Cominciamo col dire che non partire dall’inserimento delle nazionali femminili nella strafamosa e pluripremiata saga Electronic Arts sarebbe una follia perchè, finalmente, anche il gentil sesso potrà dire la sua sul campo da gioco virtuale più famoso del mondo, segnare, esultare e citare Federico Buffa. I fan del noto giornalista sportivo si ricorderanno sicuramente le parole dedicate a Ronaldo: “Ronaldo non è guidare una Lamborghini Murcielago, è ESSERE una Lamborghini Murcielago”. Ecco, finalmente anche la vostra ragazza, pad alla mano potrà esclamare: “Io non sono come guidare una Lamborghini Murcielago, SONO una Lamborghini Murcielago lanciata, in prima, a 220 km/h”.
Sì, ok, sono stato troppo maschilista nel preambolo, ma confido nel fatto che il numero delle lettrici di questa recensione si conteranno sulle dita di Szczesny rimaste sane dopo lo scontro con Suarez.

Passiamo alle cose serie adesso. Già dal primo menù FIFA rimane fedele a se stesso, proponendo una veste grafica molto simile al capitolo precedente e con la stessa selezione di modalità giocabili, a parte, ovviamente, il mondiale dedicato alle nazionali femminili.
Per trovare le prime vere novità in questo senso dobbiamo addentrarci più in profondità.
Partiamo da quella che probabilmente ha decretato più delle altre il successo della saga: l’Ultimate team. L’unica (graditissima) novità sostanziale è il Draft, un torneo composto da 4 partite ad eliminazione diretta che vi chiederà di scegliere un modulo (non potrete cambiarlo per tutto il mini torneo) e un giocatore tra 5 possibilità per ogni posizione, che dovrete selezionare accuratamente tenendo sempre d’occhio la beneamata intesa tra le vostre stars.

Prendo ora la mia Inter e comincio una carriera allenatore per vedere se c’è qualcosa di nuovo dato che, sinceramente, mi informo sempre molto poco prima dell’uscita di un gioco che so di prendere: scoprire cose è bello. Rispondo alle domande di rito, fin qui nulla di nuovo.
“Competizione europea alla prima stagione?”
Rispondo “Eh, magari.” e proseguo.
Gustosa novità per quanto riguarda questa modalità, amatissima da chi predilige giocare contro l’A.I. piuttosto che con un avversario in carne e ossa (avversario in carne e ossa che dopo il trentacinquesimo dribbling con mossa abilità e il decimo minuto di melina sull’1 a 0 vorresti andare ad aspettare sotto casa). Dicevamo, comunque, una gradita novità in ambito carriera è l’inserimento dell’allenamento manuale dei giocatori: tramite le prove abilità potrete allenare i membri della vostra squadra facendo salire le statistiche che secondo voi sono più utili per il suo ruolo.

Bene, abbiamo acceso la carbonella e preparato il barbecue, direi che è il momento di passare all’antipasto. La veste grafica è ottima, come al solito, con un’illuminazione del campo totalmente rinnovata e che si sente davvero tra uno stadio e l’altro, mentre l’inserimento di nuovi fenomeni metereologici, come la nebbia e la pioggia leggera, spezza la monotonia degli anni precedenti (sole spacca pietre, diluvio universale, nuvoloso, tormenta di neve appena finita). Per quanto riguarda i veri protagonisti del campo, il divario di dettaglio dei volti tra i top players europei e la Serie A può sicuramente far storcere il naso a noi italiani, ma c’è da dire che, purtroppo, tolta l’ultima Champions League, nell’ultimo periodo abbiamo un po’ latitato e visto l’enorme lavoro a livello poligonale che deve esserci dietro non ci può e deve lamentare: semplicemente è una cosa che piacerebbe, ma non va assolutamente ad incidere sulla bontà del titolo.
Detto ciò, aggiungiamo a quanto già citato un manto erboso che va rovinandosi man mano che la partita avanza e abbiamo un gioco che è davvero una gioia per gli occhi.

