PC Engine Core Grafx Mini – Cristallizzato nell’ambra
Oggi siamo qua a parlare del PC Engine Core Grafx Mini.
Il giovane me degli anni novanta avrebbe tanto voluto provare un PC Engine, ma in Italia era una console per gente ricca, un po’ come quelli che avevano un amico col fratello ricco che si comprava le cartucce del Neo Geo. Un mondo inarrivabile per un ragazzino di provincia come me, che vedeva tutto questo “bendidio” sulle riviste cartacee del periodo.
Ci siamo incrociati qualche volta in un negozio di importazione, ma purtroppo tra me e la console della NEC non successe mai nulla, come probabilmente sarebbe successo se avessi potuto permettermi quelle maledette cartucce bianche.
Gli anni passano, le console cambiano, ma in un angolo della mia mente la piccola scatoletta bianca e rossa “dell’uomo del giappone” era sempre li, come un feticcio di pixel art ed esclusive che forse un giorno avrei recuperato
Con l’avvento del PC Engine Mini, sembra che quel giorno sia arrivato.

Hardware e software – Addio e grazie per l’autofire.
Di versioni del PC Engine ne sono uscite almeno una trentina durante gli anni, alcune delle quali avevano una forma davvero tremenda (tipo lo “shuttle”). Come estetica il Core Grafx rimane il mio preferito, con quel look anni ’80 che sembra uscito da una capsula del tempo.
Dentro la scatola della console miniaturizzata prodotta da Konami, possiamo trovare la console vera e propria, cavo di alimentazione micro-USB, cavo HDMI, un manuale di istruzioni, la console e (ovviamente) il pad; quest’ultimo, nella versione europea della console, è dotato della modalità autofire, risultando così perfetto per affrontare tutti gli shooter del parco titoli PC Engine… e per evitare di farvi venire la sindrome del tunnel carpale dopo tre partite a Darius, ovviamente.

A livello software, il Pc Engine Core Grafx Mini è veramente splendido. Non tanto per il sistema operativo (che racchiude ben 57 giochi), ma, semplicemente, è estremamente curato a livello estetico, con una musica di sottofondo in pieno stile NEC e le piccole mascotte con le sembianze della console muoversi per tutto lo schermo. Può sembrare una cosa da poco, ma ciò fa trasparire la cura e il dettaglio che è stata dedicata nella realizzazione di questa console “mini”
Non solo revival dunque, ma tanto cuore che traspira fin dalla schermata di selezione dello sfondo fino ad arrivare all’avvio dei giochi, che, con una pixel art deliziosa, riproducono l’avvio della cartuccia (o del modulo cd che ai tempi veniva venduto a parte) seguita poi dalla musica di Castlevania: Rondo of Blood, o di Gradius 2 o di Lord of Thunder, giusto per citare 3 giochi pazzeschi che valgono da soli l’acquisto di questa scatoletta grigia.
Un acquisto sensato dunque, ma non solo per il valore ludico: anche per il risparmio. Perché, per chi non lo sapesse, il PC Engine è da sempre una delle console più care da collezionare, con titoli che sfiorano tranquillamente i 300 euro senza sforzo, diventati però oggetto di culto tra i giocatori e gli amanti di questa sottocultura.

L’emulazione dei titoli di Pc Engine Core Grafx Mini è sorprendentemente accurata e il piccolo pad a due tasti risponde perfettamente ai colpi ripetuti dei vostri pollici, cosa non da sottovalutare. Il cavo del controller è lungo tre metri, permettendo una giocata comoda anche dal divano, abitudine che, per le altre console, costringeva ad utilizzare apposite prolunghe per non rischiare di strappare tutto dalla televisione durante le sessioni più concitate.
Un’altra cosa che ho adorato è che all’interno siano presenti dei “giochi segreti” disponibili tramite combinazioni di tasti, nello specifico abbiamo delle versioni alternative di Gradius e Fantasy Zone che si attivano premendo il tasto Select durante l’avvio di questi titoli e di Soldier Blade (che nello stesso modo sblocca Soldier Blade Special Caravan Stage) e infine, premendo Select due o tre volte durante l’avvio di Salamander, avremo rispettivamente Force Gear e TwinBee
Le combinazione di tasti, le musiche favolose (per chi non lo sapesse, il comparto audio dell’originale PC Engine era veramente pazzesco) e le varie possibilità di visualizzazione su schermo rendono sicuramente il PC Engine Mini un acquisto obbligato per ogni amante del retrogaming che vuole riscoprire un mondo perduto, oltre ai dai soliti Mario e Sonic.

PC Engine Core Grafx Mini – Il cuore del giappone.
A conti fatti, Pc Engine Core Grafx Mini è forse la mini console con più cura uscita fino ad ora sul mercato: dalla plastica del suo pad al parco titoli, questa piccola console incarna lo spirito e il cuore del gaming giapponese a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90.
Nel piccolo gioiello di casa Konami troveremo shooters, action e platform di valore assoluto, oltre a con qualche titolo purtroppo ingiocabile per noi europei…perché basato sulla lingua giapponese, come ad esempio Snatcher, uno dei primi titoli di Hideo Kojima (mai tradotto per il mercato estero) che speriamo in qualche modo possa diventare fruibile nel futuro, magari con un piccolo aggiornamento software.
Se dovessi trovare dei difetti oltre ai già citati giochi senza traduzione (sono davvero pochi quelli che necessitano di leggere la storia, ma è comunque un peccato) troviamo un prezzo più alto rispetto alle alternative “mini” sul mercato, nonostante ciò sia a mio avviso giustificato per la gran quantità di giochi contenuti. Insomma: lanciate il cuore oltre l’ostacolo e perdetevi nelle bellezze che questo PC Engine Mini può regalarvi, ne sarete solo che felici.
