Pubblicato il 04/10/21 da Neko Polpo

Tales of Arise

Rena vs Dahna
Developer: /
Publisher: /
Genere: /
PEGI:

Tales Of Arise è uno di quei giochi che si attendevano con delle buone aspettative, ed è riuscito a non disattenderle, rivelandosi non solo un ottimo Tales, ma anche un ottimo esponente del genere. Senza girarci intorno, Tales of Arise è indubbiamente un titolo che dovete provare se amate i giochi di ruolo, essendo una delle migliori produzioni degli ultimi anni.

Tales Of Arise – Dove tutto è cominciato

Circa trecento anni fa, il popolo di Rena ha imposto il dominio su Dahna, schiavizzandone completamente la popolazione, annientando qualsiasi resistenza e cambiando per sempre la vita e la cultura dei Dahnani stessi, relegati a servire i Renani e impiegati in ogni genere di lavoro pesante. Nei panni di un ragazzo di Calaglia con una maschera inamovibile, daremo il via a una ribellione senza precedenti, capace di cambiare le sorti imposte dagli invasori.

La trama fa uso di temi molto forti, come la schiavitù e la diversità: il primo in realtà verrà abbandonato abbastanza in fretta, rimanendo una condizione presente per tutta l’avventura, ma sullo sfondo. Il secondo invece sarà la tematica principale di buona parte della trama, e permetterà di sviluppare meglio i protagonisti, portandoli anche a porsi delle domande. All’inizio infatti si assiste ai tipici trope del genere, con protagonisti quasi macchiettistici, ma che nel corso degli eventi svilupperanno una propria identità non banale grazie ai dilemmi morali che si troveranno ad affrontare.

Parliamoci chiaro, non siamo di certo di fronte al capolavoro della vita, ma la narrativa scorre bene durante le ore necessarie a portare a termine l’avventura.

La narrativa viene sviluppata anche tramite transizioni di questo tipo, molto più presenti rispetto al passato.

Tales of Arise – Linear Battle System all’ennesima potenza

L’evoluzione del classico LBS, il sistema di combattimento alla base dei Tales, assume dei toni molto più action in questo episodio, garantendo fin da subito il movimento in tutte le direzioni e introducendo un pulsante dedicato al salto. A questo si aggiungono i classici tasti dedicati all’attacco base e alle azioni speciali, e uno per la schivata, che se eseguita con il giusto tempismo permette di evitare completamente il danno che stiamo per subire; ma parliamo comunque di un sistema ibrido, e la schivata sarà possibile solo se non siamo nel mezzo di un’altra azione: difatti non è previsto il cancel delle animazioni, e le nostre azioni dovranno essere ben studiate per evitare di ritrovarci in brutte situazioni e veder morire il personaggio in preda al button mashing sfrenato.

In Tales Of Arise sarà possibile usare qualsiasi personaggio, impostando fino a sei azioni speciali sui tasti adibiti, che se usati andranno a consumare i Punti Azione in nostro possesso; questi si ricaricheranno con il tempo, smettendo di attaccare. Sarà anche possibile stordire il nemico, e coordinandosi con il resto del team (pilotato dall’intelligenza artificiale) si potrà mantenerlo in balia dei colpi in modo da rendergli impossibile agire. Una volta messi a segno un gran numero di colpi sarà possibile abbattere istantaneamente il nemico, grazie agli spettacolari attacchi combinati attivabili tramite l’apposito indicatore a schermo.

Ogni membro del party è estremamente diverso dagli altri, sia in termini di concept che di meccaniche: ognuno di essi è tarato per avere la meglio su un determinato tipo di nemico, con modi di combattere completamente diversi da tutti gli altri. Questo permette di mantenere il combattimento sempre molto vario e profondo, consentendo di cambiare l’esperienza semplicemente cambiando il personaggio usato, anche all’interno di una battaglia. Inoltre, ognuno di loro è dotato di un attacco boost, attivabile tramite la pressione di un direzionale una volta riempita l’apposita barra, che metterà fuori gioco gli avversari per un breve periodo di tempo se usato in determinate condizioni: ad esempio Shionne potrà immobilizzare al terreno le creature volanti.

