stesso, è quella del Morale ma ne riparleremo.
Arriviamo dunque ad armi e armature, e anche qui buone e cattive notizie. Da una parte abbiamo la vasta gamma a disposizione con pattern unici per ogni tipologia, e arti marziali non fisse, che possono essere diverse anche sulle armi con lo stesso nome. Dall’altra invece è presente un quantitativo spropositato di oggetti, differenziati tra loro per rarità e bonus, che in maniera costante riempiono l’inventario. Eh si perchè nel complesso dobbiamo tenere in considerazione anche i bonus, che incantano i nostri pezzi e ci garantiscono degli effetti positivi nella build.
Il punto forte dell’insieme è sicuramente il netto distacco dal precedente Nioh, che utilizzava un sistema davvero troppo macchinoso, lasciando molti in balia degli eventi. In Wo Long il tutto è più semplice, ciò però non vuol dire che non resti comunque complicato per alcuni. Il gioco risulta essere indubbiamente variegato e complesso al punto giusto, offre svariate possibilità di build, e gli amanti del genere rimanno sicuramente felici delle scelte fatte da Team Ninja. L’altra parte della medaglia però, sono i neofiti, i giocatori che non hanno mai sperimentato avventure del genere. Tutte quelle persone che decideranno di giocare Wo Long e che per forza di cose, non avendo alle spalle un grosso bagaglio d’esperienza, si ritroverebbero potenzialmente schiacciate dalle numerose dinamiche di gioco. Alla luce di ciò mi sembra più che ovvio affermare che Fallen Dinasty sia si ben definito come titolo, ma sicuramente non alla portata di chiunque.
Su col Morale, che qui ci serve alto!
In Wo Long: Fallen Dinasty è presente un’altra Chiave di volta, che assieme allo Spirito esalta il gameplay, rendendolo molto più avvincente rispetto al passato, il cosidetto Morale. Questa meccanica è rappresentata da un numero, lo zero inizialmente, circondato da una rotonda barra arancione, ed è posseduto da chiunque nel gioco. Per alzarne il valore dovremo sconfiggere i nemici presenti nelle varie mappe, e così facendo anche le nostre stregonerie equipaggiate saranno utilizzabili. Come detto in precedenza le magie in game consumano Spirito, per essere lanciate però, hanno anche bisogno di una cifra Morale predefinita. Non basterà quindi aver raggiunto la competenza giusta nell’elemento corrispondente, ma durante le nostre sessioni dovremo livellare anche il Morale.
Non preoccupatevi però, il discorso è molto più facile a farsi che a dirsi.
Il Morale non solo influenza le vostre azioni ma anche quelle dei nemici. Più alto sarà il loro valore, più difficili saranno da buttare giu, per non parlare poi dei danni che vi ritrovereste a subire ovviamente. Alla vostra morte il nemico che vi ha quindi ucciso vi ruberà un pò del vostro Morale, assieme anche alle “anime” ottenute. Insomma la solita storia, tirate giù quel nemico e riprendetevi quello è vostro, altrimenti se morite di nuovo potete salutare il bottino!
A questo discorso si aggiunge quello dell’esplorazione, poichè girovagando per le mappe potrete sbloccare anche dei falò, cioè volevo dire degli altari, di grandi e piccole dimensioni. Posizionare la vostra bandiera su ognuno di essi fungerà da checkpoint, che oltre ad aiutarvi rifornendovi cure e salute, consoliderà anche il vostro Morale aumentandolo.
Wo Long data la sua struttura action presenta elementi che spesso finiranno per punirvi, e imparare dai vostri errori tenendo sempre in considerazione il quadro generale sarà fondamentale. In un Soulslike però, è inevitabile che prima di arrivare da un boss, l’area sia piena zeppa di nemici, giusto? Fidatevi quindi se vi dico che livellare il Morale sarà un gioco da ragazzi, e finirete quasi per non tenerlo nemmeno in considerazione. Potete stare tranquilli perchè sicuramente riuscirete a godervi il gioco.
