Diablo 2: Resurrected – L’attesa è terminata
Finalmente, dopo anni di rumour, il suo seguito, un pesce d’aprile nel momento sbagliato, l’attesa è terminata. Diablo 2: Resurrected, ossia la remastered version del gioco che ha cambiato per sempre il genere degli ARPG (Action Roleplaying Games) è qui. Sviluppato in collaborazione tra Vicarious Visions (quelli della remastered di Tony Hawk’s Pro Skater 1+2, per intenderci) e Blizzard, Diablo 2: Resurrected non è altro, in realtà, che un totale aggiornamento del titolo alla grafica dei giorni nostri, che aggiunge alcuni miglioramenti dal punto di vista della UI e della UX.
“E quindi, Barba? Vale la pena metterci le mani sopra?“. Se non sapete già la risposta, cari lettori, avete due problemi: non avete ancora letto abbastanza di ciò che scrivo o, purtroppo, non avete mai giocato a Diablo 2.

Gameplay e comparto tecnico – Tutto risplende, tutto fila
Diablo 2: Resurrected porta finalmente ai giorni nostri uno dei titoli che hanno segnato non solo la storia del genere, ma anche dell’intero mondo videoludico. Nel contesto in cui uscì, ossia il 2000, questo titolo offriva parecchie novità e un gameplay che segnò la strada da seguire per il tempo a venire. I ragazzi di Vicarious Visions, questo, lo sanno bene e infatti non hanno fatto alcun cambiamento all’impianto del gameplay: stesso numero di classi, medesimo skill tree, progressione identica al suo anziano padre. Diablo 2: Resurrected si gioca e si comporta esattamente come ve lo ricordavate.
“Eh, ma io non ci ho mai giocato, Barba!“, potreste correttamente obiettare. E allora state pronti a gettarvi alla ricerca del Signore del Male scegliendo se essere un Barbaro, un’Incantatrice, un’Assassina, un Druido, un Paladino, un Necromante o un’Amazzone: ogni personaggio ha delle abilità distribuite in 3 rami, che vi permettono anche di massimizzare i danni scegliendo le sinergie migliori, e di affrontare le ondate di mostri su cui vi catapulterete lungo cinque atti. Esatto, Diablo 2: Resurrected contiene al suo interno anche i contenuti della sua famosissima espansione Lord of Destruction, ossia le classi di Assassina e Druido e l’Atto 5, che vi darà la possibilità di sconfiggere Baal, il Signore della Distruzione.
Grazie ai 3 livelli di difficoltà crescente (Normale, Incubo e Inferno) sarete sempre sull’orlo della sedia a cercare di trovare il modo migliore di prevalere sulle forze del male. A differenza del suo successore, Diablo 3, Diablo 2: Resurrected rimette in piedi il vecchio (ma funzionante) sistema di lobby online, che vi permetterà di giocare con gli amici fino a 8 per stanza. Questo sistema, chiaramente, si porta dietro un’altra grandissima prerogativa: il trading. Scambio di armi uniche, parole runiche (rune inserite all’interno degli oggetti in un determinato ordine per creare delle armi totalmente nuove e potentissime), e chi più ne ha più ne metta… Il trading è (e continuerà a essere) una delle attività che più hanno reso viva la comunità di giocatori intorno al Diablo 2 classico, che ormai è giocato da 21 anni a questa parte.

Graficamente, Diablo 2: Resurrected fa tutto quello che deve fare: nuovi modelli per i personaggi e gli ambienti, ma non solo. La direzione artistica è stata incredibilmente abile nel riuscire a tradurre l’atmosfera che il gioco originale trasmetteva. Aggirarsi per dungeon, foreste, villaggi con la grafica dei giorni nostri mi ha fatto personalmente tornare bambino, abituato com’ero a perdermi in quei labirinti pixellosi. Il reparto audio riesce a ricreare perfettamente i suoni distintivi, ovviamente ripulendoli e facendoli diventare ancora più vivi e croccanti: se siete dei giocatori di vecchia data potrete ancora rendervi conto se, ad esempio, un nemico ha lasciato cadere una pozione o una runa fuori dallo schermo solo sentendo il tipico suono riprodotto in maniera cristallina.
Insomma, in Diablo 2: Resurrected, tutto risplende, tutto fila. Diverse funzioni aggiuntive (come ad esempio la spaziatura degli oggetti a terra più chiara, la modalità di contrasto colore per i daltonici, e altro ancora) vi permetteranno di godervi ancora di più questo titolo così iconico.
Diablo 2: Resurrected – Ben tornato, Diablo!
Potremmo stare a discutere per ore su cosa Diablo 3 abbia fatto bene e cosa no, dando quindi ancora più rilievo al suo predecessore. Però, a dirla tutta, Diablo 2: Resurrected, senza cambiare praticamente nulla rispetto al gioco di cui è costola, riesce nell’intento di offrire l’autenticità di Diablo 2 e tutto quello che gli gira attorno, in termini di gameplay e rigiocabilità. Quindi, finalmente, possiamo dirlo ad alta voce: ben tornato, Diablo!
See you, Game Cowboys!
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