Pubblicato il 09/11/18 da Cathoderay

Timespinner

Ancora Metroidvania?
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Metroidvania, una parola ormai diventata sinonimo di una determinata tipologia di videogames, fusione di due classici senza tempo, ovvero Metroid e Castlevania. È anche diventata sinonimo di indie di alto livello, con un’estetica spesso in pixel art e un gran cuore ad animarli, noi di Pixel Flood ne abbiamo giocati parecchi, quindi non si può dire che il genere non ci piaccia; da Hollow Knight a Salt and Sanctuary, fino all’incredibile Dead Cells, molti ottimi esponenti del settore si sono affacciati su quella che è ormai una stanza piuttosto affollata.

Il nuovo arrivato è Timespinner, che come i titoli sopracitati ha le carte in regola per essere un altro piccolo gioiello. Basteranno le meccaniche e la pixel art a elevarlo dalla massa?

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Hadouken!

Un inizio dei più classici, dove una terribile entità ci rende orfani di madre ma ci trasmette un potere in grado di combattere i nemici, quello di fermare il tempo.
Il problema di Timespinner è che risulta fin troppo stereotipato, rimandando subito alla mente un grande classico come Simphony of the Night, ma con risultati altalenanti: se da una parte abbiamo delle musiche che ricordano la Konami che fu e un sistema di gioco fin troppo collaudato, dall’altra viene a mancare tutta una serie di cose che in casa Castlevania sono sinonimo di qualità, come ambientazioni e nemici, che qua risultano ripetitivi e senza mordente, o come i ritratti dei vari personaggi, esteticamente migliori nella loro controparte in pixel piuttosto che disegnati.

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Pixel is better.

Nonostante il primo impatto, Timespinner mette in campo un gameplay divertente, che strappa la voglia di fare più di una partita, anche se per i giocatori di vecchia data il senso di déjà vu è dietro ogni angolo.  La protagonista si muove in maniera fluida attraverso una mappa costruita con intelligenza, che non preme troppo sull’acceleratore del backtracking.
Il sistema di combattimento è molto interessante: potendo equipaggiare in entrambe le mani armi diverse si possono sperimentare svariate combinazioni che portano a una varietà da non sottovalutare, soprattutto durante le boss fight, che sono parecchio divertenti e ben strutturate, anche se il potere legato al tempo rende spesso un po’ troppo facili questi combattimenti.

La facilità degli scontri  si ripercuote persino sul boss finale, che cade senza troppa fatica anche se caricato a testa bassa, senza preoccuparsi degli attacchi che ci vengono lanciati contro. A ovviare a questa problematica ci pensa, una volta completato il gioco, il  Nightmare mode, che rende tutto molto più ostico.
Viene però da chiedersi se il giocatore, dopo le cinque ore di gioco che compongono Timespinner. sia invogliato a finirlo una seconda volta… un peccato, data la mappa esplorabile in due epoche diverse, la quale invoglia a scoprire ma che, proprio a causa di una difficoltà calibrata verso il basso e alla mancanza di veri e propri spunti, tende a far perdere la voglia di esplorarla fino in fondo.

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Uno dei primi boss del gioco.

Un’occasione persa quella di Timespinner, che affoga in un mare di titoli con meccaniche simili e che non viene salvato neanche dalla sua pixel art, visti i diretti concorrenti citati all’inizio. Rimane un titolo da prendere in considerazione scontato, ma c’è decisamente di meglio sul mercato in termini di metroidvania.

  • Sistema di combattimento interessante

 

  • Pochissime Idee
  • Una volta finito non lo toccherete mai più
  • Boss fight troppo semplici

 

 

Lunais

Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.

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