Nel lontano 1994 faceva capolino su PC per la prima volta Little Big Adventure, un titolo che univa azione, avventura e puzzle ad una visuale isometrica, sviluppato dallo studio francese Adeline Software International. Ai tempi riscosse un buonissimo successo di vendita, ad eccezione degli Stati Uniti, ma ad oggi sono pochi i giocatori a ricordarlo. Infatti questo remake intitolato Little Big Adventure: Twinsen’s Quest è uscito piuttosto in sordina e sul web non se n’è parlato troppo.
Ovviamente noi non potevamo esimerci dal giocarlo, dato che nella nostra redazione ci piace provare di tutto e siamo qui a raccontarvi la nostra esperienza con questo rifacimento.
Una piccola grande storia… un po’ troppo cambiata
In questa avventura vestiremo i panni di Twinsen, un giovane Quetch – una razza umanoide dotata di code di cavallo – che, per amore di assonanza e dei giochi di parole è un abitante del pianeta Twinsun. Nel titolo di trent’anni or sono, il protagonista faceva un sogno premonitore in cui il mondo veniva distrutto per mano del malvagio dottor FunFrock e nel mentre avvisava tutti i suoi cari del disastro imminente veniva internato in manicomio. Dopo la fuga e una volta ritornato a casa, la fidanzata Zoe veniva rapita dal malvagio scienziato e il suo compito era quello di liberarla dalle sue grinfie, sventando nel frattempo i suoi piani di devastazione mondiale.
Nel remake purtroppo parte della trama è stata modificata in maniera inspiegabile; a venire portata via da FunFrock non è più la dolce metà di Twinsen, bensì la sua sorellina, Luna. Zoe, per motivi non esattamente chiari, è fuggita lontano dalla città tempo prima. Le stesse ragioni per cui il nostro protagonista viene incarcerato, durante le prime battute, sono differenti e per evitare di dirvi troppo ci riserviamo dal raccontarvele, ma sappiate che non sono affascinanti quanto quelli dell’originale.
Probabilmente queste variazioni sono state apportate per meglio adattarsi alla modern audience, facendo sì che il mood dell’avventura cambi totalmente. Se all’epoca il titolo si distingueva per avere un buon bilanciamento tra toni seri e tra altri più scanzonati, qui per la maggior parte saranno più leggeri e tranquilli.
Come avrete quindi intuito, il plot di Twinsen’s Quest è stato rivisto proprio per evitare di riproporre il tema della donzella in pericolo, tanto messo in questo periodo storico.
Di questo si potrebbe parlare molto approfonditamente in un’altra sede ma di base resta sempre fastidioso quanto si vanno a modificare elementi di una trama solo per compiacere il pubblico e non far arrabbiare nessuno. E ultimamente sta accadendo troppo spesso.
Ma sorvoliamo e parliamo del gameplay, perché anche qui sono state apportate delle modifiche penose.
Sistema comportamentale? No, grazie!
Sì, avete capito bene. Un tempo Twinsen poteva vantare di quattro modalità di comportamento (Normale, Atletica, Aggressiva e Discreta) ognuna con abilità specifiche per interagire in maniera differente con l’ambiente circostante. Ora il tutto è stato relegato ad un sistema di controllo più diretto, direttamente tramite analogico su PS5, ma che risulta comunque farraginoso e abbastanza frustrante, soprattutto durante i combattimenti, in cui potremo colpire i nemici a calci e pugni o con alcune sfere, mentre loro staranno per la maggior parte del tempo immobili. E va detto che nonostante questo, a causa dei comandi molto scomodi non sarà comunque facile colpirli, creando nel giocatore un senso di fastidio piuttosto elevato.
Anche l’esplorazione non è esente da difetti; spesso e volentieri non sarà chiaro dove andare e capiterà di imbattersi casualmente in un dialogo necessario a proseguire, senza nessun tipo di indizio o indicazione specifica. Ovviamente segnalini o indicatori sono completamente assenti, ergo si sarà obbligati a vagare per le varie location arrovellandosi il cervello alla ricerca di un modo per andare avanti, sprecando tempo a fare tanto, troppo, backtracking.
Per non parlare dei numerosi bug riscontrati durante le tre sessioni – per un totale di 8 ore scarse – impiegate per terminarlo. Crash del gioco, frasi fuori contesto pronunciate da Twinsen a casaccio non sono mancati a dimostrazione di un polishing davvero grezzo e mal fatto, perlomeno nell’edizione per PS5.
Ma anche l’estetica generale non convince troppo.
Unity quanto sei tu e quanto sei anonimo? Ma per fortuna ci sono le musiche…
La resa visiva di questa riproposizione di Little Big Adventure lascia alquanto a desiderare. Le texture low poly non sono particolarmente belle da vedere e le varie ambientazioni hanno un feel “blocchettoso” e privo di anima che non ha nulla a che vedere con gli sfondi dettagliati in pixel art dell’originale che ben si sposavano con i modelli 3D dei vari personaggi che li popolavano. Il quadro generale risulta anonimo e banale e a questo contribuiscono i vari PG, privi di espressività e animati in maniera raffazzonata. Complice finale anche una palette cromatica abbastanza scialba e che non sa di nulla.
Positivo invece il comparto audio: i suoni “cartooneschi” sono molto adatti all’atmosfera giocosa del titolo e riescono a fare bene il loro dovere.
Per grande gioia degli appassionati ritorna la colonna sonora composta da Philipp Vachey, con tracce molto incalzanti, tra cui alcune nuove composizioni che si sposano molto bene con le varie sezioni di gioco .
Se tutto il resto non funziona, perlomeno sulle musiche e sul sound design gli sviluppatori hanno fatto centro.
Giocate l’originale che è meglio
Il titolo della parte conclusiva di questa recensione dice tutto purtroppo. Little Big Adventure Twinsen’s Quest è un remake poco convincente, dall’estetica povera, con una trama modificata che cerca di ampliare certe tematiche ma che in realtà le revisiona per cercare di non infastidire nessuno o perlomeno questa è la sensazione che si percepisce. Il feel tra serietà e ironia si è perso del tutto, in un gioco che risulta molto più blando, meno interessante e noioso pad alla mano.
Consiglio? Se proprio ci tenete a saperne di più seguite il consiglio qui sopra in grassetto o al massimo buttatevi su altro, in questo periodo ci sono una marea di videogiochi che meritano molto di più la vostra attenzione di questa produzione più che dimenticabile.
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