Pubblicato il 10/01/23 da Andrea Borzì

FFVII: Crisis Core Reunion – Recensione

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Tra i recenti titoli con cui Square Enix sta rinnovando/rinfrescando la serie di Final Fantasy VII, di certo non poteva mancare anche Crisis Core, sebbene, a differenza di FFVII remake, dove è possibile assistere ad un chiaro cambio di trama (già confermato dal prossimo FFVII Rebirth), Crisis Core Reunion (titolo di questo remake) ripropone fedelmente le meccaniche e la storia dell’originale titolo per PSP, pur limandone le spigolosità.

Il gioco e stato riproposto su tutte le piattaforme, dando in questo modo la possibilità ai giocatori di poter scegliere se preferire una qualità maggiore, giocando comodamente dal proprio divano di casa, oppure emulare l’esperienza originale, con qualche compromesso, prendendolo per Nintendo Switch.

La storia

Come detto precedentemente il titolo, pur rinnovandosi di una nuova veste grafica (con modelli che si rifanno a FFVII Remake), seguirà fedelmente le orme del titolo originale. Posto cronologicamente 7 anni prima gli avvenimenti di Final Fantasy 7, in Crisis Core Reunion saremo chiamati a giocare nel ruolo di Zack, Soldier di seconda classe, desideroso di diventare un eroe come il suo idolo, l’amato Sephiroth. La storia inizia quando Genesis Rhapsodos, abile soldier di prima classe, e un gruppo di soldati abbandona la Shinra, costringendo quest’ultima a creare un piccolo gruppo di soldati scelti, capeggiato da Angeal e Sephiroth con l’intento di porre fine alla guerra contro Wutai. Con questa premessa verrà data la possibilità a Zack di dimostrare il proprio valore per poter diventare un soldier di prima classe.

Da qui in poi, una serie di eventi e colpi di scena poterà alla nascita dei rapporti e degli sviluppi tra i personaggi che tanto abbiamo amato in Final Fantasy 7 (di cui non dirò di più per permettere a chi non ha ancora vissuto questa esperienza di goderne a pieno).

Il Gameplay

Il gameplay è sicuramente l’aspetto che ha gioito maggiormente da questa operazione di rifacimento. Il titolo, che pur mantiene alcuni difetti originari (dovuti al tempo dalle limitazioni tecniche della PSP) come le secondarie estremamente ripetitive, migliora in generale la sua fluidità (sebbene maggiormente percepibile su console di nuova generazione), permettendo al giocatore un controllo maggiore sulle dinamiche e risultati delle battaglie. A questo aggiungiamo una IA che si dimostra più agguerrita nei confronti del giocatore, rispetto alla controparte originale, con boss che saranno in grado di utilizzare mosse inedite in grade di shottare il giocatore meno attento. Tuttavia, con abbastanza danni da parte del giocatore sarà possibile non solo annullare suddette mosse ma anche “stunnare” il nemico, lasciandoci un’ampia finestra per fare ingenti danni.

L’interfaccia di gioco viene generalmente migliorata, con un sistema intuitivo per l’uso di materie e abilità; infatti con la sola pressione del dorsale di potrà accedere ad un menù utilizzabile con i quattro bottoni del controller (contro lo scomodo sistema di psp in cui si era costretti a scorrere manualmente tra le materie). Ancora, L’OMD (il sistema di Onda Mentale Digitale) con il quale, mediante una slot machine il giocatore riceve potenziamenti, mosse speciali ed evocazioni, viene rinnovato al fine di mantenere adrenalinico il ritmo di gioco. Nel titolo originale infatti, spesso il sistema OMD risultava invasivo, con intere cutscene non skippabili e animazioni a tutto schermo che allungavano inutilmente le battaglie, ora al contrario, un semplice suono e una scritta a schermo ci informano dei buff ottenuti, senza interrompere il flow. Inoltre, non sarà più il gioco a decidere quando le limit break dovranno essere utilizzate, bensì il giocatore con la comoda pressione di un tasto.

Il resto

Premetto che la versione del titolo che ho avuto modo di provare è quella per Nintendo Switch, ovvero quella che personalmente credo abbiamo perso alcuni degli elementi estremamente positivi riportati da questa remastered. Primo di tutto sicuramente un framerate fisso a 30 fps, che non intacca l’esperienza di gioco, ma risulta più legnosa e meno responsivo delle controparti next gen, guadagnando, invece, come detto sopra, la possibilità di poter essere giocato in mobilità, riguadagnando così uno degli elementi “canonici” del titolo originale.

Graficamente parlando, si nota il profondo miglioramento dei modelli dei protagonisti, ora più espressivi ed in linea con FF7Remake, che mal si sposa, al contrario con i modelli degli npc che risultano poco curati. Sulla versione per switch aggiungo anche il profondo stacco che si avverte tra i modelli utilizzati per le cutscene e quelli in game, che per ovvie ragioni e necessità non si rispecchiano in toto. Stessa cosa per quanto riguarda Hub e scenari che risultano si più definiti ma al contempo semplici e scarni, staccandosi molto poco dalla controparte originale. Infine le cutscene di intermezzo, che faticano a confrontarsi con le nuove e rifatte in Real Engine 4.

Per quanto riguarda la lingua il gioco sarà fruibile con doppiaggio in giapponese e in inglese, mentre il sottotitoli saranno totalmente in italiano (purtroppo nella versione tradotta dall’inglese e non dal giapponese, come avvenuto per il Remake).

Conclusione

Insomma, tra alti e bassi, cure e dimenticanze, Final Fantasy 7 Crisis Core Reunion rimane un titolo da recuperare assolutamente per tutti gli amanti della storia di FFVII, sia per i novizi che per i navigati, sia per chi vuole rivivere il titolo del 2006 che per chi si sta approcciando solo con il remake, rendendolo un tassello fondamentale per conoscere il trascorso di Zack, Aerith e gli altri protagonisti. Un titolo che vi consiglio di prendere su next gen per giocarlo nella sua versione migliore, mentre per switch se volete provare\riprovare l’emozione del titotolo per psp.

  • Ottima Remastered
  • Maggiore espressività dei protagonisti

 

  • Pecche del titolo originale mantenute

 

BoarZo - Biografia

Videogiocatore fin dal 1995. Cresciuto con la tecnologia e i mondi virtuali...

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