Pubblicato il 13/02/19 da Samuel Castagnetti

Sunless Skies

Ho visto siluri balenare nel buio vicino alle porte di New Winchester
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Introduzione – Trittico dell’orrore

Tutto iniziò con Fallen London, browser game che ha gettato le basi per Sunless Sea, “prequel” del gioco che mi trovo a recensire oggi: Sunless Skies. Failbetter Games torna ad ampliare il suo universo narrativo costruendo sulle basi poste con Sunless Sea. Per facilitare meglio la comprensione del tutto è giusto incastonare i giochi precedenti sotto un cappello di meccaniche, le quali aiutano a comprendere meglio le fondamenta del gioco di cui parleremo oggi.
Fallen London è un browser game che si comporta molto come un libro game, ma con elementi RPG ben radicati al suo interno. In blocco si potrebbe dire che Fallen London sia un esperienza praticamente solo testuale. Il gioco introduce l’universo narrativo che verrà poi espanso nei due seguenti capitoli, se così li si può chiamare. Sunless Sea, a differenza di Fallen London, è un videogioco “vero e proprio”, che va a espandere l’ambientazione attorno alla città sprofondata. Del predecessore mantiene delle forti connotazioni testuali, ma vi aggiunge una componente di gameplay con importanti tratti roguelike, open world e di esplorazione. Sunless Skies va a reiterare, con qualche differenza, il pacchetto di meccaniche offerto da Sunless Sea.
E’ importante dire che non è necessario in alcun modo aver giocato Fallen London e Sunless Sea per poter giocare Sunless Skies, e viceversa. Sunless Skies è ambientato nello stesso universo horror gotico con grosse influenze lovecraftiane e steampunk, ma molto tempo dopo Sunless Sea, e non più nel mare sotterraneo attorno a Londra, ma nello spazio.

La Jungla spaziale secondo Failbetter Games
Giri l’angolo, scosti una liana e Failbetter Games manda la tua run in pezzi.

Trama – Parole Parole Parole

Lo storytelling nella serie è di assoluta importanza e anche questo capitolo non fa eccezione. Il gioco, come accennato prima, è ambientato migliaia di anni dopo Sunless Sea, in un tempo in cui l’imperatrice di Londra ha condotto parte del popolo nello spazio. Questo nuovo paesaggio non è meno oscuro e minaccioso di quello attorno a Londra, dato che nasconde altrettanti pericoli e segreti.
Essendo la narrazione al centro di ogni gioco sviluppato da Failbetter Games, anche in questo caso le nostre avventure celesti sono accompagnate dai cari e vecchi wall of text, presenti anche in Sunless Sea, forieri di croci e delizie. Fortunatamente, a livello di interfaccia è diventato molto più leggibile se verranno tirati dei dadi per poter compiere un’azione e la difficoltà della stessa. Il lato oscuro dei wall of text però è legato principalmente al font, che spesso è troppo grande per poter leggere senza scrollare.
La storia si è rivelata abbastanza in linea con le aspettative che avevo dopo aver giocato i titoli precedenti e, salvo qualche passo falso, si mantiene sempre su un buonissimo livello. Il tutto si sposa perfettamente con le meccaniche e il mood del gioco, offrendo un’esperienza godibilissima. Dare maggiori dettagli sicuramente minerebbe la vostra eventuale esperienza di gioco, mi limiterò quindi a quanto scritto sopra.

Un esempio di porto in Sunless Skies
Non tutti i porti che trovate in Sunless Skies sono posti “normali”.

Gameplay – L’agilità di una locomotiva

Sunless Skies non presenta importanti differenze di gameplay rispetto al predecessore, o meglio ne ha molte, ma non particolarmente significative. Come detto nell’introduzione, Sunless Skies è un rouguelike open world con focus sull’esplorazione. Il capitano di cui vestiamo i panni non avrà l’opzione di respawnare una volta morto, ma solo di lasciare l’imbarcazione al suo successore, il quale erediterà alcuni elementi dal capitano precedente. Da notare che questo succede solo alla difficoltà normale, mentre la seconda, quella più permissiva, offre la possibilità di ripartire dall’ultimo autosave ( l’ultima città visitata).
La mappa, come in Sunless Sea, non sarà visibile bensì ricoperta dalla fog of war, starà a noi scoprire ogni location. Il sistema di combattimento è diverso, personalmente l’ho trovato migliore, più agile e reattivo, ma ha i suoi punti deboli. Sunless Skies predilige le armi frontali, obbligando il giocatore a puntare con il muso della propria “locomotiva” direttamente al bersaglio. Il nuovo sistema di strafing aiuta molto a evitare eventuali danni dovuti alla rigidità degli armamenti, ma spesso nei combattimenti contro nemici multipli ci si trova con un importante svantaggio.
Carina l’aggiunta di un sistema di overheating delle armi che aggiunge un pochino di spessore in più al combattimento, che altrimenti si risolverebbe in una semplice questione di spamming.

