Nella recensione di Shin Megami Tensei IV io ed Edoardo vi avevamo parlato delle origini di questa storica saga JRPG che conta più di 30 giochi tra i capitoli principali e gli spin-off. Tra tutti quelli pubblicati, i più importanti sono quelli della serie Persona, così importante da ricevere un successo addirittura maggiore della saga principale. Persona non viene infatti quasi più considerato come uno spin-off ma come una saga vera e propria, che al giorno d’oggi conta 4 capitoli principali.
Il primo capitolo fu pubblicato nel 1996, il secondo, pubblicato in 2 versioni: Innocent Sin e Eternal Punishment, nel 1999 e nel 2000, dal terzo capitolo principale invece la saga subisce una vera e propria trasformazioni introducendo elementi innovativi e mai visti nei precedenti titoli. Persona 3 riscosse così un grande successo da portare alla creazione della casa madre Atlus e di una versione estesa del gioco: ecco dunque che nel 2007 uscì Persona 3 FES e in seguito la sua versione portable per PSP intitolata Persona 3 Portable. Infine, nel 2008, venne rilasciato Persona 4 a cui, seguendo le orme lasciate dal precedente, viene affiancato nel 2012 da un remake per PS Vita: Persona 4 Golden.
Oggi mi trovo a recensire Persona Q: Shadow Of The Labyrinth, un gioco che mischia le meccaniche di Persona a quelle di Etrian Odyssey, entrambi giochi made in Atlus.
Non appena avvieremo una nuova partita il gioco ci piazzerà davanti ad una scelta che per qualcuno potrà essere molto ardua: giocare con i personaggi di Persona 3 oppure con i personaggi di Persona 4? Qualunque sia la scelta, andando avanti con la storia i personaggi dei due capitoli si incontreranno comunque e, per i fan della saga, veder lottare gli eroi dei due giochi sarà un’esperienza memorabile. La storia è ambientata durante il festival della Cultura della Yasogami High School, dove faremo la conoscenza di Zen e Rei, due studenti che hanno perso la memoria: il primo è un ragazzo iper-protettivo nei confronti mentre la seconda è una ragazza timorosa ma con uno stomaco immenso, capace di ingerire gran quantità di cibo. Saremo purtroppo intrappolati in questa scuola insieme alle nostre nuove conoscenze mentre cercheremo di trovare una via d’uscita. E quali segreti nasconde la strana apparizione di una torre orologio dall’aspetto davvero sinistro? Oltre agli strani eventi che si svolgeranno nella storia, si aggiungerà anche il fatto che la Velvet Room è diventato un luogo instabile e dal nulla si son venute a formare 2 porte bloccate da 4 catene con lucchetto: sarà il nostro compito liberare le porte per scoprire i segreti che ci attendono dentro di esse.
Precedentemente avevamo menzionato i Labirinti: è all’interno di questi si svolgerà tutta l’azione del gioco in perfetto stile Etrian Odyssey. La cosa più importante da fare è crearsi la mappa, segnarsi tutto ciò che si incontra durante i labirinti per evitare, quando entreremo una seconda volta, di perderci eventi interessanti o addirittura perdersi nel labirinto stesso. Per disegnare la mappa faremo uso del touchscreen attraverso varie icone tra pennelli, gomma, colori avremo a disposizione un’ampia gamma di icone da posizionare per ogni tipo di evento sulla mappa.
Durante le nostre avventure nei labirinti affronteremo le Ombre, riprese da Persona 3 e Persona 4, e sono lieto di dire che in Persona Q non posso fare a meno di dire che le Ombre hanno un design eccellente, misterioso ed interessante e, una volta sconfitte, riceveremo come ricompensa vari oggetti da poter vendere a Theodore per creare armi, armature e oggetti secondari. In squadra potremo portare solamente cinque personaggi da posizionare in due diversi spazi: la fila anteriore e la fila posteriore. A seconda di dove li posizioneremo, il danno dei nostri attacchi aumenterà o diminuirà.
In Persona Q non manca la caratteristica principale che caratterizza la saga: reclutare e creare i Persona. Purtroppo però questa funzione verrà sbloccata in seguito e sarà possibile equipaggiarne solamente due, di cui uno standard ed uno “di riserva”. Se ad esempio scegliamo all’inizio del gioco di usare il protagonista di Persona 3, egli avrà come Persona principale Orpheus e sarà possibile equipaggiargliene uno secondario: quest’ultimo aumenterà sia gli HP che gli SP di colui che lo possederà. Oltre ai nemici di base si aggiungeranno anche i FOE, nemici così forti che sono i personaggi stessi a consigliarti di evitarli fino ad un certo livello. Sarà comunque possibile aggirarli attraverso vari mezzi e ogni labirinto avrà tipi di FOE diversi tra loro.
Ma non tutto è frenetico combattimento: quando vi troverete nei labirinti, il ritmo verrà spezzato da delle discussioni tra i protagonisti grazie al quale potremo comprendere meglio il loro carattere e le loro abitudini quotidiane. Molti però saranno i riferimenti a Persona che sfuggiranno a chi non ha giocato altri capitoli della saga.
Riguardo al gameplay, molti saranno timorosi per il fatto che è quasi identico a quello di Etrian Odyssey, pensando già a delle sessioni di grinding estremo o a picchi di difficoltà elevatissimi, ma non temente: fin dall’inizio il gioco vi offrirà ben 5 livelli di difficoltà, traducibili in Facilissimo, Facile, Normale, Difficile e Rischioso. Se ritenete il gioco difficile potrete in ogni momento abbassare il livello di sfida in tutti i livelli di difficoltà tranne il Rischioso.
Graficamente il gioco è un’orgia di colori vivace e sgargiante. In molte occasioni i colori però sono fin troppo chiari e farete fatica a distinguere determinate cose,soprattutto nelle sequenze animate in 3D. Si deve ammettere però che i Labirinti sono graficamente eccezionali, presentando un design del tutto unico ed interessante: ogni labirinto è infatti del tutto diverso dal precedente, ed anche i diversi piani dello stesso presenteranno delle differenze, rendendoli posti unici e poco ripetitivi. In certe occasioni sarà anche necessario studiarsi il design dei Labirinti per risolvere dei piccoli enigmi.
La nostra avventura nei labirinti sarà accompagnata da un comparto sonoro di tutto rispetto ed in perfetto stile Persona: saranno presenti vari remix di soundtrack già ascoltate ma non mancheranno tracce inedite come le battle theme e altro ancora. Inoltre, a seconda della scelta iniziale del personaggio, anche la soundtrack subirà dei cambiamenti. Il doppiaggio come sempre è in inglese, con i doppiatori originali dei due episodi, quindi mi pare inutile sottolineare la qualità del doppiaggio stesso, che può essere accompagnato da sottotitoli anch’essi in lingua inglese.
Insomma, in conclusione Persona Q vale la pena di esser provato da chi cerca di avvicinarsi alla saga: in questo episodio a mantenere la bandiera è un fanservice ben costruito, che farà sicuramente piacere ai fan di Persona, ma non scontenterà nemmeno gli storici fan di Etrian Odyssey, che potranno provare un nuovo capitolo con una veste del tutto nuova da quella a cui erano abituati.
Purtroppo però non a tutti piacerà questo gameplay, essendo molto diverso da quello classico di Persona: per alcuni potrebbe risultare molto ripetitivo e talvolta frustrante ma, come menzionato precedentemente, sta a voi la scelta della difficoltà.