Horizon Forbidden West: Burning Shores – Un DLC con un’anima
Horizon Forbidden West: Burning Shores è uno dei pochi DLC, tra quelli che ho giocato, con un’anima vera e propria, una sua evoluzione coerente e coesa e che concentra i suoi sforzi non solo nel far proseguire la trama verso il futuro seguito del franchise, ma anche e soprattutto nello sviluppare il personaggio di Aloy ancor di più, entrando più nel dettaglio della sua vita, della sua storia e delle sue aspettative. Sarebbe stato veramente facile fare in modo che Burning Shores fosse semplicemente un’arida prosecuzione del gioco base, offrendoci solo più armi, più nemici, più possibilità, più abilità, una nuova zona da esplorare… Anche perché, possiamo dirlo, Horizon Forbidden West, evolvendo sul suo predecessore, ha messo in piedi un sistema di gioco espandibile molto facilmente.
Nonostante ciò, Horizon Forbidden West: Burning Shores non appare, ma soprattutto non si gioca, come un semplice DLC, ma come un vero nuovo capitolo nella storia di Aloy.
Gameplay e comparto tecnico – Espansione rinforzata
Burning Shores parte dal presupposto che il mondo, per quanto in rapida marcia verso la distruzione, è ancora timidamente abitato da persone esattamente come la nostra protagonista. Ecco perché l’esplorazione di Los Angeles, luogo in cui è ambientata questa espansione, sarà accompagnata dalla figura di Seyka, una sopravvissuta come Aloy, con un passato, però, molto diverso. Senza spoilerarvi nulla, la storia si concentra sulla continua scoperta di segnali che porteranno inevitabilmente ad un futuro capitolo, come vi anticipavo. In questo contesto, nel frattempo, si evolve anche il rapporto tra le due protagoniste e la presa di coscienza di un futuro oscuro, che richiederà l’intervento di Aloy per provare ad invertire la rotta.
Dal punto di vista del gameplay, Horizon Forbidden West: Burning Shores rappresenta un solido, anche se piccolo, passo in avanti rispetto al titolo precedente. Tutte le aree di gameplay che Horizon Forbidden West presentava sono state espanse: armi, override, meccaniche di combattimento, albero di abilità, macchine governabili. Sfortunatamente il numero di nemici non è stato uno dei punti più forti di questo calderone, anche se devo dire che il mecha-rospo sputafuoco mi ha fatto saltare letteralmente dal divano quando l’ho visto per la prima volta. Non si può dire che Guerrilla Games non sappia trasformare un innocuo animale in un acerrimo nemico, riuscendo sempre a contestualizzarlo nel mondo di Horizon.
Un gran punto di forza, a mio parere, è stato quello non solo di espandere attraverso il gameplay, ma anche di rinforzare attraverso il world design. Los Angeles ci permetterà di sfruttare le nuove meccaniche di gioco grazie alla grandissima attenzione riposta nella creazione del mondo e del level design. Un esempio concreto? Fatemi sapere se incontrando i geyser sparsi per la città non vi si stamperà un piccolo sorriso sulla bocca quando li utilizzerete per volare in aria e fare gliding verso altre zone: effetto garantito!
Parlando, invece, del reparto grafico, Burning Shores consolida tutto quello che aveva fatto Forbidden West. Los Angeles non è solo divertente da esplorare, ma è anche tremendamente bella da vedere, nonostante sia una città in rovina dove la natura si è ripresa ciò che una volta era suo. Punti di interesse della Los Angeles che conosciamo sono sparsi per la mappa, completamente avvolti dalla natura lussureggiante. Per chi conosce quei luoghi c’è ovviamente quella sensazione piacevole che si ha tutte le volte che si riconosce qualcosa del mondo reale in un videogioco; per tutti gli altri, invece, rimane comunque la bellezza di vedere queste imponenti strutture, illuminate con maestria, che regalano davvero gran begli scatti in photo mode.
Horizon Forbidden West: Burning Shores – Un capitolo da avere
In definitiva, Horizon Forbidden West: Burning Shores rimane assolutamente un capitolo da avere. Al netto di tutte le questioni riguardo la storia di Aloy che si sono dette e che si continueranno a dire, e che non mi sento di condividere, questo DLC rimane imprescindibile per tutti coloro che amano il franchise e vogliono assolutamente giocare con un’Aloy più matura, un mondo più vivo, un gameplay ancora più vario e solido. Ora scappo, che sento gracidare in lontananza!
See you, Game Cowboys!
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