Frostpunk 2 – Alla ricerca di un sequel
11 Bit Studios, nel non lontanissimo 2018, ha regalato al mondo un gioco spietato, ambientato in un mondo morente, gelido, che aveva però il pregio di scaldare il cuore e l’animo di chi lo giocava, mettendolo a dura prova ogni passo del suo percorso per cercare di fondare e tenere in vita una città nel mezzo di un’apocalisse termica. Viene quasi naturale pensare come, a seguito del grandissimo successo di critica e pubblico, si siano messi alla ricerca di un sequel. Ecco che quindi, a 6 anni dal primo, Frostpunk 2 arriva sia su pc che su console, con un arduo compito: cercare di non essere solo un more-of-the-same rispetto al suo predecessore. Compito molto difficile, praticamente alla stregua della difficoltà del riuscire a far sopravvivere un manipolo di cittadini a -80°. Ce l’avranno fatta? Scopriamolo insieme.

Gameplay e comparto tecnico – Bello da vedere, profondo da giocare
Frostpunk 2 mi ha colpito da subito per la sua presentazione impeccabile. Dal punto di vista della direzione artistica e grafica, Frostpunk 2 è incredibilmente ben studiato e tutto ciò che c’è a schermo è pensato per sposarsi con il tema del gioco. Ovviamente l’ambientazione diesel/steampunk è incredibilmente ancora forte e, anzi, in alcuni casi è stata anche addirittura spinta ulteriormente, come ad esempio tutta la rappresentazione del Concilio, di cui vi parlerò a breve. Di solito non parto mai col parlare di presentazione, direzione artistica e grafica: questa volta lo sto facendo proprio per farvi capire quanto il passo in avanti a riguardo sia stato importante, palpabile e significativo sotto tutti questi punti di vista, contribuendo a creare un’esperienza curata. Bello da vedere, profondo da giocare, insomma.
Il gioco è ambientato 30 anni dopo i fatti del primo capitolo, e sarete chiamati a dover gestire Nuova Londra dopo la sua fondazione. Fin dai primi istanti si può capire come Frostpunk 2 cerchi di distaccarsi dal primo dal livello di gestione richiesto. Mentre nel primo, infatti, c’era una gestione molto più microscopica, dove ci si poteva affezionare ai singoli cittadini, Frostpunk 2 decide di sacrificare tutto questo permettendoci, però, di affrontare aspetti molto più profondi e controversi rispetto al primo. Il Concilio, come anticipavo, in Frostpunk 2 rappresenta il punto in cui tutte le Fazioni di cittadini si ritrovano per votare alle leggi che voi, giocatori, proporrete loro. Ogni Fazione avrà i suoi piani da portare avanti, i suoi scopi e le sue necessità: fare felici tutti sarà impossibile. Da notare che, come ogni società che si rispetti, le Fazioni evolveranno e ne compariranno di nuove a sedersi tra le fila del Concilio, ovviamente complicando i vostri piani sul come gestire un gruppo di cittadini in continua espansione.

Espansione, parola chiave di questo Frostpunk 2: tutto vi porterà e vi chiederà di espandervi sia territorialmente che a livello di popolazione. Nonostante questo concetto non sia assolutamente nuovo nel genere dei gestionali di cui questo gioco è membro importante, lo è il modo in cui Frostpunk 2 si distacca dal suo predecessore per farlo. Oltre a dover rompere i ghiacci per poter fare effettivamente spazio ai distretti di vario tipo che dovrete andare a costruire, dovrete anche essere in grado di trovare risorse, costruire e gestire nuove colonie nelle regioni confinanti con Nuova Londra. Questo significherà dover pianificare ad un livello molto più alto di quanto mai fatto, dovendo anche gestire i periodi di Grande Freddo che andranno ad interrompere i collegamenti con le vostre colonie. Le interazioni tra i vostri distretti andranno gestiti con cura così come gli edifici specifici che potrete inserire in ogni distretto. Insomma… se da un lato è vero che perderete un po’ di legame intimo con la popolazione, è anche vero che un mondo molto più vasto di aspetti da gestire è pronto ad accogliervi.
Frostpunk 2 – Bello e (im)possibile
In definitiva, Frostpunk 2 è effettivamente un grande passo in avanti per il franchise, con un gioco che riesce veramente ad evolversi rispetto al precedente e lo fa praticamente in ogni suo ambito. La difficoltà rimane sempre l’aspetto più competitivo del gioco che, a mio parere, è quindi bello e (im)possibile, come cantava Gianna Nannini. Al netto di questo, punto che su cui sorvolerò autoinfliggendomi il famoso adagio “skill issues”, Frostpunk 2 vi offrirà moltissime ore di “divertimento impegnativo”, anche grazie ad un ottimo livello di rigiocabilità.
See you, Game Cowboys!
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