Uscendo invece dai combattimenti ci troveremo all’interno di mappe più o meno grandi, mai troppo complesse ma con un buon numero di diramazioni che renderanno l’esplorazione di vitale importanza, soprattutto grazie ai forzieri disseminati in giro (contenenti denaro o armature). Inutile spiegare a cosa serve il denaro, immagino, ma è da sottolineare come i forzieri siano l’unico modo per ottenere oggetti che forniscono aumenti di caratteristiche nelle statistiche difensive. Inoltre si potranno trovare in giro utili consumabili di vario tipo, alimenti, e molto altro.

Un fattore a cui è stato dato molto risalto all’interno del gioco è infatti la cucina, applicabile a ogni riposo, che tramite l’utilizzo degli alimenti raccolti ci permetterà di preparare ricette che attiveranno vari effetti sul nostro party. Gli effetti ottenuti sono inoltre modificabili in base a chi prepara un determinato piatto. All’inizio avremo bene poca scelta, ma proseguendo con la storia e completando alcune missioni secondarie, il menu si amplierà e gli effetti attivabili diverranno molto più numerosi, permettendo di selezionare il piatto giusto in base a cosa pensiamo di fare nell’immediato futuro.

I nemici avranno dei pattern ben riconoscibili, e il gran numero di nemici presenti regala una buona varietà nelle mappe. Da un certo punto in poi verrà sbloccata una funzione che aumenterà i punti esperienza ottenuti affrontando molte battaglie a stretto giro, con un contatore situato sotto la mappa che si caricherà dopo ogni scontro, fino a diventare azzurro, per darci un bel boost in termini di esperienza. Una volta divenuto azzurro, però, il contatore si svuoterà molto velocemente, costringendoci a una corsa verso il prossimo scontro: un’ottima feature per velocizzare le sessioni di allenamento, ma tende a far perdere un po’ di vista l’esplorazione.

L’utilizzo delle granate è il modo più divertente di giocare Shionne.

La varietà delle quest secondarie

Le quest secondarie si dividono principalmente in due categorie: quelle di raccolta di oggetti, che se avete esplorato un minimo risulteranno già completate nel momento in cui vengono accettate, e quelle di eliminazione di un mostro. Quest’ultima categoria è indubbiamente la più interessante: ci viene commissionato di abbattere uno zeugle (i cosiddetti “mostri” di Tales Of Arise) molto più forte del normale situato sulla mappa. Questi scontri necessitano di una buona padronanza del sistema per essere portati a termine senza sprecare troppi oggetti, a meno che non li si affronti quando il proprio party è parecchi livelli sopra al nemico in questione.

A queste due tipologie si aggiunge una terza categoria che ci accompagna dalle prime ore di gioco fino al post game: la ricerca dei gufi. L’intero mondo di gioco è infatti popolato da gufi smarriti nascosti negli anfratti più reconditi: quando uno di essi è nelle vicinanze, la sua presenza ci verrà segnalata dal nostro gufetto Hootle. Trovarli ci permetterà di ottenere cosmetici e skin varie da applicare a tutti i membri del party.

L’evoluzione della narrativa

Insieme alle classiche cinematiche, i Tales hanno fatto spesso uso di siparietti e dialoghi in background mentre si esplora la mappa, che permettono di approfondire i personaggi e le relazioni tra loro. In Tales of Arise questo aspetto viene evoluto notevolmente, aumentando le scenette attivabili tramite l’apposito tasto durante determinati momenti: si tratta di qualcosa che ho apprezzato particolarmente, come anche la rimozione delle animazioni di riepilogo di fine battaglia, che consentono di tornare immediatamente sulla mappa relegando il breve recap di quanto ottenuto dallo scontro appena concluso sul lato sinistro dello schermo.

La magia è lenta, ma è anche il modo migliore per infliggere grandissime quantità di danno ai nemici.

