Battletoads, un ritorno agli anni ’90
Era il 1991 quando Rare Ltd. sviluppò Battletoads su NES. Io avevo 5 anni e dei cugini con quella console… non credo di aver mai passato così tanti weekend con loro nel periodo subito dopo l’uscita. Grafica spaziale, battute che non riuscivo nemmeno a capire ma che mi facevano ridere, tante tipologie di gameplay: Battletoads aveva tutti gli elementi per tenere me e i miei cugini attaccati allo schermo per tanto tempo.
Fast forward: 2020. Sarà riuscito Battletoads a regalarmi le stesse emozioni, proiettandomi in un fantasmagorico ritorno agli anni ’90?
Gameplay e Comparto Tecnico – Squadra che vince non si cambia
Battletoads è il tipico esempio di un prodotto che non si è arreso davanti al tempo che avanza. Si sa, i beat ‘em up a scorrimento hanno visto il picco della loro notorietà proprio tra gli anni ’80 e gli anni ’90, quindi di per sè, decidere di ridare smalto ad un titolo di questa categoria, rappresentava una scelta sicuramente coraggiosa. Nell’ultimo periodo, infatti, anche Streets of Rage 4 ha visto il suo lancio ed è stato accolto dalla critica piuttosto a braccia aperte. Sono perciò partito con le migliori aspettative, nell’affrontare ciò che Dlala Studios ha creato.
Se da un lato, però, ho apprezzato il totale restyling e, di conseguenza, una direzione artistica che più punta al cartoon e l’animazione 2D, dall’altro non posso dire che il gameplay di Battletoads mi abbia fatto fare un salto dalla sedia. Purtroppo, da questo punto di vista, Battletoads non mi ha saputo regalare le stesse emozioni: il gameplay è rimasto con la stessa complessità di quello degli anni ’90. Il problema è che gli anni ’90 sono passati da 20 anni, durante i quali sono stati fatti enormi passi da gigante nell’evoluzione tecnologica legata al mondo del videogioco: non sembra che queste novità siano state particolarmente percepite ed applicate al titolo in questione, ahimè.
Di solito si dice sempre “Squadra che vince non si cambia“: almeno cambiate i giocatori, però, perchè quelli più anziani cominciano a non performare più. Mi riferisco, nello specifico, ad infiniti livelli tutti uguali dove si deve fare sempre e solo una cosa; oppure al fatto che i nostri tre carissimi protagonisti Rash, Pimple e Zitz hanno caratteristiche diverse solamente quando si tratta di prendere a ceffoni i nemici: tutte occasioni perse di svernare il titolo e portarlo finalmente ai tempi di oggi.
Il combattimento rimane l’aspetto centrale del gioco ed è ben curato: molte mosse differenti e specializzate per ogni singolo protagonista che, nella frenesia della battaglia sono un po’ ostiche da utilizzare in maniera efficace, ma nulla che un po’ di sano allenamento non possa sistemare. Se nel 1991 venne acclamato come uno dei giochi più difficili sul mercato, si può dire che ora, quantomeno, ha una difficoltà ben equilibrata. Personalmente ho voluto giocarlo alla massima difficoltà, in onore dei vecchi tempi, e devo dire che il gioco ha saputo bastonarmi a dovere, regalandomi una sana dose di frustrazione seguita da esaltazione, una volta capito come affrontare il livello in questione: su questo, nulla da dire.
La storia fluisce bene, è molto divertente e si vede che Rare Ltd., una volta developer di Battletoads, ora publisher, ha sicuramente aiutato nella ricerca dello stile e della narrativa, centrando in pieno l’obbiettivo.
Il suono, invece, non sfigura ma anzi abbraccia ed esalta Battletoads, regalandoci una colonna sonora molto ritmata e che ben si sposa con lo stile del gioco. Potrebbe risultare un po’ ripetitiva, purtroppo, all’aumentare dei fallimenti durante i livelli affrontati ma, come si suol dire, git gud.
Battletoads – Manca di sale
In definitiva, Battletoads è un titolo divertente e godibile se vorrete soprassedere ad alcune lacune sul piano gameplay e la mancanza di un multiplayer online, ma solo locale. È un titolo che non vuole assolutamente prendersi sul serio e lo fa capire da subito con le sue cutscene ironicamente autoreferenziate al limite dello sfondamento della quarta parete, cosa che ha aumentato il suo appeal man mano che proseguivo menando le mani. Purtroppo, però, come si dice in ambito culinario “manca di sale” e non è riuscito a regalarmi le emozioni che tanto speravo di riprovare.
Se è il primo Battletoads a cui avete la possibilità di giocare, però, non fatevelo scappare perchè è difficile trovare un gioco con una variabilità di gameplay così ampia.
See you, Game Cowboys!
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