Pubblicato il 13/11/20 da Neko Polpo

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel IV

Il finale d'acciaio
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Trails of Cold Steel IV: La nostra recensione

A riprova del fatto che tutte le cose belle hanno una fine, ecco che Trails of Cold Steel IV, l’ultimo capitolo della tetralogia, conclude in bellezza l’epopea di Rean Schwarzer che in questo episodio raggiunge nuove vette in ambito puramente narrativo.

Come già fatto per il terzo gioco della serie, ometterò volutamente il paragrafo relativo alla trama per non addentrarmi in un campo minato fatto di spoiler, ma qualora aveste dubbi sulla qualità della narrativa posso assicurarvi che in anche questo capitolo Nihon Falcom ha dato il meglio di sé.

Gameplay

Sul piano del gameplay davvero poco è cambiato in questa iterazione rispetto alla precedente: il combat system, in primis, è rimasto immutato, vedendo sempre l’alternarsi di attacchi normali e abilità (Craft e S-Craft) in un sistema rigorosamente a turni che ancora oggi è possibile annoverare tra i migliori del genere.

Ciò che ha davvero fatto un balzo in avanti è l’esplorazione: potendosi aggirare liberamente per Erebonia, si viene stimolati a interagire con ogni NPC, e grazie a questo si scoprono interessanti dettagli riguardanti l’immenso universo narrativo della serie, oltre che alle consuete subquest da portare a termine.

Torna poi l’immancabile sistema Arcus: incastonando gemme denominate Quartz nei relativi slot presenti su appositi dispositivi, è possibile creare vere e proprie build per i personaggi grazie a bonus che spaziano dall’incremento di alcune statistiche o abilità passive all’apprendimento delle cosiddette Arts, un altro nome per le sempreverdi magie.
Per procurarsi i Quartz sarà necessario sintetizzare i Sepith, una particolare valuta ottenibile sconfiggendo i nemici e che in parte potrà essere scambiata per sonante denaro.

Come da tradizione per la serie, il gameplay si rivela talmente profondo e stratificato da non necessitare lunghe sessioni di grinding per proseguire, qualora si sappiano sfruttare appieno tali sistemi. Tuttavia, in certi punti dell’avventura fermarsi un attimo per potenziare i personaggi è decisamente consigliato.

Immancabile poi il sistema di eventi legati ai singoli personaggi: nelle giornate in cui si ha tempo libero, è possibile frequentare i compagni di squadra in alcune attività che richiedono AP, punti limitati e ottenibili completando missioni secondarie.

Fanno capolino un paio di minigiochi quali il Vintage Masters, un gioco di carte molto interessante, la pesca, e Pom! Pom! Party ovvero una sorta di Tetris.

Comparto tecnico

Anche a livello audiovisivo il titolo presenta ben poche novità rispetto al capitolo precedente: si denota una maggior pulizia nelle texture, ma in generale il comparto tecnico non ha subito cambiamenti sostanziali e purtroppo ancora una volta non regge il passo con le produzioni più recenti, probabilmente a causa del basso budget.

Le musiche e le due tracce audio (inglese e giapponese) risultano invece impeccabili, come da tradizione Falcom.

Conclusioni

The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel prosegue la tradizione degli ottimi JRPG targati Nihon Falcom: produzioni magnifiche tanto sul piano narrativo quanto su quello ludico, che purtroppo però non riescono a eccellere nel comparto tecnico, che sembra essersi fermato a due generazioni fa.

Nonostante qualche magagna trascurabile come i sottotitoli che alle volte “sfondano” i bordi dello schermo e una localizzazione inglese non sempre eccezionale, questo capitolo riesce a far calare il sipario in bellezza sulle vicende di Erebonia, rappresentando un acquisto obbligato per chi ha potuto godere dei precedenti.

  • Meccaniche solidissime e narrativa di tutto rispetto...

 

  • ...fanno da contrappeso alla mancanza di innovazione

NekoPolpo - Biografia

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