Pubblicato il 22/10/18 da Neko Polpo

Wandersong

Ovvero, della gioia di vivere
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Il panorama indie, si sa, é totalmente folle.
Se si é propensi alle novità, però, se ne vedon delle belle.
E con Wandersong, é il caso di dirlo, siamo di fronte
a un esempio di creatività e sperimentazione che fa da ponte
tra rompicapo e gioco musicale
nonostante si tratti di un’avventura bidimensionale.

Il bardo, eterno secondo e relegato, di solito, a ruolo di supporto,
in questo titolo ispirato é invece protagonista che dà conforto
a coloro che incroceranno il suo cammino.
Dovrà infatti sventar la fine del mondo esplorando, con gli occhi di un bambino,
i regni del creato, ma non solo, e imparare la Canzone della Terra.
Un sacro canto che svelato gli verrà
solo se agli occhi dei sette Guardiani meritevole di apparire sarà.

Nel gioco saremo accompagnati da Miriam, la strega, caustica e pungente, non ci darà mai tregua.

Per far ciò dovrà recarsi di villaggio in villaggio e aiutare le popolazioni
in maniera sempre diversa: liberando un villaggio della apparizioni
di fantasmi, consegnando messaggi dall’aldilà a suoi colleghi musicisti
o ancora liberando troll da maledizioni, non senza imprevisti
o digressioni.

Con solo otto note a sua disposizione
il vostro alter ego potrà affrontare ogni situazione.
Una volta dovrà ripetere le note colorate che,
come in Simon Says, van memorizzate.
Oppure ruggiti di mostri imponenti dovrà contrastare
e piante magiche nel regno dei sogni indirizzare.
Come in un twin stick shooter poi, il vostro personaggio dovrete controllare:
I tasti WASD o lo stick di sinistra lo faranno muovere e saltare
mentre col mouse o con la levetta destra
farete comparire una finestra
di colori. Son le note che il bardo potrà cantare
al momento giusto, per risolvere le sfide varie.

Un sogno, una profezia o una speranza? Ce la farà, il nostro, a trovar la giusta baldanza?

All’apparenza semplice, pulito, molto colorato,
il gioco ricorda graficamente South Park: cartoncino animato
in maniera elementare ma efficacissima
in grado di provocare, complice una colonna sonora ispiratissima
più di un momento di emozione.
Durante infatti le dieci ore necessarie al suo completamento
sarà impossibile negare un certo sentimento
di gioia, commozione, tenerezza
per le diverse storie che compongon la vicenda nella sua interezza.

Da qualcuno come me, che del fantasy duro e puro si é stufato,
un gioco come questo non può che essere apprezzato.
Simile a Child of Light come intento,
Wandersong fa della sua spensieratezza un vanto
senza per questo rinunciare ad una seconda chiave di lettura
di cui le fiabe e i romanzi come La Storia Infinita si son fatti portabandiera.
Non solo l’eroe del gioco, come un Frodo novello,
di un’enorme responsabilità dovrà portare il fardello,
ma con semplicità e con passione per musica, avventura e vita,
dovrà contagiare gli abitanti del pianeta.

Nonostante le apparenze e la sua semplicità, Wandersong non pecca mai di superficialità.

Siam quindi di fronte ad un gioco perfetto?
No, ma nonostante il prezzo, invero un po’ alto, Wandersong saprà donarvi diletto
per tutta la sua durata, tante e tali sono le situazioni
in cui userete la meccanica di base secondo diverse istruzioni
e frangenti da non peccare mai di ripetitività.
Semmai a volte a farvi innervosire sarà la giocabilità.
Almeno su PC, con mouse e tastiera, ad esempio,
del trial and error a volte è stato uno scempio,
solo a causa della mancata interpretazione
dell’adeguare i controlli del canto alla situazione.

Ma basta così, anche troppo mi sono dilungato!
Spero che queste mie rime vi abbiano almeno incuriosito.
Perché se dei soliti, tutti uguali, tripla A vi siete stancati,
provate Wandersong e ne rimarrete incantati.

 

  • Semplice, leggero e mai scontato
  • Divertente e innovativo
  • Un vero indie

 

  • N/A

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