Dopo ormai 4 anni dal loro ultimo titolo Arkane Studios ritorna con una nuova e intraprendente IP, pronta a rimettersi in gioco con qualcosa di nuovo, ma che in alcune occasioni sa di già visto.
Deathloop è uscito lo scorso 14 settembre su PC, PS4 e PS5 e nonostante sia un gioco brillante sotto molti punti di vista, dimostra alcune lacune che potrebbero non far piacere a tutti i giocatori. Andiamo a vedere il perché nella nostra recensione.
Indice
Stesso giorno, stessi nemici, nuova strategia.
Come mostrato già in molti trailer, oltre che dal nome del gioco, Deathloop si basa su… Un loop. Il nostro protagonista, Colt, si risveglia ogni mattina sulla stessa spiaggia e con un unico obiettivo: uccidere gli otto Visionari che permettono al loop di continuare all’infinito. Starà al giocatore capire come far quadrare i conti per poter riuscire ad assassinare tutti gli obiettivi nel tempo limite, esplorando l’isola in cerca di risposte su come raggiungere il suo fine e sul perché lui si trovi lì.
Il mondo di gioco viene narrato tramite le informazioni che il giocatore può trovare esplorando i livelli, fra registrazioni vocali e note scritte dai Visionari. Queste informazioni saranno anche necessarie per avere indizi su come proseguire a livello di gameplay, e aiuteranno a dare un’idea ben precisa del carattere di ogni singolo personaggio.

Nonostante la trama sia solo accennata e il gioco punti poco su di essa anche a causa della sua logica di fondo, le interazioni fra Colt e Julianna (ovvero i personaggi che parleranno di più in assoluto) sono fenomenali. Un continuo botta e risposta di frecciatine, battute irriverenti e minacce prive o meno di fondamento scritte davvero bene, che faranno sorridere il giocatore più e più volte.
Purtroppo sarà pressoché assente una narrazione vera e propria durante le svariate ore di gioco: una volta concluso il tutorial e relativo incipit narrativo saranno ben poche le cutscene e gli eventi scriptati che porteranno avanti la trama. Questa scelta potrebbe portare alcuni giocatori a sentire la ripetizione dei loop come piuttosto monotona.
Improvise, Adapt, Overcome.
Ogni giornata si dividerà in quattro diverse aree e quattro diverse zone temporali. Raggiungendo la costa durante la mattina troveremo una certa situazione, che non sarà necessariamente identica nel primo pomeriggio o durante la sera, sia in termini di avvenimenti che di Visionari presenti. Sarà inoltre possibile interferire con le attività di ognuno di questi, per “costringerli” a presentarsi in determinate aree durante specifici eventi. Solo manipolando a dovere i nostri nemici sarà possibile eliminarli tutti nel giro di una sola giornata.
Lato gameplay Deathloop attinge a piene mani dal suo antenato Dishonored. Molti dei poteri utilizzabili all’interno del gioco saranno gli stessi già visti in possesso del Corvo e persino il level design richiamerà molto quello che abbiamo incontrato nei due capitoli che hanno reso famosa Arkane Studios. Esclusi questi due punti, però, Deathloop riesce a trovare una dimensione tutta sua grazie alla peculiare meccanica che lo contraddistingue: per quanto il giocatore venga un po’ tenuto per mano (specialmente durante il tutorial), sarà comunque un’impresa ardua ripetere il loop abbastanza volte da capire come riuscire ad interromperlo.
Grazie alla vasta scelta di armi e poteri sarà inoltre possibile affrontare la missione sia cercando di infiltrarsi silenziosamente in ogni angolo, sia sparando all’impazzata a qualsiasi cosa osi muoversi di fronte ai vostri occhi (merito anche dell’abbondante quantità di munizioni fornita dal gioco). Ma non sempre le cose funzioneranno come abbiamo pianificato, perché sarà possibile “invadere” il mondo di altri giocatori nei panni di Julianna, nel tentativo di eliminare Colt in un uno contro uno all’ultimo sangue.
Quest’ultima modalità è davvero ben pensata: non solo permette di scegliere se invadere una linea temporale casuale o quella di un amico, ma fornisce anche una serie di obiettivi da raggiungere per aumentare il proprio “Grado di caccia”.

