Dopo il successo ottenuto con Little Nightmares e i suoi tre DLC, Tarsier Studio ci riporta a vivere una ansiogena e grottesca avventura con Little Nightmares II, mostrando un netto miglioramento tecnico e stilistico e mantenendo appieno, se non migliorando, l’atmosfera caratteristica del mondo di gioco. Purtuttavia il titolo, per quanto godibile, non è privo di difetti.
Indice
Un Sogno Premonitore
Il gioco si apre con una cutscene che mostra un lungo corridoio terminante con una porta caratterizzata dal tanto amato occhio che tutto vede, che già nel primo titolo ci aveva tenuto compagnia. Conclusa la scena faremo conoscenza di Mono, silenzioso protagonista (un bambino magrolino con un cappotto e un sacchetto di carta che gli copre il volto) che, risvegliatosi in una foresta, partirà per un viaggio atto a risolvere il mistero della premonizione apparsagli in sogno. Da li a poco Mono incontrerà una bambina rinchiusa in una stanza, che deciderà di “salvare” sfondando la porta con la stessa delicatezza con cui un martello pneumatico colpisce l’asfalto. Inizierà da li a breve il viaggio di Mono e la sua nuova compagnia che fin da subito si ritroveranno a scappare da uno dei grotteschi esseri che caratterizzano il gioco, ovvero “Il Cacciatore”.
Sebbene il titolo presenti una “narrativa” più accattivante del predecessore, anche per varietà di luoghi che il giocatore incontrerà durante il viaggio, il gioco, così come Little Nightmares, è caratterizzato dalla poca longevità. Nel giro di poche ore è possibile completare i 5 capitoli offerti, che possono essere allungate, di poco, dalla ricerca dei collezionabili. Parliamo comunque di non più di 6-7 ore di gioco per completare il titolo al 100%, comprendendo, se non si sono ottenuti prima, anche la seconda run per i collezionabili. Così come il primo capitolo della serie, Little Nightmares II non si presta alla rigiocabilità e se non fosse per l’escamotage definitivo degli ultimi anni, anche conosciuto come “lore”, potrebbe tranquillamente passare per un titolo che lascia il tempo che trova, seppur un’esperienza piacevole.
Nuovo vestito, stessa sostanza.
Parlando del Gameplay di Little Nightmares II, sebbene possiamo sicuramente notare delle migliorie tecniche, come l’auto centrarsi del personaggio nei percorsi più stretti, impedendo al giocatore di cadere più e più volte stupidamente, tuttavia rimane perlopiù invariato. I comandi sono gli stessi di Little Nightmares (un tasto per saltare, uno per correre, uno per accendere la torcia, uno per accovacciarsi e uno per aggrapparsi), così come le meccaniche che, se non per rare eccezioni, rimangono totalmente invariate dal primo titolo, senza aggiungere niente di nuovo, dando un senso di dejà vu. Nuovamente mi sono ritrovato a morire per una gestione della profondità che disorienta, soprattutto nei cambi di telecamera, il giocatore o ancora, sebbene in numero inferiore, ad incastrarmi in porte o bocchettoni perché non mi ero posizionato precisamente nel punto richiesto dal gioco.
Detto questo, le meccaniche platforming sono indubbiamente migliorate e i puzzle risultano lievemente più complessi, sebbene mai ad un livello tale da mettere realmente in difficoltà il giocatore (cosa abbastanza strana, dato il pegi 16).
Una nota di merito va sicuramente all’intelligenza artificiale, non tanto dei mostri, quanto del compagno di viaggio, che si avverte come vivo e reale, agendo in maniera sensata e tangibile allo svolgimento del gioco. Il compartecipare, l’aiutarti e non rimanere del tutto impassibile, ma soprattutto il muoversi con intelligenza per non farsi beccare, sono tutti elementi che ho apprezzato di cuore.
Guarda quanto buio
Il comparto grafico è l’aspetto che mi ha sicuramente colpito di più. Il gioco si presenta molto più dettagliato e immersivo rispetto al predecessore, con ambientazioni sempre diverse che riescono a incutere un senso di tensione e disturbo nel giocatore. Ancor di più ho amato il design delle “creature”, che rimangono grottesche e disturbanti, ma a loro modo colpiscono maggiormente, costringendo il giocatore a rimanere sempre sull’attenti. Diverse volte mi sono ritrovato a soffermarmi sui mostri che mi si paravano davanti, e più di una volta sono saltato dalla sedia, per l’ansia che sono riuscite a trasmettermi.
Conclusione
In conclusione ritengo Little Nightmares 2 un titolo valido, in grado di regalare qualche ora di svago, ma non privo di difetti. Certamente è un passo avanti rispetto al predecessore, ma ne mantiene molte criticità. Un gameplay a tratti poco responsivo, delle meccaniche che di per se non si sono minimamente rinnovate, portano delle sezioni di gioco lente e ripetitive, risultanti in momenti abbastanza noiosi (cosa che ritengo critica per un gioco dalla durata così breve), lo rendono un titolo che si eleva di poco dalla media, ma lontano da essere realmente una gemma, e non basta una “lore accattivante” a rendere un gioco veramente bello.
|
|