Molto spesso mi lamento con gli amici, e con chi mi segue, del lavoro di Capcom degli ultimi anni, di quanto stiano lasciando morire alcune delle loro IP storiche e di quanto in alcuni casi i vari remaster e remake siano venuti male; c’è anche da dire però che la stessa Capcom negli ultimi due anni ha iniziato a diminuire i progetti alzando di parecchio l’asticella della qualità generale, e forse Kunitsu-Gami: Path of the Goddess nasce proprio da questo nuovo ciclo vitale di Capcom, e io non posso che esserne felice.

Folklore e dei
Data l’ambientazione di Kunitsu-Gami: Path of the Goddess, il primo pensiero vola subito a Okami, con cui condivide la splendida ambientazione mitologica e alcune scelte stilistiche, legate a doppio filo proprio a quella voglia di raccontare i miti e le leggende che permeavano l’avventura di Amaterasu; il Monte Kafuku un tempo luogo benedetto da una natura rigogliosa è stato contaminato e corrotto dall’oscurità, la corruzione ha presto preso il sopravvento trasformando le maschere sacre della Dea in ricettacoli maledetti, minacciando tutti i villaggi vicini; sarà compito della sacerdotessa Yoshiro che, assieme al suo protettore Soh, dovrà riportare la purezza in questi luoghi un tempo incontaminati.
Sembra una normale storia di bene e male che si scontrano, ma Kunitsu-Gami è molto più profondo di quello che sembra, non semplici demoni ad esempio, ma i Mononoke, spiriti inquieti che la sacerdotessa dovrà affrontare per la purificazione, il tutto impreziosito da una grafica fortemente influenzata dall’Ukiyo-e, uno stile tradizionale che impreziosisce le scelte grafiche e i disegni del gioco (per chi non lo sapesse è lo stile della “grande onda”, ormai famosissima nella cultura di tutti i giorni); parlando del gameplay invece abbiamo un interessante mix di strategia e azione, dove durante il giorno, Yoshiro potrà liberare persone dalla terribile corruzione che assedia i villaggio e arruolarli tra le sue file per combattere, gestendo posizionamento, tattica e risorse, come il miglior strategico richiede. Al calare delle tenebre invece i demoni escono dai loro portali e solo tramite un mix di combattimento e tattica avremo la possibilità di rivedere il sole splendere. La mia più grande preoccupazione era che l’alternarsi del gameplay tra strategico e action risultasse noioso nel lungo periodo, invece Kunitsu-Gami trova un perfetto equilibrio tra scoperta, tattica e azione, non annoiando mai il giocatore che avrà sempre qualcosa da fare.

La danza della spada
La scelta di Capcom di creare un ambientazione ben strutturata e immersiva è anche frutto di come gameplay e video vengono alternati, mostrando le tappe del viaggio intrapreso da Yoshiro per epurare il male; un altro elemento che rende vario Kunitsu-Gami è legata alle basi, villaggi riconquistati che possiamo ricostruire e che per ogni edificio ripristinato regaleranno bonus di diverso tipo tra cui artefatti necessari al potenziamento delle classi dei vari guerrieri e per potenziare lo stesso Soh, fornendogli nuovi attacchi e benedizioni da usare durante i combattimenti; ovviamente per sbloccare tutto dovreste ripercorrere gli stage cercando di superare le varie prove previste, aggiungendo ulteriore varietà a un gioco già divertente. Sia dal punto di vista grafico che musicale Kunitsu-Gami fa sfoggio di un accuratezza unica, utilizzando il RE engine per essere estremamente colorato e convincente pur mantenendosi leggero per girare su ogni sistema; l’art design è estremamente ricercato, dai costumi dei protagonisti e degli abitanti salvati fino ad arrivare ai demoni, che per quanto feroci e cattivi sono decorati con tinte di blu e rosso alternate all’oro, uniti in un unico grande gioco che ricorda un quadro su antiche leggente giapponesi.
Insomma Capcom questa volta ha fatto un lavoro preciso e estremamente divertente, scrollandosi di dosso quella polvere che negli ultimi anni aveva adombrato il suo nome e la sua storia, e non posso che augurarmi che continui cosi perché Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è un gioco incredibilmente, fresco e adatto a tutti. Dall’estetica e dalle musiche sempre perfette alla parte strategica divertente ma mai troppo pesante, alle meccaniche Action che impegnano ma non rischiano di frustrare, insomma un gioco decisamente a tutto tondo che porta quasi la maschera delle produzioni indie, complice la poca pubblicità che Capcom stessa gli ha dedicato, ma che vi conquisterà in poco tempo, consigliato a chiunque stia cercando qualcosa da giocare in questa caldissima estate.
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