Scrivo la recensione di Blood Bowl 3 da fan del mondo di Warhammer, anche se in realtà sono sempre stato più affezionato al mondo del 40k e dopo gli ottimi Total War qualche minima aspettativa l’avevo.
Intanto, cos’è Blood Bowl? Blood Bowl è uno spin off del board game “Warhammer Fantasy“, basato sul football americano: quindi miniature costose, pedine e stadi da colorare, ecc.
Premetto che le mie esperienze con Warhammer e Blood Bowl sono state tante, anzi tutte, visto che ho giocato a qualsiasi declinazione videoludica degli universi, ma spendevo già troppi soldi in manga e figures di Love Live per mettermi a comprare pure le pedine. Da colorare poi, che la mia esperienza coi colori si ferma al riempitivo del Paint.
Blood Bowl 3: team e menù
Dicevamo, Blood Bowl 3, strategico a turni dove impersoneremo una delle 12 squadre a disposizione per portarla alla gloria, il problema è che manca sostanzialmente tutto.
La campagna, con annesso tutorial iniziale. non ci mette molto ad annoiare, ma fortunatamente c’è l’online, online che purtroppo allo stgato attuale delle cose soffre di ripetuti crash.
Aggiungiamo che c’è stata la decisione quantomeno dubbia di dividere completamente online e offline.
Allenare una squadra offline per capire le meccaniche di gioco e poi portarla online a fare tornei dovrebbe essere la base di qualsiasi gioco sportivo. Gente, lo ha capito persino FIFA.
Detto questo, passiamo alle suddette squadre. Abbiamo a disposizione dodici squadre con tanti, davvero tanti elementi riciclati sparsi in giro. Stiamo parlando di 12 squadre, non di 120, uno sforzo in più nella caratterizzazione si sarebbe potuto fare, visto che stiamo parlando di una cosa uscita circa 7 anni dopo Blood Bowl 2.
È un peccato tra l’altro perché la grafica non è neanche così brutta. Oddio, la grafica… diciamo che i modelli non sono brutti, anzi, ma la grafica generale è abbastanza incastrata anche qualche passo indietro rispetto alla cross-gen. Nonostante ciò, le cutscene durante le azioni sono piacevolissime da vedere, fluide e violente al punto giusto.
Blood Bowl 3: la partita
Il regolamento è basato sull’ultimo aggiornamento ricevuto dal gioco da tavolo, quindi parliamo di 2020, e fin qui tutto bene. Durante la trasposizione da “cartaceo” a videogioco qualcosa non è andata così bene. Insomma, giocare con il pad è un inferno, perché il menù in partita sembra completamente pensato per il mouse. Anche qui, peccato, perché il regolamento è trasposto anche piuttosto bene e c’è stata una certa volontà nel cercare di rendere una cosa a turni abbastanza dinamica, poi sopraggiunge la realtà:
- UI confusissima che non si capisce bene dove cliccare
- Mini bug, una volta che hai capito dove cliccare lo fai e non succede niente, devi provarci un paio di volte
Ora, in un gioco a turni dove una partita non dura proprio pochissimo e neanche puoi salvare a metà (no, neanche offline) capite che può risultare frustrante.
Poi capisco anche il non poter salvare quando si vuole in un gioco dove tiri i dadi è una roba che non si può fare perché sostanzialmente diventa un cheat, tipo quando giocate a una roba a turni vecchia emulata e salvate prima di colpire per vedere se missate o no. Io non lo faccio, ma so che voi con Final Fantasy Tactics Advance lo fate.
Una partita in sostanza, essendo una trasposizione quasi 1 a 1 del board game, non è tanto diversa dalla fonte. A ogni turno un giocatore muove ogni giocatore della propria squadra uno alla volta e, nel caso di un qualsiasi evento avverrà un tiro di dadi per deciderne l’esito, prima con un dado da 6 e poi, nel caso, con un secondo lancio di dadi speciali.
Quindi beh, dove stanno i problemi? Sembra tutto abbastanza liscio e veloce. Lo sarebbe se, appunto, l’ai non fosse così dannatamente confusa: finestre nere con messaggi, tasti delle abilità speciali non legate ai singoli giocatori, i click sulle azioni che a volte sembrano non entrare.
C’è anche da aggiungere che alcune partite contro l’AI sembrano davvero troppo strane per essere “fair”, diciamo che un bel po’ di tiri filati dell’avversario controllato dal computer mi hanno fatto tirare qualche imprecazione.
Sembra tutto ancora in early game insomma, poco responsivo, confuso. Un early game neanche così brutto, ma pur sempre un early game.
L’alta moda costa
Bene, fino qui abbiamo parlato di problemi risolvibili, anche perché, ripeto: il gioco è bello, è appassionato, ma è sommerso di confusione e bug. Probabilmente è un gioco che tra un anno diventa una bomba divertentissima, ma così è una beta, o un early access, non sembra un gioco completo. Quindi no, non ve lo sto consigliando, ma tra mesi o un anno magari lo farò e mi ci metterò dietro seriamente anch’io.
C’è una cosa però che fa davvero incazzare e qui la passione, i problemi dovuti ai rinvii, il regolamento e i bug proprio centrano, perché purtroppo è studiata a tavolino.
Le microtransazioni. Micro perché si chiamano così, ma non sono neanche tanto micro.
Poche volte ho visto un metodo di personalizzazione a pagamento così aggressivo in un videogioco, ma parlo anche di videogiochi free to play. Sto gioco si paga e ogni elemento di personalizzazione si compra con valuta premium per poi poter essere messo SU UN SOLO GIOCATORE.
Siamo seri?
Voglio perdonare tutto: il gioco ancora in early, la grafica generale un po’ meh, pedono un po’ meno la divisione netta tra online e offline, ma questo no, questo fa schifo, spiace.
Ci vediamo tra un anno, sono sicuro che Blood Bowl 3 diventerà un gran bel giochino, ma per ora la promozione a “mio al day one” è parecchio lontana, anche per un fan.
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