Uno dei motivi principali per cui giochiamo ai videogame è che quasi tutti ci permettono di vivere una storia “in prima persona”. Più di qualsiasi libro, più di qualsiasi film, un videogame ben realizzato ci permette di immedesimarci nel protagonista, fino ad arrivare all’apoteosi dei GDR, in cui non solo il giocatore si immedesima, ma può anche – con diversi livelli di profondità, a seconda del GDR – decidere la personalità del protagonista, prendere decisioni cruciali e, in ultimo, plasmare la storia. I meccanismi con cui scatta l’immedesimazione sono molteplici e spesso non così chiari, ma di certo un fattore che favorisce questo processo è il poter giocare un personaggio del proprio sesso: lo sentiamo più vicino a noi, condividiamo con lui/lei una caratteristica innata, intima, elementare. Proprio per questo motivo, dare alle donne la possibilità di giocare personaggi femminili può elevare la loro esperienza di gioco e aumentare il loro senso di appartenenza a un mondo che, storicamente, è stato sempre tutto “al maschile”.
Per decenni, infatti, i videogiochi sono stati creati dagli uomini e pensati per gli uomini, ed è stato quindi naturale immaginare quasi esclusivamente protagonisti maschili, relegando i personaggi femminili in ruoli marginali e standardizzati. Negli ultimi anni la situazione è lentamente mutata: sempre più donne sono coinvolte nel processo creativo di un videogame, c’è una maggiore attenzione per il pubblico femminile (appetibile fetta di mercato videoludico che attende solo di essere conquistata) e, di conseguenza, i personaggi femminili hanno iniziato a emergere, diventando protagoniste o comunque uscendo dai classici canoni e acquistando personalità sempre più complesse, più verosimili, più reali.
Con non poca fatica, ho individuato cinque personaggi femminili, protagoniste o coprotagoniste di titoli molto variegati, che, per un motivo o per l’altro, hanno colpito il mio immaginario – e talvolta anche l’immaginario collettivo – e mi sono rimaste nel cuore. Restringere la lista a cinque nomi è stato arduo, perché, come spiegavo, il numero di giochi che pongono al centro un (bel) personaggio femminile è in continuo aumento. Questo elenco, infatti, non vuol essere esaustivo, né tanto meno oggettivo: rappresenta solo la mia opinione, e di certo potrebbe essere diversa per ogni giocatore. E soprattutto, per ogni giocatrice.
- Lara Croft – Tomb Raider Saga
Prima, ma solo in ordine cronologico. Lara Croft rappresenta il mio primo incontro con un personaggio femminile nei videogame, e, più in generale, una delle mie prime esperienze videoludiche. Ho iniziato con Tomb Raider II, in cui Lara era davvero un’eroina: una manciata di pixel con una grafica che adesso troveremmo imbarazzante, di cui sono diventate famose soprattutto le inverosimili, sproporzionate tette; correva, saltava, sparava, ma, del suo carattere, nulla o quasi traspariva, eccetto il fatto che fosse avventurosa e coraggiosa. Ho giocato, negli anni, altri titoli della saga, anche se non tutti. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Tomb Raider Definitive Edition, in cui ho ritrovato una Lara decisamente “maturata”: più dettagliata la grafica – ovviamente! – e più naturali le proporzioni. Ma soprattutto, meno personaggio e più persona; una persona, certo, fuori dal comune – gli eroi sono sempre fuori dal comune – che corre, salta e spara come nessuno riuscirebbe a fare. Ma pur sempre una persona: ha paura, soffre fisicamente, soffre emotivamente, si lamenta, piange. Quasi troppo. In fondo, essere eroi senza paura, è un po’ l’ideale di tutti. È una Lara molto diversa da come la ricordavo… Però, il suo inconfondibile top azzurro non è cambiato. E mi auguro proprio che non cambi mai.
