Konami decide di essere coraggiosa, crede nel progetto di Uzuka Studios e lo produce, per farlo arrivare da noi in questi giorni, un po’ roguelite, un po’ platform un po’… di tutto.
Skelattack prova a emergere nel mare di giochi di questo genere e lo fa con una grafica colorata di una cartone anni ’50.
Il resto? Beh…
Skelattack – Trama e Gameplay
La trama sicuramente è la parte più divertente del gioco: Skully, il protagonista, si ritrova a vedere il suo dungeon invaso dai dannati umani, che cercano oro e gloria al suo interno. Il nostro scheletrico “eroe” proprio non ci sta e parte alla carica cercando di fermare l’avanzata umana. Ovviamente, anche Skully un tempo era umano, ma non se lo ricorda. Da qui pian piano possiamo scoprire il suo passato, tra gag spassose e varie battute umoristiche da parte del nostro pipistrello di compagnia.
Fino a qui non sembra male vero? Beh, le prime incrinature si vedono col gameplay, che proprio, come nell’introduzione, non sa bene in cosa impegnarsi: il risultato è un miscuglio di generi con una difficoltà altalenante, che alterna sezioni altamente punitive a passeggiate tranquille tra un salto e l’altro. Non esattamente il massimo come bilanciamento dell’esperienza di gioco: calcolate che tutto il bottino recuperato durante le nostre esplorazioni tende a sparire se moriamo nuovamente prima di averlo raccolto e che in fondo in fondo i potenziamenti da comprare non servono poi a tanto, oltre al fatto che, nel caso decideste di provarlo, capirete che a una certo punto superare il più velocemente possibile una zona della mappa ha la precedenza sul recuperare i proprio oggetti.
Divertenti invece i boss da affrontare, tra una battuta e l’altra dei vari personaggi, anche se richiederà una conoscenza basica dell’inglese dato che il gioco non è stato tradotto nella nostra lingua.
Niente di complicato eh, ma forse una traduzione totale avrebbe aiutato ad apprezzare di più lo stile cartoonesco del gioco.

Skelattack: grafica e conclusioni
Graficamente parlando, la scelta di rendere Skelattack cosi “cartoon” è perfetta, ricorda un po’ i vecchi cartoni Disney con gli scheletri che ballano, e in generale quel look anni ’50 tipico dell’animazione che gli regala sicuramente un po’ di varietà dall’enorme mare di roguelite, il problema è che finisce davvero tutto li.
In definitiva è un discreto action platform 2D: offre un’avventura che diverte e che sulle prime spinge il giocatore a esplorare, per poi ritrovarsi a quasi a correre da un punto all’altro, perché la curva di difficoltà è veramente mal progettata, passando dai salti criminali che vi fanno spaccare il pad alla ventesima morte a delle zone talmente facili da risultare quasi scialbe…
Una patch che sistemi e corregga tutto potrebbe rimettere Skelattack in carreggiata, ma ora come ora ci sono molti altri giochi del suo genere che svettano sul povero scheletro di Uzuka Studios… Insomma: bene ma non benissimo.

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