Robocop Rogue City, ultima fatica di Teyon e Nacon, è un videogioco che parla ai fan del celeberrimo poliziotto metà uomo, metà macchina. Rispettando il materiale originale riesce a creare un’avventura fedele agli anni ottanta, con i suoi pregi e i suoi difetti, Teyon sarà riuscita a creare un gioco al passo con i tempi con una delle icone più importanti del secolo scorso?
Indice
Metà uomo, metà macchina, tutto poliziotto – Trama
Ambientato tra il primo e il secondo film della trilogia, Robocop Rogue City, offre una trama originale scritta ad hoc.
Lo sfondo del gioco è una distopica Detroit dove violenza e corruzione dilagano, Robocop viene chiamato per risolvere una crisi all’interno dell’edificio di Channel 9. Una banda locale interrompe le trasmissioni per mandare un messaggio al “Nuovo arrivato”, un misterioso capo del crimine che ha rotto gli equilibri delle organizzazioni criminali di Detroit.
Per risolvere la crisi di ostaggi, viene chiamato l’eroe poliziotto, che insieme alla sua fidatissima partner Anne Lewis si faranno strada nell’edificio a furia di sangue e proiettili, liberando gli ostaggi ed eliminando permanentemente le minacce.
Una volta in cima, raggiunto lo studio di registrazione, Robocop ha un malfunzionamento e i ricordi di Alex Murphy, la vera identità prima della sua trasformazione in macchina, iniziano a mescolarsi con la realtà, facendolo tentennare difronte ad un malvivente che stava per uccidere uno degli ostaggi. Provvidenziale l’intervento di Anne Lewis che neutralizza la minaccia, senza però accorgersi che il malfunzionamento di Robocop viene ripreso da una giornalista, creando scandalo in tutta Detroit.
Robocop dovrà fare i conti con il malfunzionamento dei suoi sistemi, difendere la sua figura pubblica ed eliminare il misterioso “Nuovo Arrivato”, l’avversario più temibile che abbia mai incontrato.
Devo Andare. Da qualche parte qualcuno sta commettendo un crimine – Gameplay
Senza dubbio Robocop Rogue City riesce a rimanere fedele al materiale originale anche dal punto di vista del gameplay; infatti, i movimenti lenti e legnosi caratterizzanti il protagonista creano un feeling peculiare in fase di shooting.
Le sparatorie sono sì frenetiche, con nemici che non ti daranno respiro, ma vengono caratterizzate dalla lentezza di Robocop nel movimento e nello spostamento del mirino, dando l’impressione di essere letale ma estremamente goffo. Punto dolente la poca varietà di armi, oltre alla pistola d’ordinanza con proiettili infiniti di Robocop, si potranno raccogliere dai cadaveri dei nemici le loro armi, che seppur più performanti dell’arma base, già dopo qualche ora di gioco risultano come già viste, al contrario la varietà di nemici è soddisfacente, presenti in gran numero e dalle abilità diverse, rendendo i combattimenti non così scontati come potrebbe sembrare a prima vista.
Tra una estremamente sanguinosa sparatoria e l’altra, si potranno esplorare i dintorni delle aree di missione, compiendo indagini, accettare missioni secondarie, trovare nuovi indizi sulla trama principale, sequestrare prove di reato, risolvere crimini minori e sanzionare i cittadini poco rispettosi della legge. Queste sessioni di esplorazione purtroppo risultano poco ispirate, causa anche della lentezza e della pesantezza del poliziotto cromato.
Risulta invece ben strutturata la parte GDR del gioco, con un albero delle abilità ben fornito e diviso in più categorie, riesce a creare una bella varietà nel gameplay. Spendendo i nostri punti abilità riusciremo infatti a personalizzare ed indirizzare il nostro Alex Murphy verso questa o quella competenza in base al tipo di gameplay che si vuole intraprendere; si potranno spendere i punti abilità per potenziare il combattimento di Robocop o utilizzarli per aumentare le sue skill sociali.
Grazie anche a dialoghi a risposta multipla si potranno avere reazioni più o meno amichevoli dai cittadini che ci chiederanno il nostro aiuto, potremo scegliere se far prevalere il codice di programmazione di Robocop e far rispettare rigidamente la legge oppure far prevalere la coscienza umana di Alex Murphy.
Gli anni 80 in tutto e per tutto – Comparto tecnico
Il comparto tecnico di Robocop Rogue City, fatica ad eccellere. L’Unreal Engine 5 rende il colpo d’occhio degli ambienti molto appagante, il vero dilemma tuttavia sono i volti dei personaggi, che a mio parere sono molto indietro rispetto a ciò che si è già fatto con il nuovo motore Unreal. Escluso il protagonista, siamo molto indietro rispetto ad altre produzioni non tripla A, come ad esempio Remnant II o Lies of P, anche in questi due casi non troviamo nulla di eccezionale, però sicuramente più accettabili rispetto agli NPC del gioco.
Nota dolente anche il frame rate, che in situazioni nemmeno troppo frenetiche crolla al di sotto dei 60, nonostante la modalità performance. Il mio consiglio è quello di giocarlo in modalità grafica, che fa percepire di meno queste sbavature di FPS.
Senza dubbio però è da premiare lo stile del gioco, riuscendo a farti sentire Robocop grazie all’HUD, decisamente azzeccato per il feeling, con i colori che riconducono all’idea di fantascienza di qualche decennio fa. Ciò in cui il team è riuscito davvero è rispettare il materiale originale, giocando si prova lo stesso senso di esagerazione che hanno fatto amare i film al pubblico, grazie anche alla presenza del cast originale.
Robocop Rogue City – Conclusioni
Un’esperienza retrò, che guarda agli anni ottanta con nostalgia, prendendone i pregi e i difetti. Questo è un gioco che i fan dei film ameranno per il feeling e l’esperienza nel suo complessivo, sorridendo notando le citazioni ai lungometraggi e passando sopra le diverse sbavature del gameplay. Al contrario chi non è un gran fan del personaggio, si troverà davanti ad un’esperienza di gioco meno completa, ancora acerba sotto molti punti di vista, specie per chi si aspettava un gioco FPS di stampo moderno, ma non per questo meno divertente, anche se per altri motivi.
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