Pubblicato il 07/11/24 da Federico Belotti

Ys X: Nordics – Recensione

Il ritorno di una serie di action JRPG epocale ma di nicchia
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La saga di YS nel nostro paese non ha mai goduto di particolare fama o popolarità: vuoi per la grafica dei suoi capitoli mai all’altezza degli standard odierni, vuoi per il fatto che nessuno di essi sia mai stato localizzato in lingua nostrana.

In realtà questa serie di action JPRG prodotta da Nihon Falcom sin dal lontano 1987 è più valida di quanto si possa pensare e le avventure del rosso Adol Christin – escludendo YS: Origins, unica iterazione che non lo vede come protagonista – sono degne di essere vissute almeno una volta al di là di certe arretratezze tecniche che potrebbero scoraggiare il pubblico di massa.

Coloro che hanno deciso di andare oltre a certi “difetti” hanno potuto rendersi conto del valore insito in queste produzioni, non per nulla, YS VIII: Lacrimosa of Dana, rilasciato nel 2016, è un titolo che ha letteralmente rapito chi l’ha vissuto, grazie al setting molto particolare per un gioco di ruolo alla giapponese, ossia l’isola deserta di Seiren da cui Adol e altri naufraghi dovevano fuggire in seguito ad un incidente che faceva inabissare la nave su cui erano a bordo. Per i fan delle serie televisive, il tutto ricordava un po’ Lost in versione anime.

Ad ogni modo, dopo un YS IX sicuramente molto divertente da giocare ma non intrigante narrativamente quanto il capitolo precedente, le cronache del guerriero dalla chioma fiammante si sono arricchite di una nuova storia tutta da scoprire, che è il cuore di YS X: Nordics, il quale ha appena fatto capolino sui nostri scaffali fisici e digitali dopo un anno dalla sua uscita in terra nipponica.

Questa nuova epopea del buon Adol sarà sufficientemente entusiasmante?

È ora di salpare a bordo della nostra nave e scoprirlo.

Un giovane Adol Christin alle prese con “pirati” e mostri invincibili [Trama]

Dopo Lacrimosa of Dana e Monstrum Nox – ottavo e nono capitolo della serie – che vedevano come protagonista un Adol Christin molto più adulto, con YS: X Nordics gli autori decidono di fare un grande balzo indietro nella timeline generale e di riportarci nell’epoca in cui il ragazzo aveva diciassette anni, più precisamente in un lasso di tempo tra YS II e YS: Memories of Celceta.

Chi non sapesse nulla della lore o delle vicende dei giochi precedenti può tranquillizzarsi: come ogni titolo della serie, Nordics può essere goduto senza problemi senza conoscenze pregresse. Al massimo ci si può perdere qualche “easter eggs” o riferimento ma nulla che possa minare all’esperienza in generale.

Fatte le dovute premesse, la storia di YS X: Nordics ha inizio su una nave, dove a bordo vi è il baldo spadaccino rosso assieme al perenne compagno di sventure Dogi e al dottor Flair Rall, un medico che è in viaggio alla ricerca di un raro fiore utile a creare degli intrugli curativi.

Mentre navigano verso le terre di Celceta, l’imbarcazione viene attaccata dalla Balta Seaforce, una banda di pirati, che ha il compito di proteggere le acque locali dagli intrusi sotto un lauto compenso. La situazione precipita, Adol incrocia le lame con Karja, un’avvenente ragazza definita la “principessa dei pirati” e il capitano della nave viene da quest’ultima giustiziato perchè si rifiuta di pagare il pegno per poter circolare nella zona proibita del Golfo di Obelia in cui si trovano.

L’equipaggio e i passeggeri vengono quindi condotti nel villaggio di Carnac, dove Adol e Dogi cercheranno di rimettersi in sesto e trovare un modo per riprendere il loro cammino bruscamente interrotto dall’evento inatteso.

Ma questo sarà solo l’inizio di una catena di momenti sorprendenti; durante la permanenza nel piccolo centro cittadino, Adol si imbatterà in una conchiglia magica da cui proviene una voce misteriosa e che gli conferirà il potere del Mana, stesso potere che possiede anche Karja dalla nascita, la quale farà la sua entrata in scena di nuovo proprio mentre il giovane starà esaminando l’oggetto.

Il fato vorrà che un mostro invincibile, denominato Griegr, arrivi ad attaccarli e che i due riescano a sconfiggerlo grazie alla forza del Mana, rimanendo però indissolubilmente legati l’uno all’altra da delle manette magiche che faranno la loro comparsa all’improvviso. Non potendosi separare a causa dell’incantesimo, Adol e Karja saranno obbligati a collaborare per eliminare i Griegr e scoprire chi essi siano realmente e da dove provengano, esplorando in lungo e in largo l’arcipelago di isole disseminate per il Golfo di Obelia.

Le premesse di trama, come si può notare, non sono tra le più originali mai viste, ma di base la narrazione funziona molto bene e riesce ad interessare il giusto, avendo comunque un buon ritmo e non eccedendo mai con i dialoghi troppo verbosi, che ricordiamo essere privi di una localizzazione italiana, quindi tutti in inglese.

Nonostante Adol sia il classico silent protagonist senza arte né parte, il resto del cast, Karja in particolare, con il suo carattere autoritario e deciso, riesce a convincere e a svolgere bene il proprio lavoro. Menzione d’onore va agli abitanti di Carnac in cui ci si imbatterà nelle prime ore di gioco, tutti dotati di una personalità a tutto tondo e che faranno sentire il giocatore perfettamente immerso nel contesto.

Diciamo quindi che nelle circa trenta ore abbondanti necessarie per completare la trama principale – aggiungetene pure una quindicina se volete fare proprio tutto – sarà difficile annoiarsi e nonostante i colpi di scena non siano eclatanti e le vicende raccontate non facciano gridare al miracolo o all’originalità, il tutto funzionerà bene grazie anche ad un gameplay gameplay incalzante.

Fendenti da menare, Griegr da ammazzare, mari e isole da esplorare [Gameplay]

Se c’è un aggettivo adatto a descrivere il gameplay di YS in generale è “fluido”. Esplorazione, combat system e, in questo caso, i viaggi e le battaglie navali si incastrano perfettamente tra di loro, donando all’esperienza un ritmo concitato e che non stanca mai.

Le isole che vi troverete a visitare sono molteplici e sebbene siano strutturate in maniera piuttosto lineare, gli oggetti da trovare e le quest da affrontare saranno numerosi, mantenendo vivo quel senso di scoperta tipico del mai troppo lodato Lacrimosa of Dana, sebbene sia stato fatto un passo indietro in questo senso. Nell’ottavo capitolo infatti, le zone erano molto più vaste, con più bivi e aree nascoste, mentre qui i percorsi saranno molto più di diretti e perdersi sarà impossibile, grazie anche alla comoda mappa consultabile che vi mostrerà anche la posizione dei vari punti di interesse.

Non voleste sprecare poi troppo tempo tra uno spostamento e l’altro, sarà possibile usare anche una comoda funzione di viaggio rapido tra i punti già visitati, in modo da procedere più rapidamente.

Grande aggiunta di quest’ultima iterazione sono poi le sopraccitate traversate via nave, utili a raggiungere i vari atolli sparsi per il Golfo di Obelia. Se vi aspettate però di solcare le acque in totale pace dobbiamo disintegrare le vostre aspettative, dato che i vascelli dei Griegr infestano la zona e sarà necessario affondarli tramite delle battaglie navali in cui dovrete scaricare loro addosso palle di cannoni a raffica. Il tutto avviene comodamente tramite la pressione di alcuni tasti designati all’attacco, mentre ci si muove e si sfugge al fuoco nemico.

Sicuramente una delle prime cose che noterete è che inizialmente la nostra imbarcazione sarà piuttosto lenta, ma fortunatamente con l’incedere degli eventi sarà possibile sbloccare dei power up che la renderanno più rapida e che miglioreranno esponenzialmente la potenza offensiva.

Ovviamente però, la maggior parte del tempo la si passerà a combattere a piedi, insieme al nostro party principale, che in Nordics vanta solo di due personaggi, ossia di Adol e Karja, che agiscono però in perfetta sintonia tra di loro, non facendo sentire la mancanza di un cast più folto di comprimari.

Questo allo stesso tempo però si traduce in un gameplay spiccatamente action, dotato di poche componenti ruolistiche, che si riducono principalmente ai valori delle armi e armature da equipaggiare e alle sfere di mana che potrete assegnare ai due eroi in un apposito skill tree, le quali potranno aumentare, di base, il loro attacco, la loro difesa e altre statistiche.

Durante le fight invece, potrete passare il comando direttamente da Adol a Karja con la semplice pressione di un tasto dedicato, in modo da alternare i loro stili di combattimento. Il giovane attacca con una spada mentre la ragazza con un’ascia ed entrambi hanno abilità uniche e differenti tra di loro, che sarà bene alternare in maniera frenetica per arrecare più danno agli avversari.

A rendere però tutto più interessante è il Combination Mode: entrando in modalità di difesa, grazie al potere del Mana che li lega, i due personaggi inizieranno a muoversi più lentamente sul campo, a subire meno danni e potranno eseguire attacchi e abilità devastanti che consumano gli skill point di entrambi in totale sinergia. Parando inoltre al momento giusto i colpi nemici, sarà possibile caricare un counter che renderà ancora più letali le abilità condivise ed eseguite dai due, cosa che sarà fondamentale sfruttare nelle sfide con i boss più ostici e dotati di molti HP.

Schivare, parare e attaccare al momento giusto saranno le azioni che garantiranno la vostra sopravvivenza ad ogni scontro, ma che daranno ad essi anche la giusta frenesia, facendoli risultare parecchio divertenti e rapidi da portare a termine.

