Pubblicato il 27/03/19 da Jacopo Ambaglio

One Piece: World Seeker

Si stava meglio quando si stava Musou.
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Introduzione – Giuro che mi stava quasi piacendo

È da Pirate Warriors 3 che non si vedeva un gioco di One Piece: all’epoca risulto anche essere abbastanza carino, un bel musou…

Ma a quanto pare era ora di cambiare rotta, pieni di speranza… un po’ come me, che quando esce un videogioco dedicato ad un manga sono qui a raccontarvelo, pieno di speranza. Sì ok, l’ultima volta non era andata alla grandissima, ma questa volta… Neanche.

L’ultima fatica di Ganbarion, già autori di Dragon Ball Fusions (se qualcuno ancora se lo ricorda) e distribuita, a sorpresa, da Bandai Namco, non era neanche partita malissimo e mi ci stavo quasi divertendo, ma, dopo qualche ora di gioco, si cominciano a notare i limiti del titolo che, fidatevi, sono parecchi. L’entusiasmo iniziale nel vedere finalmente un videogioco open world che non sia un musou ambientato nel mondo creato da Oda lascia presto spazio ad una noia e ad una ripetitività abbastanza allarmanti…

No davvero, torno a ripeterlo ancora una volta: non sono cattivo, giuro.

Almeno ci si sposta veloci.

Mondo, storia e forzieri lenti da aprire.

La trama non irresistibile di One Piece: World Seeker si svolge su un’isola fittizia nella quale i nostri eroi (immaginatevelo letto con la voce del narratore di Dragon Ball su Italia 1…) fanno naufragio. Quest’isola è sotto il controllo della Marina e Jeanne, capo della resistenza dopo la morte della madre, chiede aiuto alla ciurma di Rufy per darle una mano a liberare la suddetta isola. Il vero problema è però che… non posso dirvelo perché è l’unico colpo di scena del titolo… Scontato come un’evocazione su Final Fantasy eh, per carità, ma sempre colpo di scena è. Povere bestie: diamo a Cesare quel che è di Cesare.

Fatto sta che dovete prendere quel che viene fuori dalla trama come se fosse un film spinoff: World Seeker è fuori da ogni continuity narrativa del manga e si può persino giocare senza aver letto un solo capitolo, ma capite da soli che tanto avrebbe poco senso… anche perché il gioco, se gli togliete pure il fanservice, non è che abbia molto da offrirvi.

Sul serio ragazzi, mi serve un gioco bello del quale parlare, sto diventando troppo cinico. Aiutatemi.

Il gioco ha fra le sue peculiarità un’ampia mappa da esplorare, quindi vi attendereste molta esplorazione in questo fantabuloso mondo inedito. La verità è che il gioco è ambientato in una mappa VUOTA, senza animali, con 3 persone dentro le città e qualche forziere da aprire che, senza l’apposita skill (seriamente Ganbarion?) ci metterete un sacco ad aprire. Dicevamo: la mappa è grande e anche ben disegnata: ottimi villaggi, evocativa Steel City, questa sorta di metropoli che funge da capitali, con vari palazzoni sui quali arrampicarsi, belle le campagne, belli i boschi… ma resta tutto dannatamente vuoto e senza vita, suscitando semplicemente un sentimento di spreco.

Come anticipato, non ci resta che piangere e non ci resta che il fanservice. Con la scusa della storia “fuori continuity”, Ganbarion ha buttato nel titolo tutto quello che poteva buttarci dentro per attirare i fan della serie, dagli ammiragli, a Law, passando Crocodile, ma la presenza di alcuni personaggi risulta essere davvero forzatissima. Nice try, comunque.

Stai per fare una finaccia.

Combat system e progressione.

One Piece: World Seeker è un action GDR open world (e fin qui, ci siamo). Addentriamoci dunque nel combattimento, nelle meccaniche, nelle missioni e nella progressione del personaggio, cercando di non dilungarci troppo, anche se c’è un po’ da discuterne.

