Pubblicato il 11/04/25 da Daniele Iacullo

Rogue Waters – Recensione

Preparate i cannoni, affilate le spade e spiegate le vele
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Le storie di cappa e spada sono tra le mie preferite, chi non ha sognato di diventare un temibile pirata e terrorizzare i sette mari? Rogue Waters, con un incipit interessante riesce a farti sentire il capitano di una nave pirata grazie a trovate narrative che giustificano (in modo interessante) le meccaniche di gioco.

Lo strategico a turni dei ragazzi di Ice Code Games ci vedrà vestire i panni del capitano Cutter, privato di un occhio dal suo ex capitano e mentore Blackbone.
Resi ormai immortali dalla Dea Annegata, partiremo con una nuova ciurma, una nuova nave e un nuovo obiettivo: vendicarsi.

I mari ci temeranno…prima o poi

Dopo aver selezionato la difficoltà, Rogue Waters ci catapulta in una prima spedizione tutorial, in cui si spiegano le numerose meccaniche originali presenti nel gioco, fino a vivere il tradimento da parte di Blackbone e acquisire tramite un antico artefatto l’immortalità, la stessa immortalità che giustifica il genere roguelite del titolo.

Come ogni buon inizio che si rispetti, il nostro equipaggio iniziale sarà formato dal Capitano Cutter e una manciata di “compagni”, una sorta di pedina senza particolari abilità o caratteristiche e con una nave, definibile come poco più di una zattera, partiremo per compiere la nostra vendetta. Il sistema tipico dei Roguelike viene implementato perfettamente nella storia, la sconfitta e la morte sono parti integranti dell’esperienza. Come è giusto aspettarsi, l’ex capitano è un combattente formidabile e spietato, che riesce addirittura compiere più attacchi per turno, riducendo il tuo equipaggio a brandelli.

Tra una spedizione e l’altra potremo utilizzare il vetro (la valuta principale del gioco) per assoldare specialisti: pirati con molteplici abilità e skill sbloccabili tramite il level-up oppure usare i progetti navali per potenziare la nostra nave per sbloccare buff passivi al tuo equipaggiamento e cannoni più potenti. Fatte spese e potenziato il nostro equipaggio saremo pronti per partire per una nuova spedizione, che può appartenere alla storia principale o spedizioni facoltative che ci permetteranno di accumulare bottino. La progressione all’interno della spedizione è molto simile a quanto visto in Slay the Spire, nodi connessi che si alternano tra battaglie, eventi o commercianti pronti ad offrire i loro servigi o ad essere assaltati, siamo pur sempre dei pirati.

Arrembaggio o vittoria schiacciante?

Rogue Waters è un gioco che tiene molto al farti sentire all’interno di una battaglia piratesca e come ogni buon lupo di mare che si rispetti, prima di procedere all’arrembaggio è necessario avvicinarsi alla nave nemica e far partire una battaglia navale piena di cannonate. Certo non stiamo parlando di un approccio alla Sea of Thieves, ma ho trovato originale e divertente anche il sistema a turni offerto durante le battaglie navali: una volta scelto il nodo con una nave nemica si avranno 3 turni di avvicinamento, durante i quali potremmo attaccare ed essere attaccati con i moduli nave (ciò che produce buff passivi), altri cannoni (per neutralizzare gli attacchi per i prossimi turni) o l’equipaggio di bordo (per rendere più semplice la fase di arrembaggio successiva, o eliminarla del tutto in caso di vittoria o sconfitta, entro i 3 turni di battaglia navale). La buona varietà di cannoni, di moduli e di nemici presenti sulle navi fa variare di molto l’approccio e regala una buona sfida da valutare situazione per situazione.

Finiti i 3 turni di battaglia navale nel caso in cui l’equipaggio di entrambe le navi sia ancora in vita si procede con l’arrembaggio: il vero e proprio combattimento a turni. Rogue Waters trasmette la sensazione tipica dei film di cappa e spada, grazie a stilemi tipici del genere. Durante le fasi di combattimento a turni, si avranno a disposizione pochi punti movimento, addirittura ridotti ad 1 se adiacenti ad una casella occupata da un nemico. Tuttavia, quando si effettua un attacco l’attaccante avanza e occupa la casella del difensore che è costretto ad arretrare.

Immaginate un personaggio che si trova sul bordo di una nave, con una casella vuota alle sue spalle. Un semplice passo indietro potrebbe sembrare una mossa innocua, ma la situazione si complica rapidamente. È davvero al sicuro? Se la casella libera non fosse vuota ma occupata da una pesante cassa o da un alleato, la dinamica cambia drasticamente. E se il personaggio dietro di lui fosse dotato di una skill capace di infliggere danni a chiunque entri nel suo raggio d’azione? Alcuni specialisti possiedono abilità passive che scattano al minimo contatto, creando opportunità di gameplay davvero interessanti. La chiave per ottenere una vittoria schiacciante risiede proprio nel saper orchestrare un effetto domino devastante in pochi turni, dove ogni mossa, ogni interazione tra i personaggi, diventa cruciale per ribaltare l’esito dello scontro.

Rogue Waters – Conclusione

Di certo non stiamo parlando del più completo degli strategici a turni, tuttavia è difficile non ammettere che Rogue Waters sia divertente. Le meccaniche di gioco riescono a farti sentire un pirata in tutto e per tutto. Sono presenti delle ingenuità a livello di sviluppo, certo. Forse avrei gradito una longevità maggiore e degli eventi di gioco più variegati, qualcuno anche per mettere in difficoltà il giocatore, un po’ come la saga di Darkest Dungeon ci ha insegnato.

  • Combattimenti a turni con meccaniche originali
  • Meccaniche roguelite integrate bene con la storia

 

  • Difficoltà bassa
  • Eventi di gioco ripetitivi

Brado - Biografia

Videogiocatore classe '99 da sempre attento alle evoluzioni e le innovazioni del mondo videoludico.

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