Monkey Island è sicuramente un nome rinomato nel mondo del pc gaming: un punta e cliccca unico, iconico che ha lasciato il segno nella storia del videogioco e a distanza di 20 anni giunge per mano di Ron Gilbert e Dave Grossman (originali creatori del titolo) la conclusione di quella che oggi possiamo definire la trilogia ufficiale della serie composta da Monkey Island, Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge e Return to Monkey Island.
Return to Monkey Island è disponibile esclusivamente su pc e switch.

Indice
AAAAAAARRRRRRGH!
In Return to Monkey Island prenderemo nuovamente il comando del Temibile(?) Pirata(???) Guybrush Threepwood intento ad affrontare nuovamente la sua (dichiarata) arci nemesi: il terribile pirata fantasma zombi LeChuck al fine di ottenere il leggendario segreto di Monkey Island, tesoro talmente segreto che nessuno ha idea di cosa sia realmente (come il One Piece, va).
Il titolo, come molti del genere, non è di certo caratterizzato da una lunga durata, infatti sarete in grado di finirlo in circa 2-3 ore, detto ciò vi è modo di goderne più a lunga grazie ad una serie di elementi che aggiungono valore alla trama. Prima di tutto la possibilità di scegliere se giocare in modalità casual, cosa che abbrevierà gli enigmi e i passaggi da fare per giungere alla soluzione, o hard, con aggiunta di enigmi e sotto trame che allungheranno di certo l’esperienza. Ancora la possibilità di attivare la writer’s cut, modalità che presenterà molte linee di dialogo in più, apprezzabile in particolar modo da coloro che hanno giocato i titoli precedenti della serie. Insomma, nonostante la semplicità del gameplay, Return to Monkley Island riesce ad essere godibile sia per i neofiti del genere che per i più navigati (capito? perché sono pirati!), sia per gli amanti della serie, sia per chi inizia oggi l’avventura di Guybrush (che comunque… chi è che chiamerebbe così il proprio figlio?)

Inoltre, gli sviluppatori hanno deciso di inserire una guida ufficiale all’interno del titolo: infatti avremo a disposizione un libro magico degli indizi che ci guideranno in caso di necessità, partendo da delle semplici indicazioni per giungere a darci direttamente la soluzione qualora continuassimo a chiedere consiglio. Insomma un buon modo per non rovinarsi l’esperienza cercando aiuto su internet.
Un avventura pirata avvincente ed esilarante, con dialoghi spesso insensati che strappano un sorriso al giocatore, insomma poche ore ma ben spese. Unica nota di demerito è probabilmente l’eccessiva semplicità degli enigmi in modalità casual, che poche volte faranno perdere tempo al giocatore o lo impegneranno seriamente per risolvere un’enigma.
Punta e… clicca…
Per quanto riguarda il gameplay… bhe, è un punta e clicca in cui dovrete prettamente puntare e… cliccare elementi sullo schermo… seriamente, cosa vi stavate aspettando?
Tornando seri per un momento, direi che il lato gameplay è l’elemento che mostra qualche falla in più: prima di tutto la disposizione dei tasti per la tastiera, che richiede un intero movimento di mano per raggiungere le tre funzioni più utili: tab per indicare gli elementi interagibili, il “.” per accellerare i dialoghi e la “,” per rileggerli, insomma non una posizione comoda per la mano. Ancora, soprattutto per le battute finali, avrei preferito la possibilità di un tasto che accelerasse la navigazione tra le aree invece di dover ogni singola volta premere come un “dannato”(sempre per rimanere in tema pirati e fantasmi) il mouse nel tentativo di raggiungere l’uscita dell’area.
In soldoni, curato, ma con qualche sbavatura…
Guarda che splendidi pirati!
Graficamente parlando, nonostante le numerose polemiche mosse alla scelta di stile, non posso che definire la direzione artistica di Return to Monkey Island come un qualcosa di splendidamente grazioso, con uno stile che si rinnova e cerca di spiccare nel panorama videoludico odierno, pur mantenendo la sua iconicità che l’ha reso tanto famoso nel tempo.
Musicalmente parlando anche qui poco da dire, d’altronde ad occuparsene sono stati Peter McConnell, Michael Land, and Clint Bajakian compositori originali dei primi due capitoli della serie: in aggiunta, ad arricchire maggiormente l’esperienza di gioco molti doppiatori del cast originale del gioco sono tornati a prestare le loro voci a Guybrush, Elaine e tanti altri. Insomma nuovamente si mostra l’amore che i ragazzi di Terrible Toybox mostrano per la loro opera.
Conclusione
Return to Monkey Island è un titolo che mostra profondo amore da parte dei suoi creatori: la terza cronologica avventura di Guybrush Threepwood che ritorna ad essere scritta da coloro che lo hanno ideato e che riesce pienamente nel suo intento. Certo, non privo di sbavature e forse di troppe ed eccessive esemplificazioni, ma pur sempre un’avventura da non farsi scappare!
![]() |
![]() |
||
|
|