Pubblicato il 14/03/23 da Ciro Muso Acanfora

The Wreck – Recensione

Scegliere, maturare, sopravvivere.
Developer: /
Publisher: /
Genere: /
PEGI:

Cosa fareste se una persona a voi cara si ritrovasse in coma, e la decisione sul tenerla o meno in vita ricadesse su di voi? E come cambierebbe la vostra decisione se la sua visione della vita fosse diametralmente opposta rispetto alla vostra?
Questo è l’incipit di The Wreck, una Visual Novel 3D a cura di Pixel Hunt appena rilasciata su PC, Switch,  PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X|S.

Molto più di quel che sembra

Junon è una giovane donna che si trova ad affrontare una scelta che nessuno vorrebbe mai fare: sua madre è in condizioni critiche e la nostra protagonista dovrà decidere del suo destino.
Nonostante questo incipit semplice ma estremamente efficace, The Wreck si evolve velocemente in qualcosa di più. Altre persone verranno coinvolte in questa situazione, portando Junon ad affrontare vecchi fantasmi del suo passato, in un’avventura della durata di poco più di 4 ore.

Molto carina l’idea di inserire un recap degli ultimi dialoghi nel menù di pausa, contestualizzandoli come sceneggiatura scritta dalla protagonista.

Per quanto la trama di per sé sia relativamente poco intricata, The Wreck si impegna non poco nel rendere molti punti chiave criptici sin dall’inizio, lasciando al giocatore il piacere di scoprire gli elementi fondamentali della vita di Junon, mano a mano che l’avventura prosegue.
Ciò che il gioco della software house francese esegue in maniera magistrale, tuttavia, è il mostrare al giocatore i processi mentali che portano una persona a maturare, i pensieri dietro le azioni che vengono compiute, le conseguenze delle scelte fatte, e come una persona può superare e convivere con i momenti più bui della propria vita. The Wreck è senza ombra di dubbio un gioco serio, maturo e, a causa dei temi toccati, non per tutti.

L’altro lato della medaglia

Rientrando nella categoria Visual Novel, è inevitabile aspettarsi da The Wreck una scarsa interazione da parte del giocatore. Per la maggior parte del tempo l’unica azione richiesta dal giocatore sarà di cliccare su delle parole segnalate in rosso (talvolta ritrovandosi a scegliere fra più di una) in modo da approfondire il tema indicato. Sarà anche presente un minigioco, ripetuto più volte all’interno dell’avventura, che consentirà al giocatore di avanzare e indietreggiare all’interno del ricordo per scoprire in maniera più chiara il prosieguo degli eventi.
Il gameplay di The Wreck si limita a questo, anche se forse avrebbe potuto osare un po’ di più.

Proprio come avrebbe potuto osare di più anche dal punto di vista grafico. I colori accesi e i modelli semplici si addicono all’opera, come anche l’ottimo comparto sonoro e il doppiaggio davvero convincente; ma caratterizzare meglio i personaggi con animazioni facciali più variegate e dettagliate avrebbe probabilmente aiutato chiunque a immergersi un po’ di più nel mondo di gioco.

Per quanto rari, è impossibile notare dei momenti in cui la composizione generale sarebbe potuta essere pensata meglio, dai modelli alle animazioni, passando anche dall’illuminazione.

Un gioco pesante, ma nel modo giusto

The Wreck non può fare a meno di rientrare in quella categoria di giochi che non sono adatti ai giocatori che cercano divertimento. Sono numerosi i momenti umoristici nell’opera, nonostante tutto, ma ciò che il team francese ha cercato di trasmettere al fruitore va ben oltre qualche sorriso.
Nonostante alcuni punti che sarebbero potuti essere smussati meglio, fra cui la parte grafica di cui abbiamo già parlato e momenti leggermente ripetitivi, il gioco di Pixel Hunt rimane assolutamente consigliato per chiunque apprezzi il medium videoludico anche nelle sue sfumature più serie e adulte.

  • Una storia interessante e con numerose sfumature.
  • Tratta temi maturi in maniera adulta e responsabile.
  • Ottimo doppiaggio inglese.

 

  • Comparto artistico migliorabile in alcuni punti.
  • Alcuni elementi di trama sono un po' ripetuti.

Muso - Biografia

Premere un bottone non deve necessariamente cambiare qualcosa a schermo. Può anche "solo" cambiare qualcosa dentro di noi.

Commenta questo articolo!