Pubblicato il 22/02/19 da Jacopo Ambaglio

Jump Force

Ma davvero non c'è Hiei?
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Introduzione – Non puoi avere tutto dalla vita

Sì, ok, c’è già stato un titolo del genere, se vi ricordate, per Nintendo DS e, detto sinceramente, è passato abbastanza in sordina; però non fu neanche malaccio e lo trovai abbastanza divertente all’epoca.
Ma quanti di voi, amici otaku dalle manine unte, sognavano un bel titolo next-gen (?) con dentro tutti i vostri personaggi preferiti?
Quanti di voi sognavano di vedere Aizen prendere a schiaffi Sasuke? Sì, perché diciamocelo, tutti odiano Sasuke.
Quanti di voi sognavano di vedere tutto questo magari infilato in un bel gioco? Magari anche fatto bene!
Ma visto che non si può avere tutto dalla vita vi beccate Jump Force, l’ultima fatica di Spike Chunsoft (che vi linkerei se il loro sito non mi venisse segnalato come “connessione non sicura”, ma ve l’ho detto, non si può avere tutto dalla vita). Quelli di Mario e Sonic alle olimpiadi di Rio. Non fate domande.

Va’ i banchetti che roba, pare un Matsuri.

Storia – Gli Xenocubi

Vabbeh, c’è un tizio che fa diventare i personaggi buoni cattivi e i personaggi cattivi ancora più cattivi con ‘sti cubi ma, se hai il cuore completamente puro (ehw) diventi fortissimo e, a quanto pare, entri a far parte della Jump Force, associazione di eroi che deve fermare il tizio che sparge i cubi in giro.
Fatto sta che venite quasi seccati da Frieza ma Trunks vi salva, spaccandovi un cubo nel petto, e così vi creerete il personaggio.
“Ah è Xenoverse
Non è Xenoverse.
Fatto questo verrete piazzati nel social hub del gioco, una mappa inutilmente grossa, coi vari banchetti che fanno da negozio, scelta missioni eccetera eccetera.
Xenoverse ha i banchetti”
Non è Xenoverse!

Una volta nel social hub si potrà chiacchierare coi capitani delle tre squadre per poi scegliere a quale unirsi (non ho ben capito se cambia effettivamente qualcosa unirsi a una piuttosto che a un’altra, ma in realtà anche chissenefrega perché fa niente). Si discorrerà un po’ del nulla cosmico in chiacchierate poco emozionanti, a parte quando verrà introdotto Sasuke, presentato col solito fare disfattista e sguardo arrogante, girato di spalle e isolato dal resto del gruppo a mettere immediatamente in chiaro il fatto che sì, avrete passato un po’ di tempo nell’editor a farvi un personaggio figo, ma lui sbusterà sempre più tipe di voi. Stateci.
Niente, girate, prendete le missioni chiave dal banchetto, andate in giro a cercare punti di partenza delle missioni storia, mal segnalati, cercando di risolvere il mistero dei cubi rossi spammando quadrato negli incontri 3 VS 3 poco tecnici che vi si pareranno davanti. Tutto qui, non è che poi ci sia molto altro da dire.
Comunque, se speravate nel “vabbeh, avrò meno sciami di tipe intorno rispetto a Sasuke ma penso di piazzarmi al secondo posto” a sorpresa vi arriva in faccia Light Yagami da Death Note.
A consolarvi c’è solo il fatto che su 40 personaggi del roster le tipe sono solo 3, quindi sostanzialmente è la sagra della salsiccia, non è che vi perdiate sto ben di dio.

Il mio personaggio è sostanzialmente Sanji imbruttito.

Roster e gameplay – Nostalgia di Ninja Storm

Nonostante Naruto sia un manga che a una certa mi ha anche fatto schifo, non ho mai nascosto il mio amore per i titoli della serie Ninja Storm, picchiaduro ad arena che certo non brillavano per tecnica eh, ma erano divertenti e ben fatti, pieni di chicche “cinematografiche” che rendevano i combattimenti davvero godibili.
Detto ciò lo si sarebbe potuto dare in mano a loro.
Jump Force è uno spreco bello e buono, uno dei picchiaduro anime con il roster più interessante di sempre ridotto a chilometri di distanza dai colleghi “monografici”: mi vengono in mente, appunto, i Ninja storm, mi viene in mente Dragon Ball FighterZ, mi vengono in mente i musou di One Piece, anch’essi abbastanza godibili, ma possiamo anche andare a prendere i due, seppur con i loro difetti, Dragon Ball Xenoverse, per restare in linea con il genere.
Qui siamo davanti a un semplice spamming compulsivo di quadrato mentre si incastrano tantissime tecniche pescate dai vari anime, proposte con un quantitativo assurdo di effetti particellari, i quali vanno a nascondere una qualità grafica in sé che alla fine è “meh”. Parlando di competitivo (parola che mi fa ridere in un gioco del genere) vi lascio immaginare cosa voglia dire giocare sui riflessi per controbattere alla prossima mossa dell’avversario in mezzo alle scintille colorate.
Riflessi, sì, perché essendo un gioco che necessita di abilità tecnica rasentante lo zero, non è che ci siano tutte ‘ste combo da imparare, sta tutto nel gestire le barre e giocarsela sui riflessi, per contrattaccare così la prossima mossa dell’avversario.
Hanno messo Dai nel roster però, gg, questo ve lo devo. *Aban Suturascio!* <3

Menare i personaggi di Naruto dà sempre soddisfazione.

Conclusioni – Tutto da buttare?

In conclusione, Jump Force ha deluso fortemente gli otaku ma non certo i videogiocatori di vecchia data, che si aspettavano da tempo un prodotto di livello abbastanza basso. Per quanto mi riguarda si è trattato di un hype gigantesco alla presentazione dello scorso E3 che, video dopo video, si è schiantato al suolo come l’aspettativa di vedere in fumetteria il prossimo numero di Drifters (20/02/2019, segnatevi la data).
Peccato perché qualche idea carina c’è, come le missioni libere gestite alla gatcha mobile, con scelta se farmare XP, vestiti, soldi o tecniche.
… e boh, basta… e il roster con 40 personaggi, alcuni dei quali inaspettati e, devo dire, apprezzatissimi come Ryo Saeba da City Hunter, Kenshin e Dai.
Ci sono Yusuke e Toguro da Yuyu Hakusho, ma non Hiei, cosa che mi indispettisce. Magari nei diellechahuhauhauhuha, scusatemi.

  • Gatcha time ai banchetti
  • Roster convincente

 

  • Davvero troppo poco tecnico
  • Ripetitivo alla follia

l'aban strash

effetti particellari

sasuke sbusta più del mio pg

Ipah - Biografia

Aspetta, faccio la presentazione standard da recensore navigato. Cresciuto coi videogiochi che quando ho cominciato io proprio levati, si giocava a Pong coi sassi. L'abilità videoludica di Faker unita al senso critico di Matt Preston.

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