L’evoluzione del personaggio – Titoli

Il sistema di avanzamento in Tales Of Arise prevede l’ottenimento di titoli, ossia delle caratteristiche legate al personaggio in questione con cinque abilità intorno: la prima viene ottenuta automaticamente una volta raggiunto il titolo con il prosieguo della storia o tramite il reiterare determinate azioni, mentre per le altre quattro è necessario spendere dei punti che si ottengono in battaglia. Le nuove abilità possono essere attive o passive, e una volta completato il cerchio si sblocca un ulteriore effetto passivo molto potente che va ad aumentare le caratteristiche.

Tutto funziona alla perfezione?

Tales Of Arise è indubbiamente uno dei migliori giochi della serie e dell’anno per quanto mi riguarda, ma non è scevro da pecche. L’intelligenza artificiale dei compagni non è brillantissima, e i personaggi in mischia del gioco tendono a lanciarsi all’interno delle aree degli attacchi dei nemici, senza neanche provare a schivarli. Personaggi come Law, caratterizzati da una bassa difesa generale, tendono spesso a esplodere e finire ko in queste situazioni, specialmente nelle battaglie contro i boss a difficoltà avanzate. Personalmente ho affrontato il gioco a difficoltà Moderata, ossia la versione superiore a quella normale, e ho risolto il problema avendolo come personaggio attivo (anche perché è indubbiamente uno dei personaggi più divertenti da usare) e tenendo d’occhio la salute di Alphen, sostituendolo con Kisara qualora finisse ko, per evitare lo spreco di punti cura per rianimarlo.

Il sistema di programmazione di una strategia ci dà una mano a gestire l’uso delle risorse automatico del gruppo, ma non permette di intervenire sul posizionamento degli alleati, purtroppo. Per quanto funzionale, risulta un sistema molto meno potente del Gambit introdotto in Final Fantasy XII, incapace di poter gestire al meglio l’intelligenza artificiale dei compagni.

Il gioco soffre inoltre di pop-in ed errori nella gestione di fogliame e ombre in alcune mappe, errori ampiamente trascurabili che non minano assolutamente la godibilità del gioco.

La schiettezza è la sua virtù e la sua maledizione.

Viaggio al centro del mondo

L’esplorazione rappresenta una parte fondamentale del gioco, come detto; spesso è necessario tornare in vecchie mappe per completare determinate secondarie, e risulta estremamente comodo ricorrere al viaggio rapido. Tra le attività secondarie disponibili avremo la pesca e la gestione del ranch, con la prima che (immagino) non ha bisogno di presentazioni, visto che ormai la inseriscono ovunque; la seconda è letteralmente la gestione di una fattoria dove allevare animali, nutrirli con mangimi e ricavare carne una volta che sono cresciuti: non è un mondo per vegani.

All’interno delle mappe sarà possibile trovare dei falò dove cucinare e recuperare la maggior parte delle risorse del gruppo, con un venditore che ci permetterà di acquistare oggetti, gestire il ranch e dedicarci al crafting. Se infatti, come dicevo sopra, le armature vengono ottenute soltanto tramite l’esplorazione, diverso è per le armi e per gli accessori: armi e accessori vanno infatti creati con i materiali ricavati dai minerali o dagli zeugle, con la differenza che gli accessori possono essere potenziati per sbloccare ulteriori abilità passive.

Tales of Arise – Conclusioni

Tales of Arise è senza dubbio uno dei migliori giochi pubblicati quest’anno, che va assolutamente provato se amate i giochi di ruolo giapponesi. Le varie attività secondarie sono ben studiate, i personaggi estremamente vari nell’utilizzo, e la narrativa ben gestita, seppur talvolta poco approfondita nella caratterizzazione dei lord (avrei voluto vedere una maggior profondità in Ganabelt ad esempio). È presente un problema di pop-in di alcuni elementi, e l’intelligenza artificiale amica può creare qualche piccolo grattacapo, soprattutto alle difficoltà più alte della normale, ma nulla di insormontabile o particolarmente problematico.

  • Combat System
  • Rinnovamento grafico
  • Esplorazione
  • Narrativa

 

  • Intelligenza artificiale amica
  • Alcuni problemi di pop-in

NekoPolpo - Biografia

Commenta questo articolo!