Resident Evil 4 è stato uno dei capitoli più importanti della saga di Capcom, ha cambiato lo stile a cui eravamo abituati con la svolta action e l’introduzione di nuovi nemici, odiato e amato ha diviso la critica nel lontano 2005 e con questa ennesima riproposizione credo sia la quinta volta che gioco l’avventura del buon Leon Kennedy in Spagna.
Dopo 12 anni di gioco rimango ancora colpito dalla varietà di situazioni e di nemici presenti all’interno di questo episodio di Residenti Evil.
Il sistema di combattimento limato alla perfezione per essere un TPS (ancora poco usato in quei tempi) lascia a bocca aperta: se nei primi Resident Evil era tutto un aprire porte e stare attenti agli zombie qui le cose cambiano in maniera radicale, forse per quello è stato il capitolo che ha portato innovazione alla saga e allo stesso tempo frustrazione per chi avrebbe voluto si continuasse sugli stessi passi percorsi prima; da survival horror a action Resident Evil 4 continua a dimostra la bontà della sua programmazione senza subire il peso degli anni se non per il comparto grafico.

La grafica è il principale argomento di una remaster. “Saranno riusciti a sistemare le cose? A quanti fps girerà il gioco?” Di solito sono queste le domande che girano per la testa di chi vuole comprare il prodotto in questione e per essere la quinta riproposta su console il titolo di Capcom si presenta ancora in ottima forma, con una pulizia generale delle texture e effetti di luce migliorati, ovviamente il tutto inchiodato a 60 fps per rendere l’esperienza ancora migliore rispetto al passato; i modelli purtroppo risentono degli anni passati -era inevitabile- e quindi avrete spesso a che fare con le texture piatte degli sfondi che cozzano coi modelli dei personaggi che sono stati migliorati per l’occasione: il tutto gira a 1080p e l’effetto è straniante, forse un po’ di lavoro di lifting in più avrebbe giovato a RE4 che sulle console moderne arriva direttamente dal porting PC di qualche tempo fa, portandosi dietro gioie e dolori di quella edizione.

Il comparto sonoro è stato ripulito e continua dopo tutti questi anni a fare un lavoro perfetto, dando l’idea di essere finiti in una versione de “Il villaggio dei dannati” assolutamente viva e convincente e creando la giusta tensione emotiva soprattutto nei momenti più concitati del gioco.

In definitiva direi che il remaster di Resident Evil 4 “è intelligente ma non si impegna”: è un gioco bellissimo come pochi ne sono usciti in questi anni messo in ombra da un trattamento di lifting svogliato da parte di Capcom, che sicuramente poteva fare di più, ma è anche un prodotto che comunque non cede il passo alla sua età dando ancora tantissime soddisfazioni a chi desidera esplorare il passato di una saga fatta di personaggi e mostri significativi: alla fine i due ottimi Resident Evil Revelations sono figli del percorso che questo titolo decise di intraprendere più di dieci anni fa e che ormai ha fatto da spartiacque per i giochi della saga venuti dopo di lui; in fondo il nuovo Resident Evil 7 annunciato quest’anno cambia ancora una volta le carte in tavola e provare il suo progenitore è obbligatorio almeno in quest’ottica, oppure potete comprarlo perché è un giocone senza troppi giri di parole.
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