Shadow of the Ninja Reborn è un inno nostalgico ai gloriosi anni ’90, una lettera d’amore indirizzata a un’epoca in cui i pixel dominavano lo schermo e il suono elettronico scandiva i ritmi delle nostre avventure virtuali nelle nostre camerette. Sviluppato con cura artigianale da NatsumeAtari, il remake riprende le radici del classico NES del 1990, rielaborandolo in chiave moderna senza perdere un grammo del suo fascino originale. Il risultato è un viaggio sensoriale che riesce a fondere l’old-school con le tecnologie di oggi, in una danza letale tra ombre e katane!
Ma prima un po’ di amarcord!
Veloci e letali
Sin dall’avvio, Shadow of the Ninja Reborn ci catapulta in un mondo cyberpunk decadente, dove l’architettura futuristica si fonde con le rovine di un passato glorioso; la trama rimane fedele all’originale: siamo ancora in una New York del 2029, schiacciata sotto la dittatura del perfido Garuda, e toccherà a Hayate e Kaede porre fine al suo regno di terrore, ma questa volta, il mondo è più vivido, più dettagliato, e ogni angolo della città sembra urlare la sua disperazione in pixel HD, una scelta che NatsumeAtari ha già usato in altri remake ottenendo sempre ottimi risultati! Il gioco è una corsa frenetica attraverso strade illuminate al neon, fabbriche fumanti e tetti piovosi, ogni ambiente rifinito con una cura maniacale che tradisce l’amore degli sviluppatori per il materiale originale, quel Blue Shadow (questo il nome per la versione europea del gioco su Nes) che nel 1990 alzò di una tacca l’amore per i ninja nei videogames.
Il gameplay rimane fedele alle sue radici platformer, con un combat system che combina la semplicità degli attacchi di base con un sistema di combo e potenziamenti che aggiungono profondità senza appesantire l’esperienza; i controlli sono precisi e reattivi, rendendo ogni salto, ogni schivata, e ogni colpo di katana un gesto fluido e appagante, e sebbene l’azione in 2D resti al centro della scena, il gioco introduce nuovi elementi come la parata e la possibilità di deviare i proiettili, che aggiungono un ulteriore strato di strategia agli scontri.
La modalità cooperativa, uno dei pilastri dell’originale, torna anche qui, ma con miglioramenti significativi: ora, giocare in due non è solo un modo per condividere l’avventura, ma diventa una necessità per affrontare alcune delle sfide più ostiche del gioco; la sinergia tra Hayate e Kaede è stata potenziata, con mosse speciali eseguibili solo in tandem, il che incoraggia la cooperazione tra i giocatori, meglio se sullo stesso divano, come sempre; non è raro trovarsi a pianificare attacchi coordinati o a coprire le spalle del proprio compagno in situazioni di pericolo, creando un’esperienza tipicamente arcade che solo dei titoli come Shadow of the Ninja Reborn sanno ancora dare.
Ritorno dalle ombre
Dal punto di vista estetico, Shadow of the Ninja Reborn è una festa per gli occhi e per le orecchie: I nuovi sprite sono dettagliatissimi, animati con fluidità e ricchi di personalità, mentre i fondali si trasformano da semplici scenari a veri e propri quadri animati; ogni livello ha un’identità visiva che cattura l’essenza dell’originale ma la arricchisce con dettagli moderni, come il fumo che si dissolve nell’aria o le luci al neon che riflettono sulle superfici bagnate. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora che reinterpreta le tracce originali di Iku Mizutani, infondendo nuova vita alle melodie 8-bit con arrangiamenti orchestrali e synth moderni che oscillano tra l’epico e l’intimo. Ma Shadow of the Ninja Reborn non è solo un’opera di restauro nostalgico; è un gioco che cerca di innovare pur rimanendo rispettoso delle sue origini: I boss di fine livello sono stati completamente rivisitati, con pattern di attacco più complessi e fasi multiple che richiedono al giocatore di adattarsi e reagire molto rapidamente; le nuove modalità di difficoltà permettono sia ai veterani che ai neofiti di trovare la giusta sfida, e un sistema di progressione basato su ricompense estetiche e potenziamenti sbloccabili invita a rigiocare il titolo più volte. Tuttavia, nonostante l’eccellenza della realizzazione, Shadow of the Ninja Reborn non è immune da critiche: la difficoltà, sebbene calibrata, potrebbe risultare punitiva per i meno esperti, con un livello di sfida che non lascia spazio a errori, specialmente nelle fasi avanzate del gioco, ma d’altronde se c’è la parola Ninja nel titolo di solito ci si aspetta questo.
In conclusione, Shadow of the Ninja Reborn è un remake che riesce a bilanciare con maestria nostalgia e innovazione; è un tributo a un’epoca passata che non si limita a riproporre il titolo del 1990, ma lo reinterpreta per una nuova generazione di giocatori: ogni pixel, ogni nota e ogni movimento trasuda l’amore per l’originale, e sebbene non sia privo di difetti, il gioco si erge come uno dei migliori remake degli ultimi anni, capace di farci rivivere quei momenti di pura magia che solo i giochi di un tempo sapevano regalare. Per chi ha amato l’originale, o per chi semplicemente cerca un arcade platform di qualità, Shadow of the Ninja Reborn è un’esperienza imperdibile.
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