Combattimenti in Suless Skies
Ne abbiamo fatta di strada da Fallen London.

Generalmente Sunless Skies è più permissivo del fratello maggiore, offrendo dei buoni profitti se si decide di intraprendere la via del commercio. Allo stesso modo ho trovato particolarmente fastidioso il processo iniziale, a causa del quale si hanno poche risorse e veniamo costretti a un trial and error fino alla scoperta delle varie città, vitali per poter essere efficaci nel gioco. Questo in Sunless Sea non accadeva, in quanto sia a livello di composizione della mappa, sia come quantità di provviste, offriva più spazio di manovra.
In Sunless Skies infatti si parte dal centro dell’area per poi muoversi verso l’esterno, su una mappa tonda. In Sunless Sea invece si partiva dal lato sinistro della mappa rettangolare che, essendo costiera, permetteva di trovare facilmente alcune città, per poi muoversi verso la parte destra. La gestione delle scarse e costose risorse è ulteriormente affossata dalla schivata laterale, che brucia una buona fetta di carburante. Lo stesso vale per l’utilizzo del pipistrello, utile a rilevare punti d’interesse attorno a noi: l’infame divora razioni neanche fosse al cenone di natale.
Sono tornati anche terrore e incubi di lovecraftiana memoria, che ci accompagneranno nel nostro viaggio affinché non ci dimentichiamo mai degli orrori che lo spazio nasconde. Da far notare che in questo nuovo RPG non si navigherà una sola area, a differenza del precedente, ma grazie all’utilizzo di strani portali ci si potrà muovere in un totale di quattro aree diverse. Ho apprezzato molto il nuovo sistema di level up del proprio capitano, ben fatto e funzionale.

Il Ghiaccio in Sunless Skies
Uno dei biomi presenti in Sunless Skies.

Comparto Tecnico – I suoni dal void

Visivamente il gioco si presenta molto bene, ottime le illustrazioni e l’art style. I fondali e le aree di gioco sono visivamente incredibili e l’effetto dei layer del fondale è realizzato ottimamente. Il lato artistico del gioco è perfettamente integrato da un comparto audio di alto livello, che incapsula alla perfezione il mood che volevano trasmettere glisviluppatori; lo stesso vale per la riproduzione dei vari effetti sonori.
La nota dolente, come nel capitolo precedente, rimane l’interfaccia che, seppur migliorata in alcuni settori, rimane largamente insufficiente: generalmente confusa, non chiara, basti pensare che ci ho messo parecchio tempo prima di trovare il modo di poter commerciare nei porti. Diciamo che offre troppe informazioni o troppo poche, a seconda del tab in cui si sta guardando: questo rende l’esperienza di gioco, soprattutto ai giocatori alle prime armi, parecchio più complicata di quello che dovrebbe essere.

Cielo rosso sangue
Rosso di sera…

Conclusioni – Non per tutti i gusti

Sunless Skies riprende la formula del capitolo precedente e la trasforma, in alcuni aspetti in meglio e in altri in peggio. I problemi più grossi si vedono a livello di interfaccia, mentre il resto della presentazione direi che è il punto forte del titolo.
Non di certo un gioco per tutti, lo consiglio in particolare agli amanti dei rouguelike disposti ad affrontare costanti wall of text.

  • Trama solida e piena di alternative
  • Presentazione di ottima fattura
  • Universo narrativo

 

  • Interfaccia largamente insufficiente
  • Inizio davvero poco permissivo

Ambientazione

Choo Choo!!

Rednek - Biografia

C'e' poco da dire, chi non sceglie Charmander come starter chiede arroganza, chi fa l'ingegnere su Guns of Icarus chiede arroganza, i programmatori di Asmandez pretendono che l'arroganza si abbatta su di loro. Non ho detto nulla di me stesso o forse, perche' mi arrogo il diritto di non farlo.

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