A essere sincero, non so cosa mi abbia spinto ad alzarmi dal letto alle 4.30 di notte in questo freddo 13 gennaio. Forse sarà che la mia prima esperienza consapevole con i videogiochi l’ho avuta con un NES, forse perché Mario, Link, Pikachu e altri eroi Nintendo sono diventati tanto parte dell’immaginario comune da smuovere le masse a scaricarsi applicazioni dedicate sugli smartphone, ma molto più probabilmente ciò che mi ha spinto è stata la voglia di vedere una Nintendo nuova, pronta a rialzarsi dopo Wii U.
Parliamoci chiaro, Wii U non è stato un successo: sulla carta aveva quell’ingenua freschezza, quella magia, quella Nintendo Difference che spesso contraddistingue il brand nipponico, ma nei suoi quattro anni e qualche mese di vita ha dimostrato molti talloni d’Achille. Dal peso del pad e dal suo scarso utilizzo a livello di game design, alla campagna marketing sbagliata a partire dalla scelta del nome, all’ormai tipico clima con le terze parti, senza poi contare esclusive stupende ma con grossi limiti (Splatoon e il suo netcode, per dirne una).
Ma bando alle ciance e buttiamoci in questa avventura, vediamo se Switch si è rivelato il vero cambio di direzione a cui allude il nome stesso, partendo dalle informazioni riguardanti l’hardware.
La mancanza di dettagli sulle specifiche tecniche mi ha lasciato nel dubbio, speravo di poter avere una volta per tutte le conferme o le smentite riguardo i rumor usciti negli ultimi mesi, detto questo però il reel dei giochi a fine presentazione mi ha fatto ben sperare. Avremo Dragon Ball Xenoverse 2, I am Setsuna, Disgaea 5, Ryme, Dragon Quest Heroes 1+2, Steep, Skyrim e FIFA in arrivo sulla console e (considerando comunque che sono trailer e ci si può sempre sbagliare) non mi è sembrato di notare differenze sostanziali con le versioni presenti sulle console Microsoft e Sony.
Per quanto riguarda le informazioni conosciute abbiamo una data d’uscita mondiale, il 3 marzo, un prezzo di 299.99 dollari, dei servizi online gratuiti fino al prossimo autunno, poi a pagamento, con companion app per smart devices per gestire chat, inviti, messaggi, amici e quant’altro, il supporto ai caricatori USB Type-C, il multiplayer locale tra 8 console e, ciliegina sulla torta, è Region Free. Tutto molto bello, anche se potrebbe far storcere il naso la faccenda dell’online a pagamento, ma lasciatemi esprimere un parere personale: pagare il servizio potrebbe motivare l’azienda di Kyoto a migliorare la propria infrastruttura server, vero problema di Nintendo sin dai tempi del Nintendo DS, quindi potrebbe risultare più un pro che un contro, senza contare i possibili sviluppi di questo servizio, come un ipotetico PS Plus/Games with Gold made in Nintendo, chissà.
Sono rimasto particolarmente colpito dai Joycon, vero cuore di questa nuova console, che sembra incorporare molte delle trovate delle sue antenate declinandole in modi nuovi. Il ritorno del motion control, perfezionato e migliorato da un feedback aptico di nuova generazione e telecamere a infrarossi che riconoscono distanze e movimenti avversari, permetterà di nuovo la diffusione della piattaforma anche tra chi abitualmente non gioca? Per quanto non sia certo, è probabile, e comunque a differenza di Wii avremo tra le mani qualcosa di meno simile a un telecomando e più simile a un pad, cosa che potrà rendere felici gli hardcore gamer. Anche l’aggiunta della possibilità di scattare screenshot e, in futuro, registrare video è benvenuta, e assieme al Region Free citato poco fa è una chiara dimostrazione che Nintendo si stia aprendo, assomigliando un po’ di più alle sue competitor, invece di stare tranquilla segregata nel suo giardinetto zen.
Ma ora eccoci giunti al punto che tutti aspettavamo: la Line Up. Acquistare una console al day one è sempre un azzardo, e chi si aspetta una Line Up con più di un’esclusiva al lancio, a mio parere, non ha ben capito né come funziona lo sviluppo di un gioco, né tantomeno come due o più titoli “maggiori” in uscita contemporanea minino il guadagno di una software house. Il 3 marzo abbiamo confermati Zelda: Breath of the Wild, 1-2-Switch! e nient’altro, anche se mi pare plausibile supporre che alcuni dei porting presenti tra gli 80 giochi delle terze parti usciranno al lancio della console. Non è un lancio divino come alcuni si aspettavano e son d’accordo, ma con un ammiraglio come Breath of the Wild di sicuro a marzo non avrete chissà che tempo per giocare ad altro. 1-2-Switch! invece è il Wii Sports o Nintendo Land per Switch, un gioco che vi spiegherà le funzioni dei Joycon con minigiochi che si basano sull’interazione con chi ci sta di fronte e non con lo schermo, utilizzando il rumble HD per i feedback e la telecamera IR per computare distanze e movimenti avversari.
In primavera ci attendono Mario Kart 8 Deluxe, versione migliorata del gioco di corse per Wii U con nuove armi, piste e personaggi tra cui gli Inkling di Splatoon, e Arms, nuova IP dove boxer dalle braccia estensibili si prendono a cazzotti utilizzando i sensori di movimento dei Joycon per ogni singola azione.
Protagonista dell’estate sarà Splatoon 2, con nuove armi e Inkling sempre più agili e la possibilità di sfidarsi in partite in locale fino ad otto giocatori.
Il periodo delle feste invece appartiene al nostro idraulico preferito: Super Mario Odyssey segna il ritorno dei mondi sandbox di Mario 64 e Sunshine, con varie ambientazioni esplorabili, nuove abilità legate a un cappello che vive di vita propria e l’abbandono delle storiche monete.
Oltre a questi titoli presentati con trailer e finestre di lancio, non mancano novità più “fumose” ma in arrivo nel corso dei prossimi mesi/anni tra cui Xenoblade Chronicles 2, Fire Emblem Warriors, Dragon Quest X (non ci è dato sapere però se lascerà il Giappone) e Dragon Quest XI, un nuovo Shin Megami Tensei per celebrare il venticinquesimo anniversario del brand storico, Project Octopath Traveler, RPG di Square Enix che mixa pixel art e mondi tridimensionali con la direzione artistica di Akihiko Yoshida, un nuovo progetto di Suda51 legato a No More Heroes, un nuovo Sonic the Hedgehog e gli altri 80 giochi delle third parties già citati, tra cui spiccano Skyrim, NBA 2K18 e il ritorno di FIFA sulle console Nintendo.
Quindi il cambiamento c’è stato? Ne è valsa la pena alzarsi a orari impensabili? Secondo il mio parere, e di parere personale si parla, sì. Nintendo in questa ora di conferenza ha dimostrato la sua voglia di rimettersi in gioco, di cambiare, a cominciare dal format utilizzato per questa presentazione, più simile agli show dedicati alla stampa solitamente organizzati durante l’E3 che a un Nintendo Direct. Ho sentito di nuovo la magia, quella voglia di innovare, di prendere concetti vecchi e nuovi e espanderli oltre i loro limiti, come solo la grande N ha saputo fare in passato.
Stanotte sono tornato quel bambino seduto davanti a un televisore con in mano un controller del NES, mentre muoveva quei pochi pixel che dovevano rappresentare un idraulico italoamericano, e non stavo sognando.