Pubblicato il 07/10/24 da Antonio Rodofile

NBA 2K25 – Recensione

Dopo un anno sabatico, ho avuto modo di provare la nuova simulazione cestistica targata 2K.
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La premessa fondamentale di questa recensione è che torno sul simulativo cestistico di 2K, dopo un anno sabatico che deriva dalla grande delusione che è stato NBA 2K23, in una versione tremendamente castrata per PS4. In questi due anni, però, qualcosa è cambiato e NBA 2K25 mi ha davvero impressionato per tutta una serie di motivi che andrò ad approfondire in seguito, al netto di alcuni punti che, invece, rimangono sempre discutibili.

Gameplay

A livello puramente di gameplay, NBA 2K25 è di gran lunga migliorato rispetto a quello che era il 23. Le animazioni sono molto più fluide e pulite, i giocatori non si “impastano” più tra di loro e molte situazioni come quelle di blocco o tiro contestato sono molto più credibili rispetto al passato. Questo è merito del nuovo ProPlay che introduce una miriade di nuovi movimenti realistici (circa 9.000), fedeli a quelli dei giocatori NBA, che rende ogni animazione molto più curata e bella non solo da vedere, ma anche da provare in game.

Le difese, invece, sembrano un po’ ballerine e mi sono spesso ritrovato con molto spazio libero per il tiro da fuori sia nella carriera che provando le varie ere. Questo, tuttavia, va a favorire lo spettacolo e non mi è sembrato un vero e proprio problema, dal momento che, pur non avendo marcature strettissime, le difese non sono così leggere da concedere punto su ogni azione. Anche perché i movimenti difensivi traggono grande beneficio dalle nuove animazioni e restituiscono una sensazione di fisicità eccezionale, soprattutto nelle situazioni di contrasto o post, nelle quali si riesce a sentire il peso del giocatore che stiamo controllando. Anche i movimenti laterali sono molto più curati e, al di là dell’overall del giocatore, tendono molto a premiare una corretta posizione in campo. Ovviamente, tutto questo è inutile se, come nel caso del mio MP, avete 30 di forza e vi trovate contro un giocatore strutturato che, sistematicamente, vi spazzerà via sotto canestro.

Insomma, per quanto riguarda il gameplay devo ammettere che il lavoro fatto da 2K in NBA 2K25 è davvero eccellente e l’esperienza generale del campo risulta più che convincente sia nelle animazioni in transizione e senza palla, sia in quelle di tiro e passaggio che, nelle passate edizioni, ogni tanto peccavano e portavano a palle perse frustranti e insensate. Quest’anno, in tutte le mie prove, non mi è capitato un singolo errore che non fosse causato dalla mia scarsezza in campo.

My Career

La modalità che, solitamente, desta più attenzione nella serie cestistica di 2K è sicuramente il MyCareer. Anche in NBA 2K25, infatti, possiamo creare il nostro giocatore e iniziare la scalata verso le finals e l’anello più ambito della pallacanestro americana. Anche quest’anno, però, alcuni problemi della carriera ritornano allo stesso modo del passato.

La prima di queste problematiche è legata allo scan del volto che, come sempre, si comporta in modo piuttosto altalenante. Per creare il mio giocatore in NBA 2K25, infatti, ho fatto alcuni tentativi scattando foto del mio volto con la companion app per smartphone. Tuttavia, i risultati sono stati abbastanza deludenti. Dopo un paio di tentativi a vuoto, sono riuscito a ottenere un volto apparentemente piuttosto fedele a quello reale, ma mi sono reso conto soltanto in seguito che il modello ha un buco sul lato sinistro e delle ombre fastidiose sulla fronte, nonostante le foto siano state realizzate in condizioni ottimali di luce.

Ma mettiamo da parte questa piccola deviazione per tornare a parlare del gioco vero e proprio. NBA 2K25 offre una carriera che ha moltissimi stimoli, ma, a mio avviso, snatura alcuni elementi che hanno sempre caratterizzato la serie e che, già da qualche anno, sono stati messi da parte. Innanzitutto, non ho apprezzato la possibilità di scegliere in autonomia la squadra con cui iniziare la carriera. Il concetto fondante della carriera di NBA 2K, infatti, è sempre stato quello di prendere un giocatore appena uscito dal college o, comunque, nel suo anno da rookie e portarlo al draft. Togliere questo elemento e permettere al giocatore di scegliere da subito la squadra in cui andare a giocare, secondo me, è una scelta piuttosto discutibile e che toglie realismo alla storia.

Inoltre, nella narrazione di quest’anno, gli sviluppatori hanno deciso di relegare le parti legate al background del nostro MP a dei semplici flashback con sfide apposite. Se, da una parte, l’idea delle sfide che possono dare diverse stelle e ricompense, è interessante e mi ha spronato a mettermi alla prova in qualcosa di diverso dal semplice fare più punti dell’avversario, dall’altra non ho molto apprezzato l’idea di catapultare il mio povero MP e il suo 60 di overall direttamente nella regular season a battagliare con giocatori molto più forti di lui.

A proposito di questo, un ultimo problema della modalità carriera, anche questo di tipo strutturale e non di gameplay, consiste nell’impostazione fin troppo incentrata sullo shop. Per portare il nostro giocatore a 85 di overall, infatti, servono circa 190.000 VC e, in una partita con voto molto alto, modificatore difficoltà attivo e parecchi bonus realizzati, possiamo arrivare ad accumulare circa 900 VC. Questo vuol dire che per raggiungere la valutazione di 85 dobbiamo giocare circa 200 partite, ovvero quasi tre stagioni complete. In alternativa, possiamo spendere i nostri risparmi reali, acquistare un pacchetto di VC e raggiungere 85 di overall in pochissimi secondi. Considerando che poi i nostri giocatori competono nelle sfide online, credo che ci sia fin troppo sbilanciamento tra chi acquista VC e raggiunge subito valutazioni alte e chi, invece, deve giocare per mesi prima di ottenere un overall decente che permetta di competere con i più forti.

