Pubblicato il 24/03/16 da Cathoderay

Salt and Sanctuary – Il sale della vita

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Nel 2011 usciva su Xbox Live Arcade un gioco indie che ho letteralmente consumato: The Dishwasher: Vampire Smile, degli sconosciutissimi Ska Studiosun mix di violenza gratuita, ambientazione cupe e personaggi malinconici davvero unico e tremendamente affascinate. 5 anni dopo esce Salt and Sanctuary, un gioco che oltre alle caratteristiche da me sopra elencate ricorda pericolosamente quel Dark Souls che mi ha regalato momenti unici.
Dopo i primi 10 minuti di gioco è subito amore.

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Occhi a cuore proprio <8.

Immaginatevi un mondo perennemente coperto dalla nebbia, con ambientazioni bucoliche e cupe, pieno di mostri che cercano ci uccidervi immediatamente e che ci riescono piuttosto facilmente e boss giganteschi. Ok, ora che avete pensato ai giochi di From Software teneteli bene a mente ma provate a immaginarveli in due dimensioni, disegnati con un tratto da fumetto underground e avrete un idea di quello che vi comparirà davanti agli occhi quando inizierà la vostra avventura nel mondo di Salt and Sanctuary.

Dopo una costruzione del personaggio piuttosto profonda per essere “un giochino indie alla Dark Souls” come ho letto più volte in giro per la rete, arriverete alla scelta più importante, la classe del vostro personaggio. Questa scelta farà la differenza fra la vita e la morte e si deve adattare perfettamente al vostro stile di gioco, pena rendere più frustrante un viaggio che di base tende a farvi sputare sangue già dal primo boss incontrato, quindi scegliete bene la vostra vocazione, ne va della vostra vita.

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Il primo boss che incontrerete non è per nulla amichevole.

Seguendo il titolo del gioco sappiate che il sale e i santuari sono il fulcro di tutto il vostro peregrinare. Il primo è praticamente indispensabile alla vostra sopravvivenza, accumulandolo potrete salire di livello e allo stesso tempo scegliere nuove abilità dall’albero discretamente vasto a disposizione del giocatore, il quale permette principalmente di aumentare alcuni parametri basilari come forza, velocità e resistenza e di dare accesso ad armi e armature di livello più alto. Morire vi riporterà indietro nell’ultimo santuario attivato e vi costerà una certa quota di sale, quota che andrà persa nel caso di una seconda morte o recuperata solo tramite l’uccisione di un mostro volante che lo custodisce, perché ritrovarlo lì dove lo avevate lasciato un minuto prima mentre morivate in maniera orrenda era troppo semplice. I santuari sono l’altro bersaglio del gioco, ne incontrerete di diverso tipo, alcuni dedicati a delle divinità (che potrete pregare entrando nel loro culto così da godere di privilegi particolari), altri andranno riattivati e liberati per poter tornare ad essere zone di pace per voi e per i pochi umani che si oppongono al tremendo destino dell’isola e donare a loro un rifugio sicuro.

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Una piccola parte dell’albero delle abilità da pagare col sale.

Come avrete notato fino a qui il gioco ha molti punti in comune coi suoi “fratelli maggiori” in 3D, come ad esempio il sistema di parate e “parry”  con relativo contrattacco, rotolata per schivare e peso dell’equipaggiamento. Siamo allora davanti a uno spudorato Souls-like come tanta gente ama definire i giochi di questo tipo? Forse, ma è qui che iniziano le peculiarità di Salt and Sanctuary. Innanzitutto abbiamo un sistema di combattimento action, che ci permette di effettuare combo tramite gli attacchi normali e pesanti e dare vita a vere e proprie danze di morte molto acrobatiche. In secondo luogo, il salto rende il tutto sicuramente molto più veloce e dal ritmo serrato mettendo spesso l’esplorazione in secondo piano a favore di un’azione squisitamente arcade che non avrebbe sfigurato nell’epoca dei 16 bit, perchè sì, è vero che il gioco ricorda spesso Demon Souls e i suoi fratelli, ma è anche vero che per lo stile di gioco e la grafica i ricordi viaggiano lontano fino a un certo Ghouls ‘n Ghosts che già nel lontano 1988 aveva alzato l’asticella della difficoltà a: SPUTARE SANGUE.

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Cattivo cane!

Fino a qui sembra che Salt and Sanctuary sia un sogno a occhi aperti per ogni giocatore che cerca una sfida di un certo livello, ma qualche piccola macchia sul vestito del nuovo pargolo di Ska Studios è presente. Innanzitutto i modelli dei giocatori sono un po’ strani, per farvi capire meglio posso dirvi che la corsa e la camminata sono piuttosto sgraziati e simili a pupazzi, al contrario dei combattimenti e dei movimenti di offesa che sono praticamente perfetti e mescolati al sangue che schizza da tutte le parti e quindi fanno un’ottima figura. Il secondo punto a sfavore sono le musiche, praticamente assenti se non per una specie di litania che compare e scompare in determinate situazioni che sinceramente non ho ancora identificato. Avrei preferito di gran lunga una colonna sonora d’atmosfera che accompagnasse il giocatore per l’intera avventura e non per momenti sporadici, perché, se è vero che l’assenza di musica in determinati frangenti serve a creare un’atmosfera particolare, anche la sua mancanza tende a far perdere questa stessa atmosfera creata a suon di nebbia e di mostri striscianti.

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Cthulhu basta con gli scherzoni, accendi la luce!

L’altro grosso difetto di questo gioco è la sua traduzione, fatta per stessa ammissione degli sviluppatori con un traduttore online. Per quanto mi faccia davvero tenerezza lo sforzo di questi ragazzi di dare la scelta della propria lingua madre al giocatore, l’effetto è quantomeno bizzarro, con traduzioni letterali tremende e frasi talmente sconnesse da risultare incomprensibili se non ridicole. Capisco che, se il gioco vende abbastanza, la traduzione verrà fatta come si deve, ma allo stato attuale dovete assolutamente giocarlo in inglese, pena non capire davvero un tubo non solo della storia ma di tutto quello che vi circonda, comprese le statistiche delle armature, solo per farvi un esempio.

Salt and Sanctuary è un ottimo gioco sotto tanti punti di vista e, nonostante soffra di qualche difetto secondario, è sicuramente un ottimo prodotto, se non vi fa paura la lingua inglese e la cattiveria che domina questo mondo in rovina dovete assolutamente dargli una possibilità.
In fondo, quanti giochi possono prepararvi psicologicamente all’arrivo di Dark Souls 3? Come dite? Bloodborne? Lalallalala non vi sento! Non vi sento!

Se anche voi volete avere più sale da mettere sulle vostre bistecche potete comprare Sale e Santuario per PlayStation 4 sul PlayStation Network17,99 € e sono decisamente soldi ben spesi. Per le versioni PC e PlayStation Vita c’è da aspettare ancora.

SALT polipi

  • Ambientazione
  • Stile grafico
  • Cattiveria

 

  • Musiche assenti
  • Traduzione tremenda
  • Non adatto a tutti

 

Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.