Se poi il tutto risultasse troppo difficile e si volesse solo godersi la trama, è sempre possibile giocare ad un livello di difficoltà più basso. Per coloro che invece volessero soffrire è possibile aumentarlo fino ad ottenere una challenge davvero interessante.

Quando non si menano le mani o non si prosegue la storia principale, saranno presenti da portare a termine alcuni compiti secondari abbastanza carini per le storie che raccontano, ma che nella sostanza spesso e volentieri si riveleranno essere delle nude e crude fetch quest riempitive, troppo abusate negli ultimi anni.

Non manca neanche il minigioco di pesca tanto amato dai giapponesi, anche questo molto semplice nelle meccaniche – seleziona l’esca, getta l’amo, premi il pulsante ripetutamente per pescare il pesce prima che sfugga – ma che regalerà più di una soddisfazione a coloro che decideranno di spenderci del tempo.

Le cose da fare saranno quindi molte e tutte si incastrano e funzionano tra di loro come un perfetto ingranaggio costruito sapientemente, a differenza dell’aspetto grafico di cui purtroppo non si può dire la stessa cosa.

Avventura in vecchio stile…fin troppo [Grafica, tecnica e sonoro]

Una delle più grandi croci della saga di YS è purtroppo la sua presentazione. Per quanto la grafica risulti all’occhio molto “polished”, i modelli dei personaggi dai movimenti legnosi, le loro espressioni facciali ingessate e le ambientazioni poco dettagliate trasudano arretratezza da tutti i pori. È vero che Nihon Falcom non hai mai puntato troppo su questo aspetto – probabilmente a causa di un budget a disposizione abbastanza limitato – e che ha sempre preferito giocarsela su un gameplay frizzantino e assuefacente, però per un gioco del 2024 venduto ad una certa cifra sarebbe anche lecito aspettarsi qualcosa in più. Questo sarebbe anche un modo per attrarre una fetta maggiore di pubblico, sebbene la serie abbia pur sempre mirato ad una nicchia specifica di appassionati e non alla massa.

Va però ammesso che rispetto a Lacrimosa of Dana e a Monstrum Nox sono stati apportati dei miglioramenti consistenti e che ora il tutto risulta sicuramente più definito e meglio curato, forse anche merito del motore grafico mutuato dagli ultimi esponenti della saga “Trails”, sempre sotto la loro ala creativa.

Sul lato del sonoro invece, non sono male i doppiaggi in giapponese e inglese e la colonna sonora è catchy ed è composta per la maggior parte da pezzi rockeggianti che durante l’esplorazione infondono una carica incredibile al giocatore che non vede l’ora di prendere a mazzate i Griegr e di scoprire ogni anfratto della zona circostante.

Un action JRPG per veri appassionati [Conclusione]

YS: X Nordics è un titolo che sicuramente farà breccia nel cuore dei fan del brand, sebbene non raggiunga i picchi di eccezionalità, perlomeno a livello di trama, toccati da Lacrimosa of Dana che ad oggi rimane indubbiamente la migliore espressione delle peripezie di Adol Christin.

Il decimo capitolo della saga action JRPG di Falcom ha una storia carina, non eccellente, ma che comunque viene raccontata con cura e amore e regala un consistente ammontare di ore di divertimento grazie ad un gameplay e ad un combat system vario e dal ritmo perfetto.

Quello che ora vogliamo da questi sviluppatori però è una cosa sola: un YS con un budget di alto livello alle spalle e che risulti più in linea coi tempi in termini di grafica. Se queste carte venissero giocate nel modo giusto, potrebbe finalmente essere la volta buona per far emergere questa serie che da sempre ha delle grandi potenzialità e che ha saputo ritagliarsi un posto nel cuore da parte di chi è stato disposto a chiudere un occhio davanti a certi elementi ormai demodè.

Noi vogliamo crederci. Nel frattempo, se avete voglia di divertirvi, vi piacciono gli action RPG frenetici, non badate troppo alla grafica e siete tra coloro che l’inglese lo hanno studiato, buttatevi a capofitto nelle vicende che coinvolgono Adol e Karja senza pensarci troppo: siamo certi ne resterete piacevolmente sorpresi e affascinati.

Altrimenti se volete qualcosa di ben più complesso, c’è pur sempre Methaphor: ReFantazio.

Ringraziamo Nihon Falcom per averci inviato un codice review per PlayStation 5.

  • Storia e personaggi discretamente interessanti
  • Combat system frenetico e che non stanca mai
  • Gameplay vario, rapido e divertente
  • Tra battaglie navali, quest e pesca una marea di cose da fare
  • Diverse difficoltà per rendere accessibile a tutti l'avventura

 

  • Graficamente arretratissimo
  • Animazioni ed espressioni dei volti ingessate
  • Manca l'italiano (ma è un difetto per chi non vuole studiare l'inglese)

Fedro - Biografia

Amante del panorama videoludico sin dalla tenera età, ama scriverne e narrarne le storie. È anche content creator e titolare del canale YouTube "TwoTimesNerd".

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