Bene, pronti? Arriviamo alla ciccia vera che la carnazza è pronta.
Il feeling con il gameplay, al primo impatto, lascia totalmente straniti. Ci sono stati tanti e grossi cambiamenti, nel bene e nel male, ma anche un paio di cose che, purtroppo, sono rimaste immutate dall’anno scorso. Andarsene in velocità non è più così facile (ciao Ibarbo), è un fattore al quale si è già cercato di mettere una pezza in FIFA 15 e ci si sta ancora lavorando con buoni risultati: le difese sono molto più reattive ed aggressive, si può davvero seguire al millimetro il movimento dell’attaccante avversario, ma è un nuovo sistema che richiederà del tempo per essere padroneggiato alla perfezione, anche dai giocatori di vecchia data, soprattutto perchè dalla parte opposta della barricata abbiamo un migliore e più veloce controllo palla che permetterà maggiori possibilità di dribbling rispetto al passato, senza essere costretti ad abusare delle mosse abilità. Ottima la possibilità di rialzarsi manualmente da una scivolata, assente fino a questo capitolo, che va ad alzare ancora di più il numero di possibilità difensive, così come il numero di cartellini spesi a partita. A centrocampo la situazione si fa davvero interessante perchè in qualche modo si sentiva il bisogno di compensare questi nuovi vantaggi della difesa. Con la maggior pressione sulla palla ci sarà meno tempo per ragionare e toccherà spesso agire di prima intenzione, grazie anche all’introduzione del passaggio teso (RB/R1 + A/X, dove prima era posizionato quello di fino). E che roba è? Presto detto: un passaggio veloce che esce dai piedi a tutta potenza, sacrificando ovviamente la precisione. Visto l’aumentato pressing generale non devo stare a spiegarvi come uno stop sbagliato possa far ripartire l’avversario con un contropiede dagli esiti drammatici. Siamo davanti, insomma, ad un’interessante arma a doppio taglio.

Nerfati (passatemi il termine nerd, significa depotenziati) i loop alti finalmente, ancora pericolosissimi, ma non più onnipotenti: l’A.I. dei difensori non direttamente controllati da noi è più sveglia sulle palle alte, ma gli svarioni si sentono ancora e le cozzate tra compagni di squadra rimangono all’ordine del giorno, anche se decisamente meno frequenti rispetto allo scorso capitolo. I portieri sono decisamente migliorati sui tiri dalla breve distanza e sfarfallano davvero molto meno… In compenso adesso soffrono troppo quelli da lontano. C’è poco da fare, si fa fatica a trovare un buon equilibrio in questo senso. Altra pecca degli estremi difensori sono sempre i tiri sul primo palo, anche quest’anno soffertissimi. Esagerate però le uscite sui calci d’angolo, ancora più efficaci dello scorso anno e abbastanza irrealistiche: è praticamente impossibile battere un calcio d’angolo buttando la palla in mezzo all’area, il portiere c’è sempre e agguanta la palla travolgendo tutto e tutti.
L’ultima pecca riguarda l’I.A. avversaria nelle stagioni. A difficoltà alte, in molte occasioni, sembra di giocare contro una squadra di cyborg venuti dal futuro per distruggere il calcio.
…Ho un dejavù.
Scherzi a parte, non è che prendono palla e ti dilaniano 25 a 0, è più il fatto che non sbagliano NULLA. Ogni passaggio è perfetto, ogni inserimento è calcolato al millimetro, va bene, io dovrò ancora digerire le nuove meccaniche difensive, ma in un paio di partite a difficoltà campione non ho visto palla fino al trentesimo minuto circa e senza un pericolo reale, è stato semplicemente un giro palla infinito.
Le nazionali femminili e il loro mondiale sono una graziosa distrazione, anche se per ora il numero di squadre a loro dedicate è abbastanza esiguo e un paio di squadre, statistiche alla mano, spiccano davvero troppo tra le altre. I valori delle giocatrici, parecchio alti, possono spaventare all’inizio, ma sono compensate da un lieve cambiamento nei passaggi e nei tiri, che ne escono depotenziati rispetto alle controparti maschili. Il fatto poi che siano più inclini agli errori renderanno le sfide in multiplayer parecchio divertenti, è sicuramente un’aggiunta graditissima.
No, non farò un’altra battuta maschilista, maledetti, è davvero un’aggiunta gradita.

La telecronaca è affidata a Pardo e Nava, niente di nuovo sotto il sole come nomi, ma c’è stata maggior attenzione sul loro coinvolgimento durante la partita e sul numero di informazioni fornite riguardanti trasferimenti, notizie ecc. Bisogna però ancora lavorare per arrivare ai livelli della versione inglese, sebbene restando in ambito sonoro, i nuovi cori nei vari stadi siano una meraviglia vera.
In conclusione, FIFA 16 non rinnova di certo l’intera saga, ma il team di sviluppo canadese ha messo parecchie pezze ai problemi del 15 riportando l’asticella ad altissimi livelli ed è, anche a sto giro, un acquisto obbligato per gli affezionati. Lo potete trovare per quasi qualsiasi manufatto tecnologico concepito dall’umanità.
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