Pubblicato il 05/09/24 da Andrea Borzì

Black Myth: Wukong – Recensione

Il Grande Saggio pari al Cielo torna in un titolo interamente dedicato
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Sono passati 5 anni da quando ho visto le prime immagini dedicate a Black Myth: Wukong, e ho bramato per la prima volta di mettere mano su questo tiolo, sia da amante del Viaggio in Occidente e del Mito di Sun Wukong (plasmato dai miei studi probabilmente), sia come giocatore vista l’omerica epopea in cui Game Scienze, studio cinese che a sviluppato il gioco, si stava imbarcando nel mostrare un titolo di così alta qualità come terzo gioco mai realizzato dalla casa di sviluppo.

Ora, la domanda a cui andremo a rispondere è: queste aspettative sono state rispettate?

Black Myth: Wukong – Trama

Come avviene spesso nei prodotti di origine cinese, anche questo titolo si propone come seguito del romanzo “Viaggio in Occidente” (lettura che vi consiglio caldamente). All’inizio del gioco, nella fase tutorial, giocheremo nei panni di Wukong, che dovrà difendere il proprio regno dall’attacco delle divinità del Cielo, poiché queste non sono contente della decisione dello Scimmiotto di abbandonare il palazzo celeste e la propria immortalità per scendere a vivere nuovamente tra i mortali.

Finito lo scontro Wukong verrà gravemente finito e scopriremo che la scena a cui abbiamo appena assistito non è altro che un racconto, e che da quel momento in poi non giocheremo più nei panni di Wukong, ma del Prescelto, una scimmia di pietra discendete, che come tutte le altre, è incaricata di ricercare i sei artefatti appartenuti al “Grande saggio pari al Cielo” (uno dei tanti titoli di Wukong), contenenti pezzi del suo spirito.

Durante la nostra esperienza col titolo, ci ritroveremo a visitare i luoghi che hanno segnato il viaggio di Wukong e ad incontrare non solo vari personaggi, ma anche moltissimi Yaoguai (demoni cinesi), alcuni proveniente dall’opera altri provenienti dai miti e dalla tradizione cinese e aggiunti per il titolo. Elemento che ho apprezzato è lo stile scelto per le descrizioni del bestiario; ogni nemico sconfitto avrà una propria scheda in cui è narrata la leggenda legata a quella creatura o personaggio. Se questi sono presenti in Viaggio in Occidente, allora avranno una storia legata al loro incontro con Wukong, in alternativa, per tutti coloro che fuoriescono dall’opera, troveremo il racconto del Mito.

Quello che si può tranquillamente percepire da questo titolo è il profondo amore e rispetto per la figura di Wukong (amatissimo in asia e in particolare in Cina) proposta nella maniacale cura ai dettagli e alle storie narrate.

Black Myth: Wukong cane di fuoco

Black Myth: Wukong – Gameplay

Black Myth: Wukong è un purissimo Action Rpg, dove ci troveremo a viaggiare in questi scenari stupendi ed affrontare una moltitudine di creature che ci permetteranno di evolvere il nostro personaggio, senza costringerci mai a diventare troppo tecnici.

I comandi si restringono a: un tasto per le schivate, uno per il salto, uno per l’attacco leggero, che ci fornirà la combo base che andremo ad utilizzare per tutto il gioco, ed uno per l’attacco pesante, su cui si baserà la maggiore differenza nelle combo. Infatti sarà possibile sbloccare per il nostro protagonista, tre posizioni del bastone che andranno ad influire sul tipo di attacco pesante che andremo a svolgere. Inoltre, sempre legato all’attacco pesante, saranno sbloccabili degli step di concentrazione che andranno ad influire sulla forza applicata all’attacco pesante, definendo anche se saremo in grado di sbilanciare o meno il nostro avversario.

A questi dobbiamo aggiungere, il tradizionale tasto per la bevuta (cura), il tasto per il menù alternativo, che ci permetterà di utilizzare le 4 abilità che andremo a impostare (una magia, una trasformazione, clonazione e una tecnica), gli oggetti rapidi, gli strumenti e le evocazioni, ed il tasto che ci permetterà di roteare il bastone per deviare i proiettili.