Il titolo si sviluppa in una serie di missioni principale circondata da varie quest secondarie (come da prassi), ma ,se il filone principale non è poi così male, con delle belle cutscenes e abbastanza curata, le missioni secondarie sono un nugolo di “vai lì, picchia quelli, torna indietro” nel migliore dei casi, nel peggiore dei casi ci saranno persino delle fasi stealth, delle quali parleremo a breve, purtroppo. Inoltre, se seguite il manga vi sarete accorti che, soprattutto negli ultimi anni, One Piece è diventato praticamente una light novel: parlano, tutti, TANTISSIMO e il più delle volte non hanno niente di davvero utile da dire. Mi sembra giusto inserire anche nel gioco questa cosa, in nome della fedeltà all’opera originale. Qualsiasi NPC nell’atto di consegnarvi una quest vi parlerà all’infinito, senza alcun doppiaggio e con poche animazioni, in una sequela di, detto in termine tecnico, “trash talks” senza senso.

Detto questo, prendiamo una missione e andiamo a picchiare chi dobbiamo picchiare. Come, vi chiedete? Spammando un tasto, caricando la barra di tensione e usando una delle 3 tecniche che livellerete con i punti presi grazie alle suddette missioni. Sì ok, Rufy ha a disposizione addirittura 2 intere stance, una più veloce e una più potente (detto in breve), ma chiariamoci: difficilmente switcherete da una all’altra, dato che il passaggio è abbastanza legnoso quindi è molto probabile che finirete per focalizzarvi su una sola, che sarà quella veloce…  Ah dimenticavo: il perk per aumentare la velocità di apertura dei forzieri lo prenderete. Sì è inutile, sono d’accordo, ma fidatevi, lo prenderete. Ah sì, se lo prenderete.

Tutto sbagliato per One Piece: World Seeker  insomma, non solo per i combattimenti in se, ma anche per il fatto che, nonostante il titolo sia facile, riesce comunque a risultare frustrante a causa degli innumerevoli errori concettuali nei combattimenti: boss fight poco stimolanti (schiva, picchia, tecnica, picchia, schiva, tecnica e ripetere), ogni colpo sia melee che ranged di qualsiasi nemico vi farà vacillare, perdere la combo o cadere per terra rende tutto lento e angosciante, cosa anche abbastanza insensata visto che col personaggio abbastanza livellato la perdita di vita (che per altro si ricarica in breve tempo) è irrisoria. Tutto questo non comporta quindi un aumento di difficoltà, è solo frustrante al massimo.

Carino l’inserimento dell’occhio d’aquila alla Assassin’s Creed (il suo funzionamento è identico, non trovo un modo migliore di spiegarlo…), ma il fatto che duri troppo poco e abbia un cooldown per essere riutilizzato vi obbliga a guardare il muro per una decina di secondi aspettando che si ricarichi. Seriamente, non capisco la scelta: sono d’accordo che ci siano delle tecniche di combattimento collegate ad esso e quindi è anche giusto dargli un cooldown, ma mettetelo solo in combat, fuori dagli scontri non ha alcun senso.

Prendete ora quanto detto e immaginatevi una città piena di cecchini sui tetti e delle missioni che richiedono lo stealth obbligatorio. Fatto? Bene. Andiamo avanti.

Lì a sinistra c’è il perk per i forzieri. Poi l’ho preso e l’ho anche livellato. No seriamente, prendetelo.

Conclusione.

Chiedo scusa in anticipo per tutto il fastidio che sto per esternare, ma quando ci vuole… ci vuole, ne va della mia sanità mentale e voglio condividere con voi il mio pensiero più sincero.

In conclusione, c’è poco da concludere: sono abbastanza stanco di vedere queste licenze interessantissime buttate via su dei giochi fatti con budget basso e impegno zero. Di titoli presi da manga e anime ormai ne è pieno il mercato e non si può più campare di solo fanservice, lo abbiamo visto con Jump Force, lo stiamo vedendo con One Piece: World Seeker e lo abbiamo visto con Xenoverse, anche se in misura minore, perché secondo me la serie Xenoverse non è proprio tutto da buttare.

Sveglia dai, se la strada è questa force è il momento di Pirate Warriors 4, almeno lì ci si diverte.

  • Nel complesso bei disegni
  • un sacco di fanservice

 

  • Ripetitivo
  • Combat system angosciante
  • Mappa vuota

La licenza

Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.

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