Per quanto sia vero che sta al giocatore decidere come procedere durante le proprie missioni, è anche vero che il gioco è facilmente “rompibile”. La possibilità di trovare munizioni ovunque renderà semplice spianarsi la strada a forza di colpi di fucile a pompa, mentre l’intelligenza artificiale non particolarmente arguta renderà necessari solo una pistola silenziata e un potere specifico per proseguire indisturbati e senza allertare nessuno (o quasi).
Questo renderà il gioco più facile, ma non necessariamente più veloce. Per riuscire a concluderlo, infatti, saranno necessarie almeno una quindicina di ore se seguiremo le indicazioni del gioco. Nel caso in cui volessimo esplorare le varie zone a nostro piacimento alla ricerca di ogni dettaglio, tuttavia, la durata del gioco potrebbe tranquillamente raddoppiare.
La meccanica di “invasione” da parte di Julianna avrebbe inoltre potuto essere gestita meglio mentre si gioca nei panni di Colt, in quanto dipende esclusivamente dalla quantità di giocatori volenterosi di giocare nei panni della ragazza. Si passa dall’avere un incontro ogni 2/3 cicli all’avere un incontro per OGNI missione per diverse missioni di fila. Da parte di Julianna potrebbe invece essere frustrante dover attendere lungo tempo prima di trovare un altro giocatore attivo.
Segnalo inoltre un po’ di scomodità nel navigare alcuni menù (evidentemente pensati per essere gestiti tramite controller) con mouse e tastiera.
Lato tecnico da rivedere
Dal punto di vista tecnico Deathloop fa il suo lavoro, ma non in maniera eccezionale.
La grafica del nuovo titolo di Arkane non si discosta molto dai due capitoli di Dishonored in termini di direzione artistica, anche se chiaramente non mancano piccole migliorie dovute alla release su piattaforme di nuova generazione: senza ombra di dubbio un titolo piuttosto esoso anche su PC di fascia medio/alta, nonostante la resa visiva non troppo distante da quella dei giochi antecedenti. A questo proposito non mancano però anche le pecche, infatti i caricamenti fra i livelli, come anche quello iniziale, saranno relativamente lunghi.

Su PC è inoltre presente un’altra grave problematica: molti giocatori (me compreso) stanno riscontrando fenomeni di stuttering durante le fasi di gameplay, specialmente nel caso in cui le impostazioni grafiche siano portate al massimo. Arkane si dice consapevole della questione e già a lavoro in cerca di una soluzione che, probabilmente, arriverà presto sotto forma di patch correttiva.
Anche per quanto riguarda la soundtrack e in generale il comparto audio rimane difficilmente in testa al giocatore, in quanto un po’ anonimo. E se posso essere sincero, consiglio il doppiaggio inglese in quanto quello italiano mi è sembrato un po’ carente.
Una buona idea, ma niente di più
Il concept di Deathloop è molto interessante, e non si può non apprezzare la mentalità di Arkane che non si fossilizza sulla sua IP più forte ma decide di intraprendere nuove strade, prima con Prey e adesso con quest’ultimo titolo. Se il loro stealt/shooter spaziale del 2018, però, si poteva effettivamente considerare qualcosa di completamente diverso, quest’ultima prodezza di Arkane risulta un po’ troppo ispirata a Dishonored, senza però spiccare abbastanza rispetto alla saga originale sia in termini di trama che in termini di gameplay.
È un gioco divertente, sia chiaro, e intrattiene bene durante tutta la sua durata, ma a volte risulta un po’ ripetitivo e privo di qualcosa che spinga davvero il giocatore ad andare avanti. Nonostante questo, l’ultima prodezza di Arkane Studios rimane comunque un gioco solido e valido in tutte le sue forme, a patto di essere pronti a chiudere un occhio sulle sue mancanze.