Pubblicato il 06/11/24 da Cathoderay

Kill Knight – Neon, Sangue e Caos senza fine

A volte non serve altro che sangue e proiettili
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Kill Knight si presenta come un twin-stick shooter imbevuto di atmosfere cyberpunk e una buona dose di violenza. Retro vibes? Check. Cyberdemoni da far saltare in aria? Check. Sangue e neon ovunque? Doppio check. Ma oltre all’estetica, c’è una meccanica che pulsa a ritmo forsennato, e mentirei dicendo che questi elementi non sono assolutamente tra i miei preferiti per queste tematiche.

La trama è basilare quanto serve: sei un cavaliere oscuro e la tua missione è semplice, brutale e senza troppi fronzoli; devi uccidere l’ultimo angelo, attraversando cinque strati d’inferno, ognuno colmo di aberrazioni pronte a farti a pezzi. La narrazione è minimale, giusto un pretesto per far scattare la carneficina, perché in fondo della trama ci interessa davvero poco, l’importante è tritare qualsiasi cosa compaia su schermo.

Attenzione, Kill Knight potrebbe farvi saltare i nervi molto facilmente;  Con una visuale isometrica e un arsenale decisamente nutrito il gioco riserva quella sensazione claustrofobica di essere chiuso in un’arena senza via d’uscita; ogni secondo conta, e ogni sguardo a una luce stroboscopica ti ricorderà quanto poco tempo hai per schivare, sparare e sopravvivere, o meglio evitare di morire costantemente.

Il tutorial è rapido e indolore: ti spiega quel che serve, dalle combo basilari alle tecniche più avanzate per non diventare cibo per demoni. Non fai in tempo a capire che cosa hai in mano, che già ti ritrovi in mezzo alla mischia, con armi di base che bastano giusto per iniziare a divertirsi. Ogni uccisione conta, non solo per il puro piacere di far saltare arti demoniaci in aria, ma anche perché guadagni denaro per migliorare il tuo armamentario. E no, non serve completare obiettivi specifici per ottenere nuove armi, puoi anche aggirare il sistema e acquistarle direttamente con il sangue che hai sparso.

Il cuore pulsante del gameplay Semplice da capire, difficile da dominare. Cinque strati d’inferno non sono uno scherzo, e ogni layer è un gradino in più verso la follia: nemici sempre più grossi e brutali, trappole mortali da cui non scappi, ma che impari ad affrontare. Il gioco richiede padronanza, e la varietà delle armi e delle combinazioni di abilità che puoi sbloccare è il vero fiore all’occhiello di Kill Knight. Vuoi darti ad un approccio più cauto o lanciarti a testa bassa in una carneficina da punteggio alto? A te la scelta.

Le armi disponibili sono una sinfonia di morte: pistole, spade, armi pesanti, ciascuna con più versioni che ti permettono di personalizzare il tuo stile di gioco. Mescola abilmente dash aggiuntivi, parry integrati e potenziamenti ai tuoi attacchi, e sarai pronto a dare filo da torcere a qualsiasi abominio infernale.

Ah, la leaderboard! Quella che ti farà tornare a giocare ancora e ancora. Superare livelli non basta: è la ricerca della perfezione, del punteggio più alto, che ti tiene incollato allo schermo. Combina killstreak assurdi, parry da manuale e utilizzo perfetto delle abilità, e sarai in cima alla classifica. Perché la vera sfida, in fondo, non è uccidere l’ultimo angelo; è come una corsa che non conosce tregua in un loop intenso e caotico: cinque-dieci minuti di pura adrenalina, dove tutto può succedere. Ti ritrovi a correre, sparare, schivare, e attivare colpi speciali in una manciata di secondi, con la tensione che sale sempre più. La meccanica della ricarica attiva, se ben padroneggiata, è una delle chiavi per sopravvivere in questo manicomio neon-lit e penso che a questo punto della recensione si sia ben capito come funziona Kill Knight no?

La colonna sonora é decisamente adeguata: elettronica dark anni ’90 che ti tiene il cervello in tensione per tutto il tempo, un mix perfetto per l’estetica del gioco. E poi c’è lui: il neon, il vero protagonista visivo, che si mescola al rosso del sangue in un contrasto ipnotico. Su PC e su Steam Deck, le prestazioni sono ottime, e su quest’ultimo l’OLED esalta ancora di più la palette cromatica, rendendo il tutto un’esperienza visiva da urlo.

Alla fine questo viaggio all’inferno dura 12-20 ore della campagna principale tra sfide sempre più difficili e la voglia costante di migliorarsi. Ma è la leaderboard che rende Kill Knight eterno: un gioco che, come il miglior metal di Mick Gordon, ti incalza senza sosta. Non c’è tregua in questo inferno tecnologico, e nemmeno ce n’è bisogno: la freschezza del titolo è destinata a durare nel tempo, come un neon che non si spegne mai. Da provare assolutamente, sempre se vi sentite pronti.

  • Veloce
  • estremamente cattivo Discreta
  • rigiocabilità

 

  • Da evitare se cercate qualcosa di rilassante

 

 

Cathoderay - Biografia

Pare che io sia l'entropia videoludica.

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