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Introduzione – Twin-stick dal sapore nostrano
Sono sempre stato appassionato di giochi twin-stick shooter e bullet hell. Fin da bambino passavo ore ed ore a cercare di passare infiniti schemi di livelli, e ad evitare proiettili e rispondere al fuoco al meglio dei miei riflessi. E dove non arrivavano i riflessi, arrivava lo studio del pattern per evidenziare ogni spiraglio, a fondo schermo, per poter continuare a muovermi e sparare come un pazzo. La questione rimaneva sempre la stessa: le meccaniche di questi giochi sono molto limitate e, dopo un po’, il gioco rimane solo un susseguirsi di schemi da studiare e di power-up da usare nel momento giusto, o poco più. Gli italiani di Troglobytes Games, però, sono riusciti a regalarmi un divertimento in questo genere che non provavo dai tempi di Hotline Miami, grazie a delle solidissime meccaniche che rendono HyperParasite estremamente godibile ed accattivante.
Gameplay e comparto tecnico – Parola d’ordine: variabilità
HyperParasite è un twin-stick shooter 2D con asset 3D e camera isometrica. Parto con questa definizione standard perché voglio che sia chiaro da subito che questo titolo non innova il genere, ma al contrario lo abbraccia completamente. Nel gioco indosseremo i panni di un parassita alieno che ha la capacità di prendere possesso di praticamente qualsiasi nemico, e dovrà utilizzarla per farsi strada nello schema di livelli da affrontare. È in questo punto che già troviamo la prima solida meccanica, ossia quella della possessione: il giocatore potrà occupare il corpo di un nemico se ne avrà trovato il cervello (precedentemente raccolto e consegnato nella stanza apposita) e avrà pagato la più o meno cospicua quantità di denaro necessaria per poterlo abilitare.
Gli antagonisti del gioco hanno tutti caratteristiche uniche: un attacco primario ed un attacco speciale che varierà da nemico a nemico. Lo studio per il bilanciamento e la caratterizzazione di questi personaggi è assolutamente degno di essere menzionato, perché gli sviluppatori di Troglobyte Games sono riusciti a creare un giusto mix di variabilità e solidità di contenuto che permette al giocatore di sentire effettivamente una differenza per ogni ospite che andrà ad occupare. Un semplice sistema di upgrade del nostro alieno ci permetterà di scegliere, di tanto in tanto, se aumentare la difesa, le vite o l’attacco: niente di trascendentale o mai visto prima, ma di sicuro questo sistema offre un minimo di profondità in più alle meccaniche di gioco.
Se da un lato il gioco ha dei risvolti che lo fanno ricadere nella classifica definizione di rogue-lite, come il permadeath che azzera ogni progresso se non quello dei corpi da poter possedere, la sua anima da bullet hell viene fuori principalmente negli scontri con i vari boss.
Il futuro del passato – Retrofuturismo anni ’80 e qualche sbavatura
Tutto lo stile di HyperParasite trasuda il futuro visto come veniva dipinto negli anni ’80. Colori neon e metallici, colonna sonora energica e potente. Le schermate d’introduzione dei vari boss e miniboss mi hanno ricordato un magnifico incontro tra Kung Fury e Broforce. Ma non è tutto oro quello che luccica: purtroppo il comparto degli effetti sonori mi ha un po’ lasciato l’amaro in bocca, con riproduzioni molto ripetitive e troppo facilmente confondibili tra di loro. Dal punto di vista del level design, invece, sebbene la generazione dei livelli di ogni zona sembri essere randomica (o procedurale, ma non ho avuto modo di confermare la mia teoria), le varie singole “stanze” da cui è composto il livello mi sono apparse troppo squadrate, troppo modulari, nonostante il quantitativo di asset all’interno di ogni area offrisse al giocatore variabilità. Niente di tragico, sia ben chiaro: la mia era più una speranza che una vera necessità o qualcosa che compromette la fruibilità del titolo.
Conclusioni – Sparare e schivare, un gioco da imparare
In definitiva, HyperParasite è un gioco estremamente solido dal punto di vista del game design, e sono sicuro che saprà offrirvi svariate ore di divertimento, anche grazie alla modalità co-op e alle sue dinamiche di rogue-lite e bullet hell. Se siete appassionati del genere o volete cimentarvi per la prima volta, questo è il titolo che fa per voi. Ma state attenti perché schivare e sapere come e con cosa sparare farà la differenza tra essere un alieno parassita vivo ed uno morto!
See you, Game Cowboys!