Una valutazione positiva, invece, la meritano tutti gli elementi di contesto della carriera: città, missioni secondarie, basket da strada, arena. Tutti questi creano una profondità enorme in NBA 2K25 e danno al giocatore moltissimi stimoli che spingono a non fossilizzarsi sulle sole partite stagionali, ma a vivere una vera e propria simulazione di vita per un giocatore NBA, oltre a dare qualche possibilità in più di accumulare VC aggiuntivi con le missioni secondarie e le sfide.

Una menzione la merita anche il builder del giocatore che permette di creare la nostra superstar nel modo più affine ai nostri gusti. Quando ho creato il mio giocatore, infatti, mi sono trovato a scegliere tra tre possibilità: build personalizzata, build creata dai professionisti e build NBA. La prima, come facilmente intuibile, è la classica di NBA 2K e permette di modificare ogni parametro del giocatore. La seconda, invece, mi ha mostrato una serie di build realizzate da professionisti secondo archetipi specifici di giocatore, mentre con l’ultima è possibile creare dei giocatori che hanno le stesse identiche caratteristiche dei giocatori più importanti dell’attuale NBA. Tutte e tre le alternative risultano scelte molto valide quando andiamo a creare il nostro giocatore e ci permettono di plasmare il campione perfetto per il nostro stile.

MyGM

Un’altra delle modalità più apprezzate della serie è il MyGM, in cui il giocatore si trova a vestire i panni di un general manager e controlla ogni fase della sua franchigia. Al netto di alcune idee valide, tuttavia, la modalità pecca di personalizzazione e finisce presto per stancare. Al contrario, la possibilità di giocare le diverse ere storiche della NBA è una trovata più che azzeccata che rende ancora più profonda la longevità di NBA 2K25.

In questa modalità, infatti, possiamo fronteggiare le principali ere cestistiche di tutti i tempi e giocare nei campionati che hanno visto brillare stelle come Larry Bird, Allen Iverson, Kobe Bryant e, quella più recente, Stephen Curry. Dopo aver selezionato l’era che vogliamo vivere, possiamo decidere se giocare nei panni dei campioni simbolo di quell’epoca o usare una diversa franchigia per sfidarli e riscrivere la storia.

Data la mole di epoche a disposizione, tutti gli amanti della storia dell’NBA troveranno stimoli continui legati a questa modalità e, complice il gameplay eccezionale di NBA 2K25, potranno godere della più fedele riproduzione dei giocatori mai apparsa in un gioco cestistico.

Grafica e sonoro

Anche sotto l’aspetto grafico, NBA 2K25 colpisce in positivo. Esteticamente, infatti, ogni giocatore è riprodotto in modo estremamente fedele alla sua controparte reale, cosa che si combina con i movimenti introdotti dal ProPlay per una resa fenomenale.

Lo stesso vale per i palazzetti e l’atmosfera generale del campo. Nella carriera giocatore, ad esempio, prima di ogni partita in NBA mi sono trovato a dover letteralmente entrare in campo dal tunnel degli spogliatoi. Quei pochi passi prima di vedere il parquet mi hanno lasciato un impatto spettacolare. Immaginate di trovarvi negli spogliatoi, prima del vostro esordio in NBA, voi da soli con i vostri pensieri. Cercate la concentrazione, ma da fuori sentite già il boato del pubblico che non aspetta altro che vedervi all’opera. Fate due o tre passi, alcune persone si sporgono dalle gradinate vicino agli spogliatoi, altri, addetti ai lavori, sono all’ingresso del tunnel e vi aspettano. La luce del palazzetto vi illumina, quasi vi acceca. Appena vi riprendete, vi trovate di fronte un muro di persone che urlano il vostro nome. Prendete il pallone e andate a riscaldare il vostro tiro.

Immaginate tutto questo senza un singolo caricamento, ripetuto per ogni partita della vostra carriera, non credo di poter restituire adeguatamente la meraviglia che mi ha provocato questa semplice meccanica.

Commento finale

NBA 2K25 è senza dubbio la migliore simulazione cestistica che sia mai stata realizzata. Il nuovo sistema di animazioni fedeli alle controparti reali dei giocatori rende il gameplay estremamente bello da vedere, oltre a produrre movimenti fluidi che risolvono problematiche storiche della serie come le animazioni “impastate” o poco credibili che rompevano la magia in passato. A questo, bisogna aggiungere che anche le difese rivisitate riescono a rendere al meglio il peso dei giocatori e restituiscono una sensazione di solidità ai contrasti che migliora ulteriormente la resa complessiva del gameplay. Tutto questo è correlato da una grafica meravigliosa e un’atmosfera semplicemente perfetta. NBA 2K25, però, non è privo di difetti e continua a perseguire un modello di progressione nella carriera giocatore fin troppo incentrato sulle microtransazioni, oltre a rimuovere elementi come il draft NBA che in passato hanno reso molto più immersiva la storia. Inoltre, nonostante le Ere NBA siano semplicemente stupende, il MyGM continua a soffrire di qualche pecca di troppo che lo rende poco invitante per i giocatori.

  • Nuove animazioni eccezionali
  • Meccaniche molto più fluide
  • Atmosfera in campo straordinaria

 

  • Ancora troppo incentrato sulle microtransazioni
  • Qualche pecca di troppo sulle modalità offline

Antonio Rodofile - Biografia

Sono nato col pad in una mano e la penna nell'altra. Trent'anni dopo, scrivo con la tastiera.

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