Indice
Introduzione
The Legend of Heroes è una saga che si scopre solo affondando i denti in un genere il cui succo si trova diversi strati sotto la superficie: a farla da padrone sono ovviamente i titoli più blasonati che martellano il pubblico con un marketing feroce e incessante, ma che alla fine della fiera mostrano il fianco più e più volte non riuscendo a tenere testa alla cortina di hype generatasi.
Dall’altra parte della barricata ci sono invece quelle produzioni che non godono di altrettanta visibilità, potendo tuttavia vantare un comparto di gioco solido a discapito di una veste grafica non esattamente la passo coi tempi.
Manco a dirlo, la tetralogia di Trails of Cold Steel ricade nella seconda categoria, ma se qualche poligono in meno è il prezzo da pagare per godersi alcuni tra i migliori JRPG in circolazione, personalmente sono ben contento dello scambio.
Ci tengo inoltre a precisare che in questa sede non troverete spoiler di sorta poiché ometterò volutamente il paragrafo relativo alla trama: essendo un sequel diretto del suo predecessore, qualora foste neofiti della serie il mio consiglio è quello di puntare al primo capitolo e solo poi tuffarsi a capofitto in questo; a tutti gli altri basti sapere che l’eccellente scrittura e caratterizzazione ritorna in pompa magna anche in questa iterazione.

Gameplay
La formula di Trails of Cold Steel III non si discosta particolarmente dai suoi predecessori: ci troviamo sempre di fronte a un JRPG di stampo classico in cui il party si sposta dal punto A al punto B al fine di completare la quest in corso, magari mazzuolando anche qualche mostro nel mentre e scovando tesori sparsi in giro per la mappa.
Il battle system è rimasto perlopiù invariato (tornano elementi come Arts, Craft e S-Craft) ma questa volta viene meglio gestito da un punto prettamente visivo: l’HUD è stato infatti rivisto e ora a ogni tasto del pad corrisponde un’azione, in modo simile a quanto visto in Persona 5, risultando in combattimenti ben più immediati e scorrevoli di quanto giocato in precedenza.
Altra novità degna di nota è rappresentata dalle battaglie a bordo dei mecha che ora potranno vantare ben tre robottoni schierati in campo piuttosto che uno solo come accadeva nel capitolo precedente, ampliando per forza di cose le nostre opzioni strategiche.
Fuori dai combattimenti è l’esplorazione a farla da padrone e fortunatamente le aree visitate, siano esse centri abitati o zone pericolose, risultano variegate e ricche di contenuto da scoprire.
Menzione d’onore va alla funzione High Speed, già presente nelle versioni Steam e PS4 dei predecessori, che consente di velocizzare il gameplay e mitigare la tediosità di alcuni spostamenti.

Comparto tecnico
Nonostante la componente visiva di Trails of Cold Steel III rimanga ancora obsoleta se comparata agli standard odierni, è innegabile di come questa abbia subito un netto miglioramento per quel che concerne modelli poligonali e animazioni che si lasciano alle spalle la legnosità del passato; altalenante invece la qualità delle texture, discrepanza evidente in particolar modo su quelle ambientali.
Ottimo il sonoro che come al solito può vantare le splendide OST a cui Falcom ci ha abituato nel corso degli anni e un doppiaggio inglese di buon livello che ben riesce a enfatizzare i momenti più concitati della trama.
In tutto ciò, un plauso va agli stabilissimi 60 fotogrammi al secondo che il gioco sfoggia anche su PlayStation 4 base.

Conclusioni
Senza troppi giri di parole, Trails of Cold Steel III è un prodotto pensato per chi ha già apprezzato i due capitoli precedenti e vuole continuare a seguire le vicende di Rean Schwartzer: nonostante siano presenti dei riepiloghi di quanto avvenuto in precedenza, si perdono comunque diverse citazioni e riferimenti senza aver giocato gli altri e perciò l’esperienza di gioco ne risente.
Il mio consiglio quindi rimane il medesimo scritto in capo d’articolo: iniziate dal primo Trails of Cold Steel e godetevi una serie di JRPG come raramente se ne vedono di questi tempi.
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