Siege of Avalon: Anthology – Il passato bussa alla porta
Siege of Avalon: Anthology nasce da quel bisogno atavico dei giocatori di provare nostalgia nel passato, nelle sensazioni conosciute, la sicurezza delle cose note e senza sorprese. “Noioso?” vi chiederete forse voi. È solo un modo, a parere mio, di ridare dei punti di riferimento solidi e concreti nel mare di novità che ogni anno si fanno sempre più frequenti e che, comprensibilmente, potrebbe non essere gradito ad alcuni giocatori. Dal lontano 2000, anno che vide per la prima volta l’uscita del primo capitolo di Siege of Avalon, il passato bussa alla porta del 2021, per offrire questa Antologia di Action RPG che non offre nulla di nuovo rispetto all’originale… non che questo sia necessariamente un male.

Gameplay e comparto tecnico: immutato ed immutabile
Siege of Avalon: Anthology, come già detto, raccoglie i sei capitoli della storia del protagonista che vivrà tutte le vicissitudini della terra di Eurale, dove si trova la città di Avalon. La storia è assolutamente al centro del gioco: la componente testuale dell’avventura è massiva, proprio come voleva la consuetudine a quell’epoca per i giochi di ruolo. A seconda della tipologia di combattente di cui vorremo vestire i panni, il giocatore potrà vivere delle esperienze di combattimento diverse, con una progressione del personaggio classica basata su tre archetipi diversi. Un sistema di inventario semplice ma non banale ci darà la possibilità di equipaggiare diverse tipologie di oggetti sul nostro personaggio, migliorandone le sue statistiche e, come risultato, rendendoci l’avanzamento del gioco più semplice durante l’avventura.

Come già accennato, Siege of Avalon: Anthology non offre nulla di nuovo o migliore rispetto alla sua controparte passata, limitandosi a rioffrire il titolo stesso immutato ed immutabile. A partire dall UI, passando al sistema di controlli e alla grafica, nulla di questo gioco si discosta da ciò che ci ricordavamo di lui. Il problema è che questa scelta si fa sentire molto, specialmente per quanto riguarda aspetti di usabilità, che è rimasta agli standard degli anni 2000. Questa scelta pesa come un macigno sul gioco, specialmente poichè Siege of Avalon: Anthology, appartiene alla categoria degli ARPG, genere ludico che forse più di tutti ha subito una profonda rivisitazione in tutti i suoi ambiti per venire incontro ai nuovi standard dell’industria e della usabilità dei giocatori.
Per quanto appassionato del genere, infatti, ho fatto onestamente fatica a ritrovare il piacere di giocarlo ancora una volta. Certo… è stato piacevole ricordarsi, anche se solo sommariamente, tutte le piccole chicche della storia, tutti i colpi di scena, gli intrecci di trama, gli scontri da affrontare. D’altro canto, però, aver giocato a innumerevoli ARPG dal 2000 ad oggi, mi ha reso terribilmente evidente che questo remake rimane un titolo del 2000 senza una goccia di linfa vitale in più, sotto nessun aspetto.

Siege of Avalon: Anthology – Opera del passato
In definitiva, Siege of Avalon: Anthology rimane un’opera del passato. Rimane un gioco solido, profondo e che vi offrirà tantissime ore di gioco grazie alla narrazione estremamente curata e l’attenzione ai dettagli in ambito narrativo. Purtroppo, però, rimane un’opera d’arte figlia del suo tempo, quasi come se appartenesse ad un medium diverso. Uno quadro stupendo, senza dubbio, ma destinato a rimanere immobile, appeso ad una parete, senza la possibilità nemmeno di un restauro.
See you, Game Cowboys!