- Rinoa Heartilly – Final Fantasy VIII
Ma anche Selphie Tilmitt; o Quistis Trepe; o Edea Kramer. Insomma, Final Fantasy VIII è davvero un concentrato di personaggi femminili straordinari. Scendono in battaglia affianco ai protagonisti maschili, li affrontano, li seducono, li guidano, li incoraggiano. Ho scelto Rinoa per rappresentarle tutte, semplicemente perché è Rinoa. Si potrebbe obiettare che, in fondo, è una donna stereotipata: brava, bella, buona; in una parola, perfetta. Perfetta come nessuna potrebbe essere nella realtà. Ma non ha importanza, Rinoa conquista i giocatori di entrambi i sessi con la sua dolcezza, il suo coraggio, la sua spontaneità. È la controparte perfetta del cupo e solitario protagonista maschile, Squall Leonhart, con cui forma una delle coppie più belle e meglio assortite dei videogame. Ma soprattutto, Rinoa, è uno dei ricordi d’infanzia videoludici più belli per molti di noi.
- Comandante Shepard – Mass Effect Saga
Qualsiasi fan della saga di Mass Effect sa che, in realtà, il Comandante Shepard può essere sia uomo che donna: è il giocatore a sceglierne il sesso, insieme a molte altre caratteristiche, come l’aspetto fisico, il background, la classe di combattimento; anzi, BioWare ha rivelato che la stragrande maggioranza dei giocatori sceglie di giocare il protagonista al maschile. E allora come mai il Comandante Shepard si trova in questo elenco? Tanto per cominciare, è bene ricordare che nei primi modelli per i test di animazione era presente proprio un Comandante Shepard al femminile. In secondo luogo, questo personaggio testimonia l’importanza e l’attenzione che gli sviluppatori hanno voluto dare a un ruolo femminile, e soprattutto a un pubblico femminile, con battute scritte ad hoc per lei e opzioni di romancing esclusive. Supportata dalla storia del gioco, in generale riconosciuta come una delle più epiche e coinvolgenti nel panorama videoludico, e da un gameplay che consente di influenzare in modo massiccio tale storia, il Comandante Shepard è sicuramente un personaggio interessante e coinvolgente da giocare nella sua versione femminile.
- Aurora – Child of Light
Una bambina per tornare bambine. Aurora è una piccola principessa (duchessa, in verità) che deve riconquistare gli astri rubati per salvare il proprio regno; è gentile ma un po’ capricciosa, spaventata ma risoluta. Protagonista di una fiaba poetica, interamente narrata e recitata in rima, Aurora è la principessa ideale delle bambine di oggi: è piena di amici buffi e leali, è tostissima, è coraggiosa; porta una corona – ma è falsa – e una spada – che invece è verissima – con cui affettare i nemici. Aurora non ha bisogno di essere salvata da un principe: ci pensa lei a salvare se stessa, suo padre, e tutto il suo regno. E senza mai neanche rinunciare a essere graziosa! Infine, Aurora è accompagnata da una carinissima lucciola di nome Igniculus… Un famiglio che qualunque ragazza vorrebbe al proprio fianco!
- Jodie Holmes – Beyond: Two Souls
Concludo questo breve e non esaustivo elenco con Jodie Holmes, la protagonista di Beyond: Two Souls, interpretata, grazie alla motion capture, dalla nota attrice Ellen Page. Concludo con lei perché, tra tutti i personaggi citati, è quella che meglio rappresenta la nuova generazione di protagoniste femminili a tutto tondo, fuori dagli stereotipi del passato: una donna verosimile, anzi, vera; straordinaria solo perché si trova in situazioni extra-ordinarie. Il giocatore, interpretando Jodie, può vivere, attraverso una narrazione spesso intervallata da flashback, 15 anni della sua vita, e influenzare gli eventi della storia, per giungere a uno dei ben 24 finali diversi contemplati dal gioco. Le scelte di Jodie sono davvero scelte che il giocatore compie “di pancia”, senza fare calcoli, spinto solo dall’emozione che prova in quel momento. L’immedesimazione, con Jodie, è fin troppo facile: facile soffrire con lei, facile comprendere la sua rabbia, la sua paura, e farle proprie. Jodie Holmes è sicuramente un modello per i game designer che sperano d’intercettare quella fetta di pubblico femminile ancor poco coinvolta nell’universo dei videogame, nonché quella fetta (minore) di pubblico femminile che già gioca con passione, ma è alla ricerca di qualcosa che meglio possa rappresentarla. Giocare Jodie si rivelerà per ogni giocatore, maschio o femmina, un autentico piacere e un’esperienza più che coinvolgente.