Finalmente un gioco veramente portatile su PS Vita. Ero stufo di andare alla posta ed accontentarmi di giocare con il mio cellulare: le signore di una certa età, in fila per la pensione, oramai mi parlavano dietro: «Eh, ma ha il Nintendo 3DS, la PS Vita ed il Neo Geo Pocket Color, perché viene sempre a pagare le bollette con quello smartphone? Eppure era così diligente da bambino, con il suo Game Boy Pocket!». Spesso sono tentato di rispondergli che le portatili sono dannatamente scomode da trasportare, e che se devo provare a giocare ad Uncharted o Gravity Rush in posta non mi metto nemmeno ad accendere la console: non sono giochi che si prestano per sessioni così brevi. Lo sguardo severo over-70 mi ha sempre impedito di aprire bocca, ma oggi è andata diversamente. Sono entrato all’ufficio postale a testa alta impugnando tra le mie mani una scintillante PS Vita e non l’ho mollata un secondo. Al momento di ritirare il biglietto per la coda ho dovuto contorcermi come un maestro di Yoga per non staccare gli occhi da Minutes, la prima produzione di Red Phantom Games. Una pensionata, strabiliata dal mio gesto atletico, mi ha gentilmente offerto una caramella alla menta.
Per quanto l’acquisto in cross-buy lo renda disponibile anche per Playstation 4, Minutes si fa giocare preferibilmente su PS Vita, grazie alla sua immediatezza ed alla breve durata di ogni partita. Mentre scorre il minuto che scandisce i 60 livelli di gioco dovremmo, attraverso la pressione dell’analogico sinistro, controllare una piccola circonferenza in grado di guadagnare punti ogni volta che verrà in contatto con dei segmenti colorati in movimento. Contemporaneamente il cerchio, libero di muoversi per tutto lo schermo, dovrà cercare di evitare degli oggetti neri, onde evitare un game over prematuro ed il conseguente annullamento del punteggio ottenuto. Ultima, ma non meno importante, la possibilità di attivare un moltiplicatore di punteggio aumentando il perimetro della nostra circonferenza, con l’inevitabile inconveniente di ingrandire anche la nostra hitbox. Richard Ogden non sbaglia a definire il suo gioco “una bizzarra forma di bullet hell”: l’approccio ad ogni stage richiede infatti una capacità di lettura tipica dei puzzle game, ad esempio per decifrare i passaggi che si creano nelle trame di segmenti neri, e allo stesso tempo una spiccata predisposizione alla gestione del rischio, mantenendo un diametro elevato anche durante i passaggi più complicati per massimizzare lo score finale.
Il completamento di un livello al 100% però non sarà influenzato esclusivamente dal punteggio finale: oltre ad una valutazione in tre stelline “modello Angry Birds“, bisogna portare a termine il livello senza subire danni, raccogliere tutti gli elementi colorati e premere sul monitor Minutino, un piccolo esserino semi-trasparente che transiterà sullo schermo mentre si è indaffarati a fare dell’altro. Tutto questo contemporaneamente. Le richieste in se non si limitano ad essere difficili, ma risultano letteralmente impossibili nelle prime fasi di gioco. Questo perché all’interno di Minutes è presente un sistema di crescita che, attraverso la raccolta delle stelle di fine livello, permette di sbloccare nuove dimensioni per il nostro cerchio ed una serie di poteri in grado ad esempio di rallentare lo scorrere del tempo oppure di renderci immuni per qualche secondo. Si innesca quindi una sorta di backtracking, per andare a ritoccare i punteggi nei livelli precedentemente superati. Questa è una meccanica controversa, per un gioco che si porta indubbiamente dietro un’anima Arcade: tanto è apprezzabile la voglia di Red Phantom Games di aumentare la rigiocabilità del suo titolo quanto può risultare frustrante dover aspettare di acquisire tutti i poteri disponibili prima di potersi dedicare seriamente alla ricerca dell’high score.
Visivamente Minutes è in tutto e per tutto minimale, senza necessariamente per questo risultare asettico. Una pochezza colorata, viva, pacchiana in certi frangenti. Uno stile che, senza voler essere offensivo, mi ha ricordato la trasparente gioia di alcuni software grafici del millennio scorso. La firma inglese è nella colonna sonora, con quella techno cassa di WipEoutiana memoria. A riprova del suo alto grado di portabilità il comparto sonoro è sicuramente un valore aggiunto se si sta giocando comodamente seduti in salotto, ma non è necessario alla fruizione del gioco se ci si è dimenticati le cuffie a casa.
«Allora com’è?»
«Bello signora. Minutes è fresco, divertente ed impegnativo. Un vero piacere affrontare i 60 livelli di gioco, un minuto alla volta!»
«Ah bene, sono contenta giovanotto. Ma io intendevo la mentina.»