Personalizzazione, pvp e co-op
Essendo un gioco molto simile ai suoi predecessori, Wo Long: Fallen Dinasty ci permette anche di creare il nostro alter ego. In questo campo Team Ninja mi ha stupito, riuscendo a creare un sistema davvero notevole. Vi parlerò chiaramente, io sono un tipo che spesso quando c’è da creare il pg perde davvero tante ore nella creazione dello stesso, sperimentando e provando tante, troppe combinazioni. Questo perchè ci tengo ai miei personaggi e il risultato finale deve sempre soddisfarmi al 100%.
Il sistema si presenta semplice, flessibile e funzionale, mantenendo alto il livello del risultato finale. Sbizzarirvi sarà naturale, e il gioco stesso permetterà a chiunque di esprimere al meglio la propria creatività.
Non lasciatevi ingannare, le voci nella personalizzazione possono sembrare poche, vi assicuro che aprendole però, cambierete immediatamente idea. Tra le altre cose quello nell’immagine è il mio pg, ma quanto è figo?
In Wo Long: Fallen Dinasty c’è più di quello che si possa immaginare, e se siete dei tipi a cui piace il confronto, allora è il pvp quello che state cercando. Ebbene si, la modalità online è presente all’interno del gioco e guardate un pò, funziona esattamente come Dark Souls. Persino i colori usati per differenziare gli amici dai nemici sono gli stessi! Gli invasori saranno quindi contrassegnati dal classico colore rosso, mentre gli aiutanti dal blu.
Una cosa figa che ci tengo a precisare però, è che le lobby permettono a chi evoca di ospitare un numero massimo di due amici. Anche gli invasori però in Wo Long saranno compagni, poichè non potranno in alcun modo combattersi, essendo non presente il cosiddetto “fuoco amico”. Questo è un tipo di incentivo da lodare, che a differenza dei Souls permette invasioni più equilibrate, definendo gli schieramenti e lasciando fuori dall’insieme un malus che di sensato non aveva nulla.
Team Ninja ha voluto spingere sulla modalità cooperativa, e in assenza di amici online, sarete comunque accompagnati dai vari npc. Al termine di alcune sessioni la collaborazione con gli stessi, vi premierà con una bestia divina, dei poteri che potrete utilizzare in game. Ogni npc avrà una barra del legame, che salirà man mano che combatterete fianco a fianco. Raggiunto il livello 10 vi doneranno una copia del loro intero equipaggiamento, arma compresa.
Personalmente parlando questa è una scelta che presenta sia alti che bassi, nonostante l’aiuto in un gioco del genere venga sempre apprezzato. Alle volte infatti può risultare in un escamotage che ci fa si proseguire, negandoci però l’accesso a quella esperienza che ci formerebbe in meno tempo, se provata direttamente sulla nostra pelle. Il titolo rimane comunque gestibile secondo le nostre esigenze, e può essere giocato anche in solitaria.
Wo Long: Fallen Dinasty mi ha fatto immaginare come sarebbe stato Sekiro, se la sua struttura fosse stata la stessa di un Souls. Team Ninja ha creato un titolo che ha saputo distaccarsi dal passato, assumendo una sua identità che continuerà a caratterizzare il prodotto negli anni a venire, nonostante le apparenze. Giocarlo mi ha ricordato di quanto io abbia ancora tanto da imparare, e il livello di sfida offerto mi ha spronato sempre più ad andare avanti. L’esperienza mi ha divertito da appasionato del genere quale sono, sta di fatto però che non è un videogame per tutti. Chiunque voglia cimentarsi dovrà tenere in considerazione che qui siamo davanti ad un titolo punitivo, ed indipendentemente dagli aiuti che offre, non finirà mai di castigarvi qualora foste davvero lenti ad imparare. Pazienza e perseveranza quindi, saranno le vostre uniche e vere amiche all’interno del gioco, non dimenticatelo mai.
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