Pubblicato il 12/03/18 da Cathoderay

Crossing Souls

I miei amici mi stanno aspettando!
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Quando un anno fa vidi Crossing Souls rimasi subito fulminato, anche se nel cuore ebbi paura che la deliziosa grafica in pixel art non bastasse a rendere un gioco dall’anima cosi nostalgica qualcosa di veramente valido: fin troppi giochi indie negli ultimi anni hanno cercato di sfondare facendo leva sulla pixel art e sui ricordi e ben pochi si sono dimostrati all’altezza, ma questa è un’altra storia e ne parleremo un’altra volta.

C’è da dire che Crossing Souls sembra fatto apposta per infilarsi dritto nel mio cuore, con tutto quel meraviglioso citazionismo che lo contraddistingue, un titolo talmente permeato delle atmosfere che hanno contraddistinto la mia infanzia che è davvero dura non essere di parte. L’avventura, ambientata in una piccola cittadina della California nel 1986, è  la storia di cinque amici alle prese con il classico viaggio di formazione, come tante storie di quel periodo, con i protagonisti che incarnano ognuno uno stereotipo anni ’80.

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Qualcuno ha detto citazioni?

Non manca niente, neanche la tipica estate noiosa che si tramuta nell’avventura più importante della loro vita; una tremenda tempesta apre una connessione tra la dimensione dei vivi e quella dei morti, la Duat, attraversabile grazie a un manufatto che ovviamente i ragazzi trovano.
Da qui l’alternarsi di una serie di situazioni porterà i nostri eroi a vivere la più grande esperienza della loro vita e sì, probabilmente leggendo la trama starete sorridendo, esattamente come me.

Non c’è nulla che non sia già stato visto nella storia raccontata dai ragazzi di Fourattic, piena di citazioni e situazioni familiari, con chiari riferimenti a classici quali Ghostbusters, Ritorno al Futuro, I Goonies e ai film di arti marziali. Potrebbe sembrare una mossa molto furba, una trovata per abbindolare i nostalgici con il minimo sforzo, ma in realtà il tutto funziona piuttosto bene, stimolando i ricordi ma senza mai sembrare forzato, in un viaggio spensierato attraverso la vostra memory lane.

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Come se il tempo si fosse fermato …

Crossing Souls però non è solo citazioni e memorabilia, al contrario, la formula si rivela più romantica che nostalgica, con una vena malinconica nonostante la presenza di cliché tipici.
Dal punto di vista ludico, abbiamo un open world con visuale dall’alto, che al suo interno racchiude molteplici tipologie di gameplay: dunque, se la struttura è quella di un’avventura in stile The Legend of Zelda epoca 8/16 bit (fra enigmi ambientali, platforming ed esplorazione), non è raro incappare in situazioni ben diverse, che siano boss battle da action duro e puro o sequenze shoot ‘em up, fino ad arrivare a sezioni a scorrimento laterale.
Il tutto è gestito in maniera molto elegante, senza risultare confusionario o casuale.
Dopo tanto affetto per il gioco permettetemi una nota dolente, che poi cosi dolente non è… ovvero la profondità, o la mancanza di essa. Se tutto è curato nei minimi dettagli ed è studiato per farvi godere il “viaggio” d’altra parte non si poteva pretendere un gioco troppo complesso, o meglio, lo scopo del team di sviluppo non era quello di offrire un’esperienza impegnativa ma quello di raccontare una storia, dando al giocatore la possibilità di godersela appieno, senza che nulla lo impensierisse.

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Il gioco è entrato in cantiere prima di Stranger Things, giuro!

L’avventura dinamica sviluppata da Fourattic è un single player tradizionale, lineare e privo di decisioni morali, ciononostante sottolinea in maniera netta e marcata l’importanza dei legami e della collaborazione, costringendo il giocatore ad alternare i personaggi per raggiungere gli obiettivi, volendo così porre l’accento su temi quali amicizia e collaborazione.

In questo, ho apprezzato sia la trama che la scrittura, che pur non brillando per originalità, è capace di strappare più di un sorriso: in molte occasioni interagendo con npc e ambiente si hanno risultati diversi a seconda del personaggio utilizzato, in base al legame sviluppato con gli altri protagonisti.
Crossing Souls è tutto questo e, nonostante la sua vena nostalgica, si è rivelata un’opera sincera, ricca di sfumature, di dettagli e piccoli segreti.

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Devo aver già visto quel dipinto da qualche parte…
Può essere apprezzato anche da chi non ha troppi anni sulle spalle come il sottoscritto? Beh, se cercate una trama stratificata e profonda non sarà qui che la troverete, in compenso ad accogliervi ci saranno una bella storia e un gioco con tantissimo cuore, a compensare il cervello lasciato a riposare, ma credetemi, ne vale davvero la pena.
Il gioco di esordio di Fourattic è divertente e ha il potere di strappare più di un sorriso, anche senza che riconosciate tutte le citazioni presenti, perché è un’ode all’amicizia, quella vera.

  • Graficamente delizioso
  • Tantissime citazioni
  • Tanto tanto cuore

 

  • Boss poco impegnativi

Citazioni

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Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.

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