Schim: un indie fresco e ombroso da godersi d’estate
Il periodo estivo, sappiamo bene, è per molti un supplizio. Il caldo torrido ci fa sudare e soffrire dalla mattina alla sera e l’unica soluzione che possiamo adottare per stare meglio è quella di rifugiarci in un luogo fresco o… all’ombra. Schim, piccolo indie game realizzato da due soli sviluppatori olandesi – Ewoud van Der Werf e Nils Slijkerman – capita proprio a fagiolo, essendo a detta dei suoi stessi creatori un titolo in cui “si salta di ombra in ombra, mentre si interagisce con un ambiente rilassante e vivace”. In sostanza il gioco, che si presenta in maniera molto semplice e leggera, ci propone di fare quello che noi vorremmo fare per tutta la durata dell’estate, ossia cercare perennemente un posto al riparo dai raggi solari per sfuggire alla canicola quotidiana. Anche se in Schim il saltare da un ombra all’altra avrà un significato un pelino più profondo e intrigante.
Scopriamolo assieme nelle prossime righe.
Un’esperienza narrativa che mescola il genere puzzle al genere platform
In Schim interpreteremo una piccola creaturina nera, simile nelle movenze ad una rana, che è all’apparenza indissolubilmente legata ad un essere umano, che segue vivendo nella sua ombra fin dalla tenera età. Un giorno, per ragioni tutte da scoprire, l’esserino si troverà ad essere forzatamente separato dal suo amico e il nostro compito sarà quello di guidarlo nei vari scenari per far sì che possa ricongiungersi a lui. Per proseguire dovremo infatti saltare di ombra in ombra, dato che il nostro mini protagonista non potrà resistere per troppo tempo alla luce. Dovremo quindi fare massima attenzione a ciò che gli stage hanno da offrirci, sfruttando le ombre che si stagliano da oggetti e da persone in movimento per spostarci e raggiungere il nostro obiettivo. Per comprendere dove dovremo andare, essendo alcune ambientazioni abbastanza vaste, potremo premere comodamente un tasto che ci indicherà la direzione che dovremo seguire, in modo da poter fare le nostre valutazioni e capire quali zone non illuminate dovremo utilizzare per farci strada. In certi frangenti, sarà anche necessario interagire con l’ambiente, per far sì che si venga a creare un percorso a noi utile. Esempio: in uno stage ci troveremo ad un incrocio stradale e per crearci delle zone d’ombra avremo bisogno di far scattare il rosso sul semaforo in modo che le auto rimangano ferme e ci consentano di sfruttare i punti scuri da loro generati per raggiungere l’altro lato della strada. La componente puzzle e quella platform sono quindi perfettamente integrate tra di loro; i salti saranno più o meno lunghi a seconda della pressione del pulsante dedicato e gli elementi presenti all’interno dell’ambiente andranno studiati e usati con attenzione. Il problema di fondo risiede però in una monotonia abbastanza “assordante” che si inizierà a percepire dopo qualche stage, dato che purtroppo il gameplay non si evolverà sostanzialmente mai, rimanendo sostanzialmente identico dall’inizio alla fine. La difficoltà non si attesta comunque su alti livelli e anche i giocatori meno smaliziati potranno terminare l’avventura in quattro/cinque ore, per quella che si rivela essere un’esperienza narrativa discretamente toccante ma anche piuttosto leggera e rilassante.
Per chi poi volesse perdersi di più nel mondo di Schim, ci saranno anche vari collezionabili sparsi negli stage da scovare e raccogliere. Altra nota dolente è il prezzo di vendita di 25 euro, un po’ troppo alto per una produzione che non offre un gameplay così variegato e dalla longevità decisamente scarsa e con un valore pressoché nullo di rigiocabilità. Sicuramente però la direzione artistica vi invoglierà perlomeno a provarlo.
Poche linee, pochi colori ma tanta personalità
La semplicità è uno dei tratti caratteristici di Schim e lo dimostra anche a livello artistico. Le varie ambientazioni che ci troveremo ad esplorare sono tratteggiate da poche linee e caratterizzate da solo quattro colori differenti, ma risultano comunque convincenti e dettagliate al punto giusto, conferendo all’intero quadro un’atmosfera molto originale e rilassante. Gli stessi scenari e le stesse movenze dei personaggi poi avranno un ruolo narrativo centrale, considerando che Schim racconta tutto tramite l’ausilio di immagini, senza fare utilizzo di un singolo dialogo.
Positive anche le opinioni in merito al comparto sonoro: le musiche di sottofondo sono molto “chill” e orecchiabili e il sound design generale riesce ad essere parecchio immersivo, garantendo un’esperienza di gioco davvero gradevole.
Conclusioni
Schim è un titolo rilassante e senza troppe pretese uscito nel periodo giusto dell’anno. Se cercate un’esperienza narrativa non impegnativa, che unisce platforming a sezioni puzzle, e terminabile in poche ore, probabilmente vi piacerà, al netto di un gameplay che per l’intera durata non subisce nessun tipo di evoluzione. Su questo fronte il titolo sarebbe risultato sicuramente più interessante se gli sviluppatori avessero voluto osare un attimino di più. Altro grande neo rimane il prezzo, che scoraggerà molti giocatori ad acquistarlo, essendo eccessivamente alto per un titolo di questo genere e per i contenuti piuttosto risicati che ha da offrire. Al di là di tutto, l’impegno dei due creatori è sicuramente apprezzabile e speriamo che con il loro prossimo titolo, se ce ne sarà uno, riusciranno a brillare per davvero, invece di rimanere confinati nell’ombra.
Ricordiamo che Schim è disponibile su PS4/PS5, Nintendo Switch, Xbox Series X/S e su Steam per PC.
Se invece foste in vena di un’esperienza ben più lunga e avventurosa ricordiamo che è disponibile da un paio di mesi il succosissimo The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak.