Droga, ladri e polizia nella nuova opera di Viscera Games, pubblicato da Electronic Arts, che oggi andiamo a recensire per voi. Battlefield Hardline si presenta diverso dal classico titolo della serie, abbandonando il consueto setting bellico per invece optare per un più originale “guardie e ladri”. Campagna e multiplayer si distinguono in maniera marcata vedendo nel singleplayer un setting dedicato alla lotta contro il crimine organizzato mentre per quanto riguarda il comparto multigiocatore un focus più simile, come già accennato, a guardie e ladri ma senza componente stealth. Ma andiamo ad analizzare il titolo più a fondo partendo proprio dalla campagna singleplayer.
Manette alla mano
Il comparto singleplayer vede il giocatore rivestire i panni di Nick Mendoza, detective della polizia di Miami. Sulle strade è appena apparsa una nuova droga chiamata Hot Shot ed il nostro protagonista, insieme alla partner Khai Minh Dao, avrà il compito di risalire alla persona che ha in mano la distribuzione. Il singleplayer si presenta in forma episodica come un serial televisivo, con tanto di recap di quanto successo negli episodi precedenti nel caso ci si prenda una pausa dal gioco, e di preview degli episodi successivi nel caso di decida di prendersi la appena citata pausa, feature che di certo non guasta e ci rinfresca la memoria.
Per quanto riguarda il gameplay, Battlefield Hardline presenta al giocatore la possibilità di agire sia in modalità stealth, che in modalità “loud“. Tramite l’uso del Police Scanner potremmo trovare prove, “taggare” i nemici e riconoscerne quelli speciali che ci permetteranno di ricevere un bonus in punti se catturati vivi. Diciamo che il gioco premia maggiormente l’approccio stealth il che, se per certi versi innaturale come approccio in un titolo della serie Battlefield, di certo non stona con il game design che ci vede nei panni di un detective e non di un soldato. Nella campagna non mancheranno di certo in momenti ad armi spianate, anche se in volume ridotto. Un singleplayer che porta una ventata d’aria fresca alla serie ma che però a mio parere non stupisce e risulta spesso ripetitivo. Il game design per le sessioni stealth non è malvagio ma non rappresenta mai una vera sfida, spesso lasciando al giocatore una sola via d’approccio. Di certo non è un lavoro malvagio, ma nemmeno una perla del genere. Per quanto riguarda le sessioni “loud” non c’è molto da dire: di certo offrono un livello di sfida maggiore ma rimangono nei livelli della serie.
Gelato di revolverate
Il comparto multiplayer del titolo Visceral vede opporsi forze di polizia e bande criminali, offrendo un discreto ma non esteso numero di modalità, tra cui le nuove Heist, Blood Money, Hotwire, Rescue e Crosshair. Hardline utilizza il sistema di Levolution presentato in Battlefield 4, permettendo al giocatore di vivere cambiamenti di scenario durante la stessa partita e ovviamente offrendo grandi livelli di distruttibilità. Per quanto riguarda le classi, anche in questo titolo della serie ve ne sono quattro: Operator, Mechanic, Enforcer e Professional, classi che ricoprono bene o male le quelle dei precedenti capitoli, vedendo l’Operator come medico, il Mechanic come ingegnere, l’Enforcer come supporto e il Professional come cecchino. Per quanto riguarda gli unlock e la personalizzazione di armi e personaggio si dovrà fare affidamento su vari fattori: il livello nel multiplayer, utilizzo della determinata arma, i battlepacks e, come novità, anche il danaro guadagnato durante le partite permetterà di acquistare le modifiche sbloccate. A livello di gameplay il gioco Visceral non differisce in maniera epocale da Battlefield 4, risultando però più veloce: le morti sono più rapide e di conseguenza anche i tempi di reazione richiesti. In un primo momento sembrerà un po’ strano, per chi è appunto abituato al precedente capitolo, ma alla fine è come andare in bicicletta. L’assortimento mappe è abbondante e offrono tutte una varietà di approccio e di setting molto gradevole, senza annoiare in fretta.
Ha il diritto di rimanere in silenzio
Graficamente Battlefield Hardline si presenta molto bene, come ci si aspetta dalle prestazioni del Frostbyte 3. Ovviamente l’aspetto grafico del titolo eccelle nel comparto singleplayer, mentre nel multiplayer per ovvie ragioni cala, ma si difende sempre molto bene. Il reparto sonoro e’ molto curato e segue in maniera fedele il mood del titolo. Particolare menzione alle animazioni dei volti e alla recitazione ritrovabile nel titolo, grazie alla presenza di attori di discreta importanza come Kelly Hu, Nicholas Gonzales e Benito Martinez. Al netto, Battlefield Hardline cerca di fare qualcosa di diverso e ci riesce ma non fino in fondo. Il singleplayer è una ventata di aria parzialmente fresca, mentre il multiplayer se appassionati di shooter di certo sara’ un pozzo in cui lanciare molte ore di gioco senza stancare e senza rimorso. Tecnicamente il gioco si presenta molto bene e ha un cast d’eccezione. Tirate le somme, Battlefield Hardiline è un titolo solido, dal quale si sa cosa aspettarsi ma con un buono spazio a sorprese, e soprattutto un parzialmente nuovo sguardo al genere.