Il gioco si presenta come una lunga sequenza di corridoi, che tuttavia, nell’incredibile lavoro grafico svolto per l’ambientazione, non saranno mai elemento di fastidio o di noia. Infatti, le ambientazioni che accompagneranno la nostra avventura sono splendide e l’assenza di una mappa (elemento che pongo sia come nota positiva, che negativa) dà modo di goderne appieno. Inoltre, andando avanti nel gioco, le ambientazioni che andremo ad incontrare si allargheranno sempre di più, facendoci dimenticare di essere in lunghi corridoi.

Vedendola da un altro punto di vista, questa grandezza delle mappe renderà al contrario più tortuoso il percorso verso il completamento delle secondarie, che quasi mai vi daranno chiari riferimenti a ciò che dovete fare, ma starà a voi, trovato un oggetto chiave girovagare nella speranza di trovare il punto esatto per continuare le quest.

Per quanto riguarda la difficoltà, direi che il titolo si pone nel giusto mezzo; bisogna impegnarsi ed imparare i pattern degli avversari, le lotte coreografiche che richiamano lo stile dei film Wushu di arti marziali, e nel farlo non risulta mai frustrante. Nonostante possano palesarsi scontri particolarmente tosti, dopo qualche try e un po’ di osservazione è possibile superarli senza troppe difficoltà.  Se dovessi esprimere un parere, nonostante non sia un soulslike, mi sembra di essere tornato al periodo del primo dark souls, dove le tempistiche davano effettivamente modo di apprendere come giocare e dove ancora l’istinto del giocatore e non solo la memoria diventava realmente un vantaggio.

Tuttavia anche qui pecca alcune volte di picchi improvvisi di difficoltà che mettono sicuramente in difficoltà il giocatore.

Black Myth: Wukong lupo bianco

Black Myth: Wukong – Tecnica

Performance

Ho avuto modo di testare sia la versione Playstation che la versione PC di questo titolo e devo dire che se la versione PC appare quasi del tutto perfetta con qualche piccolo lag grafico di tanto in tanto, ma tutto sommato ben ottimizzata e responsiva, la versione console invece risulta al momento un po’ troppo grezza, con chiari abbassamenti della risoluzione, problemi di input lag o lettura comandi nelle fase più pesanti e concitate del gioco, spesso nelle boss fight. Niente su cui non si possa soprassedere ma spesso una delle ragioni primarie di rabbia.

Grafica

Cosa dire di questo Black Myth: Wukong se non un semplice: “incantevole”! Degli scenari mozzafiato si palesano davanti al giocatore riuscendo a rendere pienamente i luoghi che andremo a visitare. Dal design dei personaggi, ai dettagli del vestiario, alle armi fino a giunger all’ambiente, il lavoro svolto è straordinario per essere il primo mastodontico titolo di Game Science!

Suono

Non saprei come commentare il comparto sonoro di Black Myth: Wukong se non con “consono e azzeccato”. I brani di sottofondo, squisitamente cinesi, ci accompagnano in tutto il viaggio, arrivando, nella tradizione, a picchi incredibilmente piacevoli. Il sound design è chiaro e cristallino permettendo al giocatore di comprendere perfettamente il mondo che lo circonda.

Conclusione

Black Myth: Wukong è un opera mastodontica, considerando la casa di sviluppo che lo ha creato. Un titolo che attinge appieno alla cultura e alla mitologia cinese, che mostra il proprio amore verso l’opera del Viaggio in Occidente in maniera rispettosa e fedele. un titolo in grado di tenervi incollato per ore davanti lo schermo e che vi sottoporrà a tanti scontri mozzafiato, mettendovi si in difficoltà, ma mai ad impossibilitarvi nell’andare avanti. Certamente non è un titolo perfetto, presenta sbavature, qualche compenetrazione, e framerate a tratti ballerino, tuttavia il team di sviluppo ci lavora costantemente, per completarne l’adattamento e migliorare il titolo nella giocabilità.

P.s. se ne avete la possibilità vi consiglio la versione PC (e di leggere Viaggio in Occidente).

  • Grafica spettacolare
  • divertente e appagante
  • tanti boss
  • perfetto per conoscere di più sulla mitologia cinese

 

  • picchi improvvisi di difficoltà
  • versione console con performance ballerine

BoarZo - Biografia

Videogiocatore fin dal 1995. Cresciuto con la tecnologia e i mondi virtuali...

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