Pubblicato il 23/11/14 da Neko Polpo

Shin Megami Tensei IV: la strada di un samurai è lastricata di… demoni!

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La saga di Megami Tensei è una delle più longeve all’interno del panorama video ludico: nasce ispirandosi ad una serie di romanzi horror giapponesi scritti da Aya Nishitani intitolati Digital Devil e comprende un gran ammontare di titoli suddivisi tra la saga principale ed i vari spin-off. Caratteristica che definì questa particolare saga di JRPG è stata proprio l’ambientazione: se in Final Fantasy e in Dragon Quest veniamo trasportati in un mondo fantasy, in Shin Megami Tensei invece ci ritroviamo in un mondo dalle tinte dark e invece di usare spade e scudi avremo a disposizione demoni e quant’altro, solitamente in un’ambientazione moderna.

Di questa grandissima saga sono stati rilasciati fino ad ora solo 4 capitoli principali, il primo Shin Megami Tensei, uscito su SNES, risale al 1992 (ed è disponibile, dall’anno scorso, anche su iOS e Android, finalmente tradotto in inglese); il secondo capitolo risale al 1994, e venne pubblicato sempre sul 16 bit di casa Nintendo. Solo 9 anni dopo, nel 2003, viene rilasciato il terzo capitolo, Shin Megami Tensei III: Nocturne (Lucifer’s Call in Europa, su PS2). Abbiamo poi Shin Megami Tensei: Strange Journey uscito nel 2009 su NDS che era previsto come quarto capitolo della saga ma vista l’ambientazione particolare è stato trasformato in uno spin-off. Eccoci oggi quindi con il vero Shin Megami Tensei IV, rilasciato nel 2013 in Nord America, in Giappone e solo un anno dopo in Europa.

Nello specifico, Shin Megami Tensei IV era anch’esso previsto per il 2013 nel vecchio continente, ma dopo l’annuncio ci fu quasi un anno di silenzio ed ulteriori ritardi a causa probabilmente dei problemi legati alla bancarotta di Index Corporation (casa madre di Atlus): diciamocelo, a SMT IV non è stato riservato il migliore dei trattamenti ma finalmente anche noi di Pixelflood abbiamo la possibilità di recensire questo titolo, esclusiva per Nintendo 3DS.

Shin Megami Tensei ci teletrasporta in un modo moderno.

Gli eventi di Shin Megami Tensei IV si svolgono in quelle che sembrano parallelamente due epoche completamente diverse. Il primo palcoscenico delle vostre azioni sarà l’Eastern Kingdom Of Mikado, un grande stato di stampo fantasy, quasi un misto tra medioevo europeo e giapponese. È proprio da Mikado che inizia la nostra avventura, quando il nostro alter-ego e il suo amico d’infanzia Issachar, si dirigono verso la città per entrare a far parte dei Samurai. In Shin Megami Tensei IV questo titolo però assume un significato diverso da quello a cui pensiamo: i Samurai, infatti, sono definiti come difensori della pace e del regno,  minacciato dai Samurai e per entrare a far parte di questa élite Issachar e Flynn (questo il nome del protagonista inserito di default dal gioco) dovranno superare un esame che consiste nell’indossare un dispositivo elettronico al braccio sinistro, il ”Gauntlet”, che li riconoscerà o meno come idonei. Detto fatto, Flynn passa l’esame mentre purtroppo il povero Issachar scopre di non esser degno di tale incarico.

Appena diventati Samurai faremo la conoscenza di quelli che saranno i nostri compagni: Walter, Jonathan, Isabeau e Navarre. Con ciò, vengono deposte le basi per la trama di Shin Megami Tensei IV, una storia ricca di colpi di scena (certe volte non orchestrati a dovere) e tanti segreti da scoprire.

Solo dopo 8-9 ore di gioco l’atmosfera subirà un brusco cambiamento, introducendoci nel secondo “mondo” e ci troveremo ad esplorare una Tokyo moderna completamente devastata.

Anche se le sorprese non mancano,spesso ci troviamo di fronte a dei punti morti e piuttosto noiosi, ma l’ambientazione è costruita piuttosto bene e sembra richiamare il dualismo che si trova nel romanzo La Fine del Mondo e il Paese delle Meraviglie di Haruki Murakami. Ma cosa ha causato tanta distruzione? E perché continuiamo a sognare Walter e Jonathan?

Flynn si prepara ad affrontare l’esame a Mikado.

In SMT IV essere Samurai comporta però anche un grande impegno. Ci verranno affidate infatti varie missioni che ci faranno scoprire le profondità di Naraku, luogo in cui si celano oscuri demoni che aspettano di essere solo sconfitti o… reclutati?

Una delle componenti più divertenti (ma anche frustranti) del gioco e della serie, da sempre, riguarda proprio i demoni.

Se pensate che Nintendo e i Pokemon abbiano inventato il concetto di “Gotta catch’em all!” sbagliate. Si tratta di un meccanismo già presente nel primissimo Megami Tensei per NES della serie (allora di Namcot).

Con i Demoni, il gioco sfoggia tutta la sua fantasia: sarà possibile reclutarli attraverso dei dialoghi dove vi chiederanno oggetti, HP, PM o addirittura la vita di un altro demone, ma state attenti perché se scritto può sembrare facile, nel gioco è tutt’altra cosa, dal momento che quest’ultimi, dopo avergli regalato oggetti e tanto altro, potranno anche fuggire senza allearsi o addirittura  arrabbiarsi facendoci perdere ogni turno a nostra disposizione e attaccandoci. Tutto bello, tutto divertente, se non fosse per il fatto che la soddisfazione o la risposta giusta da dare non è mai chiara e per catturare lo stesso tipo di demone a volte potreste dover dare risposte diverse. Certo, la cosa da un senso si unicità ad ogni singolo mostro, ma a livello di codice si tratta di un meccanismo totalmente randomico che impedisce di studiare strategie o pianificare. Il consiglio? Salvate la partita prima di un tentativo per non rischiare di perdere non solo tempo, ma anche oggetti o soldi che potreste impiegare in maniera più fruttuosa.

Sublimazione di questa meccanica di gioco diventa poi la possibilità di fondere i demoni tra loro presso la Cathedral of Shadows, con la guida del gauntlet e delle diverse applicazioni sbloccabili salendo di livello. In questo modo sarà possibile avere combinazioni quasi infinite, grazie all’elevato numero di mostri disponibili e alla grande varietà degli stessi che ci permetterà di creare nuove tattiche e affrontare i diversi tipi di combattimento che ci aspetteranno. La chiave del gioco infatti sarà l’adattamento alle situazioni, in un “trial and error” vecchio stampo ma in grado di dare molte soddisfazioni.

Uno dei tanti demoni che potremo controllare nel nostro party.

Entrando a Naraku, verremo trasportati in un mondo tridimensionale completamente esplorabile, potremo selezionare la visuale classica o in alternativa con la telecamera dietro le spalle, anche se quest’ultima crea non pochi problemi quando si tratta di colpire nemici sulla mappa in quanto la visuale non sarà del tutto completa. Nella mappa i demoni si manifesteranno in una forma ”digitalizzata” e premendo il tasto X sarà possibile attaccarli per ricevere dei vantaggi nella battaglia, dove faremo uso di quelli reclutati precedentemente.
Ma non saranno solo i demoni, Jonathan, Walter ed Isabeau ad accompagnarci durante la nostra avventura, il gauntlet darà vita a Burroughs, una specie di IA dall’aspetto femminile che ci aiuterà nell’individuare gli obiettivi delle missioni e metterà a disposizione un gran numero di App da comprare per avvantaggiarci nelle battaglie.
Il gameplay di Shin Megami Tensei IV è dunque divertente e raramente vi annoierà, nemmeno il grinding è così eccessivo da risultare opprimente, dal momento che spesso, anche se con qualche picco di difficoltà, sarà tutto ben bilanciato. Il gioco riprende e modernizza il classico stile dungeon crawling della serie, con movimenti più fluidi nella mappa rispetto agli spostamenti “a caselle” tipico di titoli come i vecchi Eye of the Beholder o i contemporanei Etrian Odyssey.

Passando invece all’aspetto grafico del gioco SMTIV fa il suo lavoro, non sarà il top del top su 3DS ma graficamente il gioco sa il fatto suo: nonostante alcuni scenari 2D risultino davvero molto grezzi e in un certo qual senso abbozzati, così come il design di alcuni demoni, la maggior parte degli artwork di mostri ed i personaggi principali sono davvero ben fatti, anche se quasi del tutto privi di animazioni.
Il sonoro invece, salvo qualche traccia, non brilla di originalità, e presenta brani dal piglio rock/metal caro alla serie da sempre, mentre il doppiaggio inglese è di altissima qualità.

Una scena di combattimento.

Altro aspetto negativo dell’esperienza è legato ai personaggi: la loro caratterizzazione è davvero piatta, e tende a svilupparsi molto poco durante l’avventura. Certo, dopo poche ore di gioco avrete già capito il motivo e se avete provato gli altri capitoli della saga, vi troverete davanti a delle scelte chiare suggerite anche dai sogni del vostro alter-ego. Il problema non è solo di caratterizzazione, a volte l’intelligenza artificiale degli stessi, in combattimento vi metterà in difficoltà facendo guadagnare turni extra o invincibilità ai vostri avversari grazie a mosse sbagliate e fuori luogo. Peccato perché le citazioni “colte” (Isabeau che legge Lady Oscar!), i rimandi culturali e il tema portante legato al vostro antagonista (lo stesso Black Samurai che campeggia minaccioso sulla copertina del succitato SMT: Strange Journey) sono davvero interessanti e meritevoli, come il livello di difficoltà estremamente elevato rispetto alla media e i toni maturi che stranamente hanno valso al gioco solo un “12+” presso il PEGI. Non saranno infatti risparmiate parolacce e linguaggio scurrile, così come scene violentissime e temi controversi.

In conclusione, SMTIV è consigliatissimo agli amanti dei JRPG che cercano qualcosa di diverso dal solito e ovviamente agli storici fan della saga stessa: pur soffrendo di alcuni difetti relegati più al comparto grafico e sonoro, Shin Megami Tensei IV vi intratterrà per moltissime ore e non potete farvelo sfuggire al prezzo di soli 20 euro. Peccato che da noi sia arrivata solo la digital release su eShop quando negli Stati Uniti hanno potuto godere di una splendida Collector Edition. Ma si tratta sicuramente, insieme a Bravely Default, del miglior JRPG disponibile su questa console.

PixelFlood_edoardo_fusco Recensione scritta in collaborazione con Edoardo Fusco

NekoPolpo - Biografia

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